Era il novembre del 2007 e dedicavo a Francesco (Ciccio) Dettori, per una seguitissima televisione privata, con la quale collaboravo settimanalmente, questo Editoriale.

Sono trascorsi 10 anni e mezzo, lo voglio riproporre con un filo di commozione e con tanta  emozione, come quando si ritrova un amico, dopo un po’ di tempo!

………….. “Caro  Capitano,

tocca a te  essere  in primo piano e sotto i  riflettori della  mia riflessione.

Molto si sa di te sotto il profilo tecnico, ma poco o nulla invece si conosce della tua storia privata e del  tuo vissuto.  Tu incarni per movenze e per agilità uno di quei gladiatori che nell’immaginario collettivo risultavano sempre invincibili.  Ricordi una figura di quei vecchi film, ambientati nell’antica  Roma, quando l’eroe di turno usciva dalla scena principale ferito, dolorante e sfinito, ma comunque vegeto e pronto a ricominciare la lotta ed a difendere il proprio padrone, la propria patria o la propria squadra. Ecco l’analogia tu con i galloni e la fascia da capitano,

in ogni occasione, non sei mai vinto, mai domo. Ti rialzi dopo una sconfitta pronto a ricominciare , forse , con ancora più piglio e più dinamismo.

Il tuo esempio deve essere di sprono agli altri compagni ad emularti anche con spirito di sacrificio, se necessario, Caro Francesco Dettori, ricorda che coloro che hanno avuto l’onere,  ma soprattutto l’onore di indossare la fascia al braccio sinistro nel glorioso Potenza, sono stati sempre giocatori che hanno lasciato un segno nella tifoseria, negli appassionati rossoblù e nell’intera città. Menziono, per tutti,  Pilade Canuti, ai tempi della cadetteria . Caro Ciccio, la canzone di Luciano Ligabue – Una Vita da Mediano-  sembra scritta apposta per te;  ti calza a pennello come un vestito sartoriale.  “Una vita da mediano a recuperar palloni”, con dei compiti precisi , a coprire certe zone, a giocare generosi . lavorare sui polmoni e stai lì nel mezzo finché ce n’hai,  che il pallone devi darlo a chi finalizza il gioco. Unica frase “stonata” e’ quella che recita “ nato senza piedi buoni” . Per te,  e’ vero il contrario, per la sensibilità della tua pedata che farebbe invidia ai rifinitore di lusso. 

Dovunque andrai sempre porterai il ricordo di una città che ti ha voluto bene, nella buona e nella cattiva sorte. Ti ha stimato professionalmente e soprattutto come  persona. Il popolo lucano  si accomuna  a quello sardo, la tua terra, principalmente nell’apprezzare, dopo la diffidenza iniziale, coloro che   dimostrano di essere Uomini. Ancora una testimonianza dell’affetto e della stima per la tua professionalità, correttezza e impegno è stato il ricevere il Trofeo rossoblù, per il rendimento evidenziato, Auguri capitano  Dettori, per il presente e futuro. Ciccio, ovvero -"Tamburino Sardo"- secondo  la definizione  giornalistica,  dovunque ti trasferirai,  porta sempre nel tuo cuore il ricordo  dei colori rossoblù e dell’esaltazione sotto la mitica Curva Ovest.”

… Parole profetiche, tanto è vero che è ritornato a difenderne i colori. Oggi è qui!

Bentornato,… in bocca al lupo, Ciccio!

 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 16 luglio 2018 alle 00:02
Autore: Giuseppe Rita
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