Il mondo del calcio è particolare. E’ un universo tutto speciale dove ciò che, in un altro contesto,  apparirebbe singolare e atipico, qui  invece è la normalità assoluta. Si vedono, spesso,  giocatori di buone qualità e di ottime prospettive future, lasciare una categoria, optando per una inferiore.  Ciò è  usuale, nel mondo del “pallone”.

Soprattutto in questo periodo di “abbondanza”, si  vedono molti i giocatori  rimasti “liberi”, poiché privi di contratto nella loro divisione,  che si propongono, in quella minore,  pur di non restare fermi nella stagione, appena iniziata.   

Vada bene se  questa scelta venga operata da giocatori ultratrentacinquenni, a fine carriera o quasi,  ma non  si comprende per atleti under 30,  che hanno ( o dovrebbero avere!) ancora  davanti, un “domani” di speranze e di aspettative.

Ed una età che dovrebbe garantire, ancora ampi margini di sviluppo e di miglioramento. La vita è fatta di aspirazioni e di ambizioni, ma alcune volte  per un contratto si abdica  alla possibilità di sognare e quantomeno di illudersi piacevolmente. Sperare di fare il salto di qualità, di giocare in tornei “importanti”, di emulare le gesta dei propri idoli e dei punti di riferimento dell’adolescenza!

Spesso  la giustificazione per motivare dette scelte è dichiarare che  si accettano,  serie inferiori, trattandosi di società con  programmi ambiziosi e con buone prospettive future o meglio di “piazze” blasonate, ma momentaneamente decadute.

Se la preferenza avvenga per proprio convincimento o sia dettata da strategia  del procuratore è un elemento ininfluente.  

Si potrebbe  giustificare, eventualmente,  questa decisione,  che appare a prima vista  non avveduta, se fosse l’ultima spiaggia o l’estrema possibilità di “rientrare in gioco”. Retrocedere deliberatamente nelle categorie  inferiori, rispetto a quelle conquistate, in alcuni casi,  con caparbietà e con enormi sacrifici,  è una decisione non di poco conto, che sarà costata notti insonni e pensieri tambureggianti agli interessati.

E poi, c’è un elemento  importante e  non secondario:“sbagliare” la “stagione” in una serie superiore ci può stare, fallire in una categoria inferiore non darebbe attenuanti e potrebbe pregiudicare l’avvenire della carriera!  

Invece è più che giustificata l’opzione di giocatori,  tipo il capitano rossoblù della scorsa stagione  che, non più giovanissimo e non avendo, probabilmente,  trovato idonea sistemazione nella serie di competenza,  ha deciso  di “spostarsi” in Eccellenza pugliese, torneo, peraltro,  tecnicamente valido, assicurandosi, presumibilmente,  un contratto intrigante.  Quindi  rincorrere  l’indicazione  del “va dove ti porta il cuore” non è spesso praticabile, ma è giusto seguire  la direzione del “va dove ti porta il contratto”. Sia chiaro che qualunque sia la scelta compiuta, non va criticata, ma deve essere giustificata e capita!

Mai pentirsi, comunque,  delle scelte effettuate!

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 04 ottobre 2018 alle 00:06
Autore: Giuseppe Rita
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