Il presidente della Lega Pro, Gabriele Gravina, in una lunga intervista al Corriere dello Sport ha, fra l’altro, dichiarato: “Ripescaggi? La motivazione  di fondo è stata quella di bloccare i ripescaggi per far partire i campionati. Tralascio la vera ragione. Purtroppo, però, si è innescata una reazione a catena che ha danneggiato principalmente la Lega Pro. Buon senso e rispetto sono venuti meno in un effetto domino incontrollabile. Abbiamo accumulato una montagna di ricorsi. Così i campionati non possono cominciare”.

Anche la data del 2 settembre ipotizzata per l’inizio dei campionato di serie C non è più valida, ma verosimilmente il tutto dovrebbe slittare al week end  15-16 settembre prossimo.

Per quanto riguarda il Potenza,  se da un lato questo ritardo farà in modo che i lavori, che si stanno effettuando, relativi alla riattazione dello Stadio Viviani, con interventi che interessano, soprattutto, gli spogliatoi, possano terminare a ridosso dell’effettivo inizio del torneo, dall’altro ritengo che possa penalizzare, almeno a livello psicologico, i rossoblù del leone.

Considerato che la preparazione del Potenza è iniziata da metà luglio penso, senza possibilità di smentita, che due mesi di preparazione possano essere considerati lunghi e snervanti.

Le partite amichevoli, di un certo livello,  se eventualmente organizzate, potranno solo attenuare il disagio e la criticità del lungo stop agonistico.

Le gare concordate, anche se con compagini blasonate,  rivestono sempre il carattere di amichevoli e non suscitano nei giocatori quel pathos e fanno scatenare quella adrenalina necessaria per raggiungere i risultato, come quando ci sono in palio i punti  che alimentano la classifica. Lo stesso discorso vale per competizioni diverse dal campionato, tipo Coppa Italia, col risultato non fondamentalmente importante. Il miglior piazzamento nella  classifica del torneo di pertinenza,  rimane il primario obiettivo delle società e delle squadre.    

Verosimilmente società, poco organizzate, o “sorte” con notevole ritardo, con squadre allestite in poco tempo e  che hanno iniziato la loro preparazione in netto ritardo, rispetto alla  programmazione  inizialmente prevista,  (esempi ce ne sono a iosa!), avranno benefici da questo rinvio.

Purtroppo “dura lex , sed lex”, ma partire con un handicap di stanchezza psicologica, in un torneo ostico e difficile, come la terza serie nazionale, non è cosa buona e giusta.

Comunque questa storia dei ricorsi, ritardi e poche certezze,  suggerisce che bisognerebbe cambiare alcune norme.

Gli interessi che muove il calcio sono notevoli ed anche un ritardo cosi significativo può penalizzare  alcune società e  favorire, anche se non deliberatamente,  altre. Non è tempo di incertezze!

Perché come ha asserito Arrigo Sacchi: “Il calcio è la cosa più importante, delle cose meno importanti.”

E come tale va tutelato!

 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 21 agosto 2018 alle 00:00
Autore: Giuseppe Rita
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