E’ ritornato dalla sua Argentina e il “popolo rossoblù”  è esploso in un urlo liberatorio. E’ ormai, a Potenza, da un anno e mezzo.

E pensare che Leandro, quando arrivò, nel mercato invernale del dicembre 2016, pareva essere uno dei tanti acquisti che si concretizzano più per tacitare la “piazza”, a quel tempo rumoreggiante,  che per permettere l’effettivo salto di qualità alla squadra. Il tempo, ha poi dimostrato, di aver ingaggiato  un giocatore valido tecnicamente, efficace agonisticamente e con caratteristiche umane non comuni.

Voglio rimarcarne anche l’ equilibrio dialettico, con dichiarazioni non banali, ma frutto di autentici convincimenti.  E’ stato l’unico , ad esempio, a sottolineare , che il successo, ultimo, è l’effetto dei sacrifici e dell’abnegazione dell’anno precedente, quando si raggiunse una sofferta e sospirata “salvezza” con un manipolo di giocatori, attraverso enormi difficoltà, dal punto di vista logistico ed economico . Come dire che il “cin cin” di quest’anno,  lo si deve, anche,  al precedente sommelier! Nell’ultima stagione il sudamericano,  ha giocato, per disposizione tattica,  in posizione più arretrata rispetto al passato, ma ha comunque  offerto il suo valido contributo con cross,  a beneficio degli attaccanti, in primis  Carlos França. Ha realizzato   meno gol , ma ha servito più assist! E’ stata una pedina fondamentale  nella “tela di mister Ragno”. E’ nato, nel 1986,  a La Plata, in Argentina,  dove ha iniziato “l’arte  pedatoria”. E’ uno dei giocatori che ha girovagato in più Paesi, basta dire che oltre che in Argentina, sua patria, ha difeso i colori  in compagini  della Svizzera, della Germania, dell’Ecuador , della  Cina,  dell’ Honduras, dell’Italia e San Marino.  Nell’ultima stagione agonistica, conclusasi con la promozione,  ha siglato 7 reti, tutte peraltro di ottima fattura, ma soprattutto con  assist determinanti e vincenti. Leandro  nr. 32 è un calciatore di qualità, difende la palla, punta l’avversario, lo ubriaca, lo scarta, lo supera e pennella dei cross perfetti. Un argentino  che ha  evidenziato di essere in perfetta sintonia, dentro e fuori dal terreno verde, anche, con un brasiliano!

Guaita  ha dimostrato di essere  un calciatore di valore  per il suo danzare sulla corsia destra d’attacco, pare emulare un esperto tanghero che  sfiora, accarezza, modella,  e “trascina” la sua  tanguera, al trionfo.  Il gallone di “vicecapitano” se lo merita! Anche fuori dal campo è diventato il “pupillo” del pubblico, un “beniamino” dei più piccoli. Non si nega a nessuno e col suo sorriso regala emozioni a chiunque gli chieda un autografo o un  selfie. 

La sua consorte Agustina e il piccolo Francy, di 4 anni,  vivono bene nella nostra comunità; chissà che Potenza diventi l’approdo definitivo della famiglia!

Mi piace immaginarlo, presente, nei pensieri di  Papa Francesco, suo connazionale, che, alle cinque della sera di ogni domenica, chieda al suo segretario : “Leo, oggi, ha segnato?”. Non sarà vero,… ma ci voglio credere!

Ben atterrato, Leo!

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 19 luglio 2018 alle 13:17
Autore: Giuseppe Rita
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