E’ periodo di calcio mercato, o quasi. A far data dal 1° luglio prossimo si aprirà ufficialmente il trasferimento giocatori da una squadra all’altra. Molti, come al solito, saranno quelli che cambieranno casacca e,  alcune volte,  andranno a rinforzare dirette concorrenti. Mentre, in altri casi, ci saranno giocatori che, allettati da ingaggi interessanti, scenderanno anche di categoria.

Per alcuni calciatori il parametro di riferimento per accettare il rinnovo di contratto ovvero per cambiare squadra è l’importo dell’ingaggio. Per altri, invece, è la qualità della vita della città ad essere la discriminante decisiva, per la scelta.

Quasi certamente, uno dei giocatori che lascerà i rossoblù,  è Leandro Guaita.

Verosimilmente il divorzio non avverrà per questioni di soldi, ma per incomprensioni che hanno segnato un solco profondo fra il giocatore e la presidenza.

In alcune occasioni, spesso, l’orgoglio è mal consigliere e non fa effettuare  quei primi passi necessari per arrivare ad un significativo chiarimento.

Il buon Leo ha sempre dichiarato e dimostrato con i fatti,  di  sentirsi parte integrante della città e dei colori rossoblù, per cui nulla gli avrebbe fatto cambiare “piazza”. Anche negli anni passati aveva rifiutato ingaggi importanti pur di rimanere a Potenza e col Potenza. A far pesare sulla decisione di restare era anche la moglie Agustina che ha instaurato un feeling empatico con la comunità che la ospita e il suo piccolo figlio   Francis,  che “sente”  Potenza, come la sua città, anche per gli amichetti conosciuti.

Sono del parere  che l’ottimo Caiata abbia fatto di tutto per trattenere l’argentino , ma probabilmente  equilibri di budget, unitamente ad equivoci di comunicazione, potrebbero essere  alla base della separazione.

L’amarezza di  Leo per non sentirsi particolarmente apprezzato e non  essere considerato  uno dei cardini su cui impostare la nuova annata agonistica,  fa specie per un giocatore che ha dato tanto, per la causa rossoblù,  nella stagione appena conclusa e in quella dell’anno precedente. Senza contare, il notevole apporto dell’argentino, principalmente, nell’ultimo anno  di gestione del duo Vagone-Vertolomo, quando Guaita con i suoi gol ed i suoi preziosi assist,  consentì ala squadra di salvarsi,  da una retrocessione ingloriosa.

Era arrivato solo nel dicembre 2016  ed in cinque  mesi di militanza, diede la “scossa” positiva  alla squadra  di mister Biagioni. E pensare che in quel periodo viaggiava tutti i giorni da Salerno (220 km, A.R.). Nella querelle Guaita/Potenzacalcio “alea iacta est”, cioè  il dado è tratto. Al momento sembra impossibile una ricomposizione fra le parti. L’unica possibilità è  che  a mente fredda, dopo valutazione dei pro e dei contro, Leandro  si convinca a desistere da una decisione che sembra ineluttabile.

Solo il pensare di vivere  col  rimpianto di non aver  fatto tutto il possibile ed oltre, per  “ rerum cognoscere causas ”,  conoscere la causa delle cose,  potrebbe suggerire altre decisioni, con la permanenza in rossoblù.  

Chissà, la speranza è l’ultima a morire!

 

Sezione: Editoriale / Data: Mar 18 giugno 2019 alle 00:14
Autore: Giuseppe Rita
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