~~E’questo uno di quei momenti in cui si sente in maniera indifferibile il bisogno di uscire dal silenzio e di  veicolare il proprio pensiero, le proprie sensazioni il proprio disagio e  si avverte la necessità  di sfogarsi.
Apprendere che il rettangolo verde del  Viviani  sarà ridotto rispetto alle misure attuali ed essere realizzato con  misure di 100 metri di lunghezza per 60 di larghezza,  procura turbamento.
Non è possibile che uno stadio storico e di lunga tradizione venga ridimensionato quasi a campo dove si possa, agevolmente, giocare al calciotto.
Non è possibile che  un terreno di gioco che ha visto sudare fior di giocatori , che hanno fatto la storia anche della nazionale negli anni “60/70, venga trasformato in maniera estremamente penalizzante.
Non è possibile apprendere che solo ieri si è riusciti a sapere di questa palese  bruttura  che sta calando,  non solo sugli appassionati rossoblu , ma su tutta la comunità del capoluogo.
Voglio sperare che si sia ancora in tempo per correre ai ripari e per  ripristinare unitamente alle giuste misure, anche il buon  gusto e l’esatta percezione dell’umore popolare.
Sentire poi nei giorni scorsi il vicepresidente del consiglio comunale dichiarare “sarebbe opportuno consentire di svolgere le proprie attività nell’impianto anche alle società di calcio delle categorie inferiori e alle scuole calcio della città” mi delude, considerando che guardava al “dopo” senza tenere conto del “presente”.
Il consigliere, cosi attento alla gestione futuristica del Viviani, è stato però distratto nel verificare che i lavori fossero compiuti in modo da assicurare che non fosse stravolto il “volto” del principale campo sportivo dell’intera regione.
Ma come lui la disattenzione ha contagiato tutti o quasi i consiglieri,  così come  i membri della giunta,  considerato che lo stesso assessore allo sport non ha brillato per comunicazioni relativamente allo stato dei lavori.
Lo stadio non è semplicemente  un luogo asettico, ma per alcuni è una meta non solo domenicale perché  “Non c’è un altro posto del mondo dove l’uomo è più felice che in uno stadio di calcio.” secondo  Camus,  che ha ben interpretato la sensazione di tanti  appassionati sportivi.
Mi sia consentita una digressione personale: io avverto una sensazione di tristezza, oltre ad un vero e proprio malessere fisico per quanto subìto. Mi sento violentato nel pensare che 80 anni e più di tradizione di un” monumento storico” vengano calpestati e degradati per  approssimazione.
Il calcio è anche “sogno”;  perché  impedire  di pensare  di poter  “salire”,   in tempi brevi,  in serie B ed avere un campo di gioco omologato per la categoria, come lo era  in precedenza?
...Bisogna , assolutamente,  risolvere , in positivo, la situazione. ...
Potenza città, gli sportivi , la comunità intera non meritano questa ulteriore mortificazione ed umiliazione. ..POTENZA DEVE RIALZARE LA TESTA e coloro che ci rappresentano devono essere portavoci di questo disagio!
A tutto c’ è rimedio
….Intenda chi deve intendere!

In FOTO: formazione della serie B al Viviani.
 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 21 settembre 2016 alle 13:39
Autore: Giuseppe Rita
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