Quando nel 1961 tra Casertana e Potenza era in palio la promozione in serie C
Campionato di serie D 1960-1961, trentunesima giornata ed appena tre gare alla fine. Casertana e Potenza arrivano appaiate alla sfida che valore il primato assoluto nel girone. Decisamente più lontane in graduatoria l’Acquapozzillo Acireale (terzo posto, tredici lunghezze di svantaggio) e Juve Stabia (alla quarta piazza, dietro quindici punti). Quella tra falchetti e lucani in programma il 14 maggio 1961 è una partita che vale l’intero campionato. Di fronte la squadra di Notti e quella di Giunchi: al “Pinto” sono presenti ben quindicimila spettatori a cui aggiungere circa trecento militari appollaiati sul tetto della “Ferrari Orsi”.
Un “viaggio” indietro nel tempo lungo cinquantotto anni ed ancora tanti interrogativi da sciogliere. Due squadre di fronte a giocarsi un intero campionato a poche giornate dalla fine davanti ad un “Pinto” stracolmo. Un rigore “strano” concesso ai favori dei lucani che, di fatto, segnò, oltre che la vittoria, anche la promozione in C del Potenza.
In quel caldo pomeriggio di metà maggio tra i pali della Casertana c’era Romano Piccolo. Portiere di calcio, poi fondatore della Juve Caserta, allenatore di basket, giornalista, scrittore classe 1938: un insieme di meravigliose esperienze per lui che, comunque, non gli hanno fatto dimenticare quel “Casertana-Potenza”.
“Nonostante siano passati tutti questi anni ricordo benissimo quell’incontro dato che per me è stata la partita di tutta la vita. Il ritiro a Casertavecchia, le visite del presidente Iaselli e del segretario Russo – le parole d’esordio dell’ex estremo difensore rossoblù – Il fischio d’inizio era alle sedici, ma già a mezzogiorno non c’era più posto allo stadio Pinto. Mia moglie arrivò in tribuna all’una e mezza e non riuscì in alcun modo a sedersi“.
Partitissima col Potenza che si presentava difficile già alla vigilia. “Avevamo Traversa fuori per infortunio già da qualche settimana e per noi era una assenza importantissima, dato che sono certo che con lui in campo non avremmo mai perso. Nella settimana antecedente la gara col Potenza si fece anche male Chiariello alle prese con uno stiramento. Il nostro allenatore Notti, comunque, non volle rinunciare a lui. Gli praticarono una fasciatura poco prima della gara m
andandolo ugualmente in campo. Fatto sta che dopo un quarto d’ora ci ritrovammo a giocare praticamente in dieci con Chiariello in campo solo per onor di firma. E all’epoca non erano previste le sostituzioni“.
Poco dopo la mezz’ora l’episodio che decide tutto: non solo la partita ma anche l’intero campionato. “Arriva questo traversone dalla destra e sono pronto ad uscire. Ad anticiparmi fu Settembrino. Troppo netto il tocco di mano in area per poter sfuggire al direttore di gara Torcini di Firenze. Rigore netto ed anche giusto. Settembrino giocava in quella occasione al posto di Traversa. Un motivo in più che mi fa pensare che con Traversa in campo non saremmo mai usciti sconfitti in quella partita“.
Il calciatore salernitano fu accusato a fine gara di aver provocato volontariamente il rigore in favore del Potenza. Settembrino, sei anni prima, era stato già coinvolto con altri compagni di squadra della Pro Patria in una “combine” relativa alla gara di serie A con l’Udinese. La sua collaborazione con la Giustizia sportiva gli aveva permesso di rimediare una squalifica di sei mesi. “Difesi Settembrino da tutti – continua Romano Piccolo – A distanza di qualche tempo, però, subentrò qualche dubbio. Ma ormai il campionato l’avevamo perso“.
Palla sul dischetto dove si presenta il lucano Ferulli. “Notti lasciò la panchina e venne dietro la porta invitandomi a non muovermi sino all’ultimo istante. Ero convinto di buttarmi a sinistra e così feci. Probabilmente se mi fossi mosso un attimo prima ci sarei arrivato. L’angolo era quello giusto. Qualche anno dopo ritrovai Ferulli in un torneo estivo in Irpinia ed anche in quel caso ci fu un rigore. Le cose andarono diversamente e parai la massima punizione. Ma non era quella che contava un campionato“.
La Casertana, comunque, non brillò col Potenza. “I lucani guidati in panchina da Giunchi si dimostrarono forti sia fisicamente che t
atticamente. Il rigore sbloccò il risultato, ma il Potenza ebbe almeno un altro paio di occasioni con Lenuzza e Ferulli per raddoppiare. In una di queste sfoderai la più bella parata della mia carriera. Notti sbagliò qualcosa sotto il profilo tattico. Si affidò al vecchio sistema che ormai stava lasciando spazio a più moderni schieramenti di gioco. Sotto questo aspetto era un nostalgico. La delusione del risultato fu enorme per tutti, a cominciare dal nostro presidente“.
Da ricordare, in negativo, la “baraonda” finale. “Ci fu un po’ di movimento – sorride Romano Piccolo – Probabilmente anche io sferrai un pugno a Rosito, ma proprio questo non lo ricordo perfettamente“.
Dopo aver lasciato la Casertana nella stagione 1962-1963 qualche esperienza sempre in Campania prima di concentrarsi definitivamente sulla pallacanestro. “Nell’estate del 1963 fui la prima cessione dell’epoca Moccia. Mio fratello Santino già faceva parte della dirigenza, ed il Cavaliere non voleva situazioni di nepotismo all’interno della società“.
L’ultima volta al “Pinto” risale a tantissimi anni fa. La prima gara in serie B con la Reggiana nel 1991. “Insieme a Santino che era molto più appassionato di calcio rispetto a me. Poi non c’è stata più occasione“.
Serie D 1960-1961 – 31a giornata – 14.05.1961
CASERTANA – POTENZA 0-1
Casertana: Piccolo, Repetto, Bigoni, Riti, Bigazzi, Settembrino, Nedi, Chiariello, Traini, Sgorlon, Rigolassi. All. Notti
Potenza: Masiero, Mascia, Santoni, Quaiattini, Mascella, Nesti, Ferulli, Camozzi, Lenuzza, Campagnoli, Rosito. All. Giunchi
Arbitro: Torcini di Firenze
Rete: Ferulli (P) 36’ su rigore
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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