Il giorno della vigilia, nell’avvicinamento ad un grande evento, è sempre carico di grandi attese. Ansie che si mescolano a sentimenti di forte eccitazione. Aspirazioni che si fondono a preoccupazioni, più o meno motivate. Pensieri che si affollano insieme a speranze a lungo coltivate. L’elenco sarebbe lungo da declinare ma ciò che è certo è che, quanto precedentemente elencato, sia vero a maggior ragione quando a principiare è una kermesse come il “Giro d’Italia”. Questa manifestazione, organizzata dalla “Gazzetta dello Sport” ormai da quasi un secolo, infatti, è solita lastricare gioiosamente di rosa le strade di tutto il Paese, riuscendo nell’impresa straordinaria di unirlo in un solidale abbraccio, in nome dello sport. Forse qualcuno avrà da obiettare alla mia prossima, umile opinione ma ritengo, con convinzione, che nessuna manifestazione sportiva riesca a mettere insieme il Paese come il Giro. Neanche la Nazionale di calcio, che tante volte divide lo Stivale. Si è soliti dire, infatti, che la nostra è una Nazione in cui tutti sono commissari tecnici. Non di meno, bisogna considerare che il campanilismo dettato dal tifo per le squadre di club gioca spesso un ruolo non poco rilevante nel creare dissidi tra i tifosi. Il Giro d’Italia, invece, mette d’accordo tutti. E’ il pregio di uno sport meraviglioso. E’ la magia del ciclismo.

Quello che sta per cominciare sarà, soprattutto,  il Giro d’Italia di Domenico Pozzovivo. O, per lo meno, questo è l’augurio che si fanno tutti gli appassionati lucani di ciclismo. La lista compilata dai maggiori organi di stampa, specializzata e non, ha trascurato un po’ il suo nome nell'elenco dei favoritissimi che possono giungere a Torino alzando al cielo il leggendario Trofeo Senza Fine. Eppure, questa sarà una corsa importantissima, decisiva per la sua carriera. Ci dirà, allo stato attuale, chi è Pozzovivo. Un campione ormai giunto nella fase discendente della sua parabola agonistica o un uomo da alta classifica? Io credo che la risposta sia nella sua testa e nel suo cuore, più che nelle sue gambe. Innanzitutto, il grimpeur di Montalbano Jonico dovrà dimostrare di aver assorbito, soprattutto psicologicamente, il terribile incidente in cui è incorso nell’ultima edizione della corsa rosa. In secondo luogo, dovrà dimostrare di avere ancora l’orgoglio e la grinta del fuoriclasse vero. La fierezza tipica del lucano. La forza di un popolo che si è saputo distinguere sempre per la propria tenacia, soprattutto in difesa della propria terra. Prova ne sono gli ormai epici moti di Scanzano o le ultime consultazioni referendarie, in controtendenza con un Paese apparentemente anestetizzato. Ma questa è un’altra storia e la lasciamo raccontare a chi di dovere. Noi, su TuttoPotenza.com, proveremo a raccontare una grande storia. Quella di un “grande Giro”, come canta Paolo Belli. Quella di un campionissimo: vai, Domenico!

Sezione: Succede in Basilicata... / Data: Gio 05 maggio 2016 alle 11:15
Autore: Carmine Viggiano
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