“Parte un lancio di Magli verso Pandolini; Egisto scatta, tra lui ed il portiere c’è solo Carlo Parola. L’attaccante sente di potercela fare, ma il difensore non gli dà il tempo di agire. Uno stacco imperioso, un volo in cielo, una respinta in uno stile unico. Un’ovazione accompagna la prodezza di Parola…”

Queste le parole del fotografo Corrado Bianchi che si trova lì a due passi.  E’ l’ottantesimo minuto di Fiorentina-Juventus, quando, grazie a un tempismo e un gioco di prospettive perfetti, Bianchi immortala un’acrobazia che si avvicina alla perfezione. Il fotografo venderà quello scatto a un giornale locale per poche migliaia di lire, inconsapevole del fatto che l’immagine che aveva tra le mani resterà intessuta in una rete senza tempo a cui ancora oggi i calciofili fanno riferimento.

E il bello è che fu una respinta! Si, perché quella magica rovesciata di Carlo Parola non fu un gol e nemmeno un tiro, ma una spazzata in gran stile. Una spazzata così esemplare che che il signor Panini decide di rendere eterna piazzandola sulla copertina del celeberrimmo e omonimo album di figurine, copertina sulla quale si trova ancora oggi, da ormai più di 50 anni.

Un gesto atletico perfetto, di quelli che di solito restano nella storia quando la palla si insacca in rete, una di quelle azioni che ora non ci stancheremmo di rivedere su YouTube. E anche se forse non tutti sapevano chi fu il fautore di quella splendida rovesciata e pochi avranno avuto la fortuna di veder il video dell’azione, è comunque affascinante pensare che per una volta la gloria eterna di quella che si è consacrata come la rovesciata più famosa del calcio italiano, non è andata a un gol da cineteca firmato da un bomber di razza, ma piuttosto a un pallone respinto da un difensore.

Carlo parola quel pallone lo respinse con il cuore, l’istinto e i muscoli, piuttosto che con un tocco di fino, seppur con una tecnica perfetta che gli varrà il soprannome di “Signor Rovesciata”.

Dopo una breve parentesi da ciclista, Parola, la sua “bicicletta”, decide di portarla sul rettangolo verde. Inizia a Cuneo, cambia varie squadre fino ad arrivare alla compagine del Dopolavoro Fiat, dove guadagna diciotto lire al mese. Parola sta bene, ha un lavoro, una squadra e una paga che gli permette di comprarsi il pacchetto giornaliero di sigarette Gauloises. Quel che gli basta.

Ma nel 1939 arriva la Juventus. E l’offerta non si può rifiutare: 750 lire al mese e il coronamento di un sogno, quello di indossare i colori bianconeri.

Nuccio Gauloises, come lo soprannominò il giornalista Giovanni Arpino, giocherà con la maglia bianconera 334 partite segnando dieci reti. Libero o stopper, come si diceva qualche anmo fa; forte fisicamente, duttile, ma anche dotato di una buona tecnica. Dieci anche le presenze con la Nazionale e la curiosa partecipazione,come unico italiano, nel 1946 alla sfida tra Gran Bretagna e Resto d’Europa con una prestazione degna di nota che attirò l’attenzione di alcuni grandi club oltremanica. Parola verrà poi ceduto alla Lazio, dove finirà la sua carriera da calciatore, quella d’allenatore gli regalerà meno soddisfazioni.

La storia della rovesciata non finisce qui, come riporta La Gazzetta dello Sport, nel 1983 Giampiero Boniperti, amico di Nuccio, si impone con la Panini e fa riconoscere un premio da 100 milioni di lire al 62enne Parola in difficoltà economiche. Nel nel 1997 la rovesciata di Parola la ritroviamo anche sulla copertina dell’album “La dura legge del gol!” degli 883, con il volto del calciatore sostituito da quello di Max Pezzali.

La bellezza del  gesto tecnico di França è simile a quella di parola ed è esaltata da una concatenazione romantica e per certi versi casuale di alcuni eventi... anche la rovesciata del giocatore brasiliano del Potenza rimarrà da adesso in poi immortale...

 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 16 ottobre 2017 alle 21:42
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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