Il Potenza. Ricomincia il campionato dopo la lunga sosta natalizia e lo sciopero del campionato indetto dal presidente della Lega Pro Ghirelli con una decisione straordinaria e, come lo scorso anno, il Potenza inciampa in una sconfitta interna.
Potenza-Ternana era il match clou del ventunesimo turno e grazie all’impresa della Cavese che aveva strapazzato a Castellammare di Stabia una irriconoscibile Reggina nell’anticipo di sabato, le prospettive per le inseguitrici più immediate, i rossoblu e il Bari, erano invitanti.
Il calcio però riserva spesso delle sorprese, infatti “la Bari” non è riuscita a vincere a Viterbo anzi, ha rischiato addirittura di uscire sconfitta se un gol di D’Ursi al quarto minuto di recupero non avesse rimesso in pari la gara.
La partita del Viviani doveva anche sfatare l’andamento negativo che ha visto il Potenza non riuscire a battere gli umbri. In una intervista rilasciata a Sportitalia, Campilongo, mister dei blufoncè, aveva commentato il campionato indicando le “Fere” come le uniche vere antagoniste della Reggina e infatti, la squadra di Gallo ha dominato per lunghi tratti gli uomini di Raffaele e seppure le occasioni per segnare il Potenza le abbia avute, pensiamo che il successo sia stato meritato.
Non vogliamo puntare il dito sugli errori del mister o di qualche calciatore, oggi la Ternana è stata più forte, punto. Possiamo disquisire sulla formazione, certo, probabilmente qualcosa di diverso si sarebbe potuto inventare mister Raffaele, magari qualche sostituzione al momento giusto ci sarebbe potuta anche stare, ma dobbiamo dar merito a una compagine che in dieci contro undici ha creduto alla vittoria e l’ha ottenuta. Questa la grande differenza vista oggi in campo.
Il campionato del Potenza resta comunque straordinario al limite dell’over performance ma che potrebbe diventare eccezionale proprio per questo: puntare a superare i propri limiti.

Lo stadio. Non avrei voluto trattare la questione stadio ma l’eco mediatica della presentazione del progetto di massima dell’Ingegner Antonio Santangelo da parte della società rossoblu e del presidente Caiata ha sollevato talmente tante riflessioni in merito che sembra sia diventata l’unica problematica per la città di Potenza.
Da quello che si è potuto capire non è tanto l’idea della Lions Arena e della parte “accessoria” che, comunque, serve per rendere un giusto tornaconto agli investitori, quanto per la decisa indicazione dell’area dove costruire il polo: circa otto ettari di terreno che ospitano i "resti" della Cip-Zoo, una fabbrica di trasformazione carni, in particolar modo suine, che fino a circa cinquanta anni fa ha operato in città.
Ecco il punto: 50 anni fa! Da allora per quell’area c’è stato il nulla. Nessuno ha affrontato i vari problemi legati alla nuova destinazione e a quant’altro necessario per ridare vita a una zona della città che, diciamolo chiaramente, fa gola a molti. Il tentativo dell’Associazione “Un Parco per la Città” iniziato nel 2012 è stata l’unica proposta seria per rivalutare quella zona… certo era un’idea e così è rimasta fino ad oggi; nemmeno la raccolta di firme, poco meno di 12.000, ha scosso dall’immobilismo la classe politica che ha amministrato Potenza. Non c’erano, però, nel 2012 altri progetti in competizione, oggi, invece, quell’idea va a contrapporsi alla novità del polo sportivo. E il dibattito prende vigore con interventi, più o meno pertinenti, di personaggi noti e meno noti che hanno colto l’occasione per riproporsi come influencer.
Di alcuni, mi domando, visto che hanno avuto la possibilità negli anni passati di poter realmente mettere mano alla “questione ex Cip-Zoo” perché non lo abbiano mai fatto e perché dopo 50 anni siano presenti a dibattere sulla destinazione dell’area. Abbiamo scoperto tante qualità nascoste di molti nostri concittadini: ingegneri, botanici, chimici, esperti in esplosivi, pianificatori, ecc. che hanno disquisito e argomentato, ma gli interventi di tecnici qualificati a sostenere l'una o l'altra tesi, fino ad ora, se ne sono contati pochi.
Dopo 50 anni la città aspetta una decisione, anzi merita una decisione: che sia parco, stadio o altro, anche perché di problemi e progetti da affrontare in città ce ne sono molti e, forse, anche più rilevanti nella scala dell'utilità sociale.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 gennaio 2020 alle 00:00
Autore: Rosario Cammarota
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