La stangata che ti ‘uccide’. Se state ancora discutendo del calcio d’angolo inesistente assegnato alla Feralpi a conclusione di un atteggiamento arbitrale discutibile o state litigando nei bar per attaccare o difendere mister Auteri sulla gestione della partita, sappiate che purtroppo state perdendo tempo. E non soltanto perché indietro non si torna, ma perché l’amarezza del dopo gara di Floriano Noto, con dichiarazioni sicuramente pesanti ma forse dettate da uno stato d’animo da tifoso e presidente ferito, hanno squarciato il cielo. E adesso piove. Anzi, diluvia. L’inibizione inflitta al presidente per un anno è una vergogna assoluta, figlia di motivazioni gonfiate che descrivono il numero uno del sodalizio giallorosso come un soggetto capace di “vincere la resistenza degli agenti”. Volevamo ringraziare arbitro, commissario di campo, Lega e giudice sportivo per averci fatto sapere di avere un delinquente per presidente. Ci viene da dire: per farla completa avreste potuto dasparlo come qualcun altro ha daspato 37 ultras a Catania per un vetro rotto da una “manata” in stile esultanza da gol. E’ chiaro, a questo punto, che se le dichiarazioni di Noto nel dopo gara non ci sono piaciute per diversi motivi, è altrettanto chiaro che dopo la sentenza di ieri ci attanaglia un senso di ingiustizia ed impotenza davanti ad una motivazione assurda che di fatto costringe il presidente a stravolgere una programmazione societaria e tecnica che era cominciata già nella mattina di ieri. E invece poi , voi potenti del calcio, avete mandato in onda la puntata numero 2 di una fiction horror: avete umiliato e defraudato il presidente e il direttore sportivo, due signori. E non finisce qui. Perché la batosta è stata troppo grande, il magone in gola ha portato presidente e lavoratori della sede sociale a buttar giù qualche lacrima soprattutto quando Noto avrebbe detto, e avrebbe ripetuto, “se non mi tolgono la squalifica, lascio la squadra”. E a quanto pare non è stato un attimo di sconforto e basta, ma un pensiero che ha martellato anima e cuore del presidente che dal tavolo della programmazione tecnica è passato a quello della preparazione del ricorso che “dovrà eliminare l’intero anno di squalifica altrimenti lascio la squadra perché non posso dirigerla e non intendo mettere un’altra figura che mi sostituisca perché il Catanzaro è una mia creatura forgiata con la passione di un tifoso e l’impegno di un imprenditore”. Ma se questa storia dovesse andare avanti e se Noto dovesse lasciare il Catanzaro rigettandolo in estati caldissime alla ricerca di un nuovo presidente, sappiano dai piani alti che ci avranno ucciso per l’ennesima volta ma stavolta non ci stiamo. Al presidente chiederemo perché (se lo vorrà), ci faremo dire ogni cosa per prendere consapevolezza – e toglierci ogni dubbio - che la sua eventuale scelta definitiva è figlia di un sistema che non puoi combattere dall’interno. In quel caso gli staremo vicino, non lo abbandonerà questa città e questa tifoseria. Mai. Mai. Mai. Voi , invece, avrete una città contro questo calcio pilotato che ci ha buttato fuori ai tempi di Albano e oggi vuole scrivere un’altra pagina del libro della vergogna. Noto starebbe pensando di lasciare la squadra, noi non ve lo perdoneremo mai e i fatti di domani e le mosse del presidente ci faranno capire per sempre da quale parte dovremo stare anche se un’idea chiara ce l’abbiamo già. Volete uccidere il Catanzaro? Allora ucciderete una città intera, coscienza vostra. Lotteremo per una verità che potrebbe scoperchiare il teatrino dei burattini. Adesso con voi vogliamo fare un gioco: ‘obblighi’ o verità? Verità!

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 24 maggio 2019 alle 13:00 / Fonte: catanzaroinforma.it
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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