Alla fine si è sciolto anche lui. Francesco Modesto, classe ’78, pugliese di Bitonto, è stato espressamente voluto da Nevio Orlandi, come suo secondo. I due si conoscevano già quando Modesto faceva il calciatore a Potenza, stagione 96/97 (15 partite), e Orlandi era l’allenatore di una squadra giovane ed efficace.

In Basilicata Modesto c’è stato anche l’anno successivo, quando da titolare giocò 26 partite. Poi quando il tecnico è stato chiamato dalla Vibonese, ha subito fatto il suo nome come vice allenatore. Un ruolo delicato, quello di Modesto, utile e prezioso dal punto di vista tecnico e anche umano.

Di lui si ricordano soprattutto le urla dalla tribuna e i continui “viaggi” dagli spalti verso la panchina. Ma anche il rispetto che ha saputo portare verso tutti, oltre la scrupolosità e la competenza sul lavoro. Dietro le quinte un operato prezioso per il tecnico in seconda rossoblù, che adesso andiamo a conoscere meglio, partendo dalla fine, ossia da quell’ab - braccio con Orlandi a fine gara. «Quel gesto secondo me è l’immagine più bella della stagione. Racchiude i sacrifici compiuti da tutti noi. Ci siamo stretti in un abbraccio di gioia, abbiamo liberato la nostra felicità per aver centrato un traguardo storico per la Vibonese ed anche per aver compiuto una grande impresa».

Il televideo – E qui scatta subito l’aneddoto. «Quando mister Orlandi mi contattò per dirmi che era sul punto di chiudere con la Vibonese e che avrebbe voluto portarmi con sé, io gli chiesi quali erano gli obiettivi della società. Lui mi rispose che la Vibonese voleva vincere il campionato ed io, di rimando, subito esclamai: “Andiamoci” ma non avevo la minima idea del distacco in classifica. Così, subito dopo aver chiuso la telefonata, accesi la tv e trovai la pagina del Televideo per vedere la graduatoria: eravamo a -12 e mi venne subito da pensare: “il mister è un pazzo”! Ma ormai avevamo accettato». Da qui è partito tutto, allora, con una rincorsa che si è concretizzata al Granillo.

L’Intesa – Nevio Orlandi e Francesco Modesto si sono conosciuti a Potenza nel 1996. Il primo allenava, il secondo giocava. «Si è instaurato subito un rapporto speciale, che poi è continuato negli anni. Quando lui era al Vittoria, ed io ancora giocavo, mi mandò a visionare un paio di partite di play off ed io gli feci apposite relazioni in merito. Lì compresi che lui aveva molta stima nei miei confronti, umanamente e a livello calcistico. E si consideri che da calciatore ero una testa calda! Poi mi ha seguito anche quando ho allenato in Eccellenza a Bitonto. Dovevano andare assieme a Chieti, ma poi tutto è sfumato. Questa di Vibo è la prima avventura assieme ».

Il mister – Per il trainer in seconda della Vibonese, mister Orlandi ha diversi pregi. «Intanto è uno che non vende fumo, dedito al lavoro. Inoltre è molto corretto e per quanto riguarda l’aspetto lavorativo è anche rispettoso dei ruoli. Da parte sua mai un’invasio - ne di campo. Mi ha dato carta bianca, mi ha fatto lavorare con estrema tranquillità ed ha fatto sentire importante me e tutto il gruppo di lavoro. E questo è il massimo per chi svolge un preciso compito in uno staff tecnico». Al riguardo mister Modesto intende rivolgere un pensiero pure a Salvatore Periti e Morris Consiglio, preparatore dei portieri e atletico della Vibonese: «Con loro si è lavorato in piena simbiosi, facendo gruppo all’inter - no del nostro spogliatoio. Sono stati dei colleghi eccezionali. Abbiamo fatto gruppo nel gruppo e fra le altre cose abbiamo insistito e lavorato molto sugli under, per la loro crescita».

La disponibilità – C’è un altro aspetto che il collaboratore tecnico rossoblù intende evidenziare. «Subentrare in corsa non è mai facile. Fin da subito, però, da parte di ogni calciatore vi è stata massima disponibilità. Tutti hanno fatto ciò che dovevano, rispondendo sempre alle sollecitazioni dello staff tecnico. Anche per questo si è riusciti a compiere una gran bella impresa».

Il compito – Il lavoro di un trainer in seconda può essere variegato. Nel caso di Francesco Modesto ci sono stati dei compiti specifici. Lui ha lavorato tantissimo sulla fase difensiva. Allo stesso tempo si è sciroppato un bel po’ di video, con l’incombenza di far rivedere ai calciatori rossoblù ciò che si è sbagliato. «Questo è un compito anche antipatico, perché devi andare a dire ad un giocatore dove ha commesso l’errore e perché, ma allo stesso tempo questo lavoro serve per migliorare e per non commettere più lo stesso sbaglio. So bene di essere stato spesso sulle scatole a qualcuno per questo (dice ridendo mister Modesto, ndr) ma si cresce pure in questo modo ». Si diceva, poi, dei suoi viaggi dagli spalti alla panchina. Ecco il motivo: «Abbiamo preso assieme a mister Orlandi questa decisione. Io guardo la gara dall’alto, dove si vedono meglio certi movimenti. Si ha una prospettiva diversa. E quindi riferisco ciò che vedo».

Le ultime fatiche – Domenica si gioca con il Potenza per la fase relativa allo scudetto dilettanti. «Non bisogna mollare – così Francesco Modesto – per chiudere bene la stagione. Siamo stanchi, ma siccome queste gare bisogna comunque giocarle, tanto vale farlo in maniera positiva. Magari queste sfide possono anche essere da stimolo per chi finora ha giocato di meno. E comunque rappresentano un altro passaggio obbligato se si vuole proseguire con la mentalità vincente».

Sezione: Gli ex rossoblu / Data: Sab 19 maggio 2018 alle 13:57 / Fonte: notiziariocalcio.com
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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