E' durata pochissimo l'esperienza di Marco Picascia al Matera. Un matrimonio che è saltato nel week-end scorso per alcune ragioni che lo stesso difensore napoletano ha voluto spiegare all'ufficio stampa dell'AIC Equipe Campania, a cui si è nuovamente aggregato. "Ero stato contattato dal direttore del Matera, che è stato anche mio team manager a Taranto alcuni anni fa - racconta -. Pensavo che la cosa si potesse fare, immaginavo fosse l'occasione giusta per tornare tra i professionisti dopo che la C mi era stata tolta pur avendo fatto bene col Tuttocuoio. Sono andato a Matera carico ed entusiasta, invece ho trovato una situazione confusionaria, con materiale tecnico che doveva arrivare e giocatori che non avevano ancora firmato per il non avvenuto passaggio delle quote, cosa che poi ci sarebbe stata venerdì, un giorno dopo il mio arrivo. Ho parlato con l'allenatore perché non mi provava nel mio ruolo e non mi teneva in considerazione consentendo di farmi conoscere. Il mister poi mi disse che occorrevano giocatori che portassero minutaggio e valorizzazioni. E, di comune accordo sia col club sia col mio procuratore, abbiamo deciso di lasciarci. Al San Donato Tavarnelle sono stato bene, ho conosciuto persone fantastiche. E poi era il terzo anno che giocavo in Toscana. Abbiamo fatto bene , siamo arrivati settimi, guadagnando la finale di Coppa Italia e battendo squadre fortissime. Credo di essermi comportato bene, giocando da centrale in una difesa a tre o a quattro. Ho avvertito il rispetto e la stima dei compagni, mi reputavano un giocatore importante. A livello mentale questo mi ha fatto compiere quel salto di qualità che dovevo ancora fare. Impossibile non venire qui all'Equipe Campania: è una organizzazione che migliora anno dopo anno. Antonio Trovato ci permette di giocare amichevoli di un certo livello, facendoci già mettere minuti nelle gambe. Ci sono anche giocatori forti e ci divertiamo negli allenamenti, mantenendo comunque una intensità alta. Non abbiamo nulla da invidiare agli altri se non il contratto. Rivolevo la C, ma nel calcio la fiducia è tutto. Andare a fare una semplice presenza non porta giovamenti sia al calciatore sia all'uomo. Ci si sente inutili. Io poi a 24 anni non sono più un ragazzino. Ecco perché posso anche andare in D se trovo un progetto importante e ambizioso che mi faccia sentire protagonista. Sono pronto per qualsiasi tipo di sfida".

Sezione: Calciomercato / Data: Ven 10 agosto 2018 alle 23:58 / Fonte: Stefano Sica.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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