Come riportato da TuttoMercatoWeb.com, il presidente della FIGC ha parlato a Sky Sport 24 del suo operato e della sua elezione: "Il 97,20% rappresenta una percentuale altissima, un riferimento di unità e un'esigenza che tutte le componenti hanno voluto consolidare in una percentuale così alta, sottolineando l'esigenza di una riforma del calcio italiano. Ho la responsabilità di rispondere a un compito assegnato con una percentuale così alta, e la consapevolezza di dover dare delle risposte concrete".

 

Che federazione ha trovato?

"In una fase di depressione, contaminata da tutto l'ambiente del calcio e dello sport. Mi riferisco a una componente straordinaria, quella dei tifosi: senza più riferimenti, perché il commissariamento è la certificazione di un fallimento. Quel 97,20% rappresenta un entusiasmo che dobbiamo coltivare".

 

Cosa salva delle gestioni precedenti?

"Non sono abituato a buttare mai nulla, tutto ciò che appartiene al passato è un'esperienza straordinaria. Il commissario ha commesso degli errori, ma gli va dato atto che in questi mesi ha messo insieme una federazione spaccata. Penso che sia stato un atto doveroso da parte del CONI, che non ha annullato gli effetti positivi della presidenza Tavecchio, soprattutto in politica internazionale. Rispetto gli uomini, bisogna rispettare chi lavora, prendendo spunto dalle loro esperienze dobbiamo rilanciare il mondo del calcio".

 

La mancata qualificazione a Russia 2018 è il momento più basso del calcio italiano. Come ha vissuto questo momento?

"Malissimo, come tutti gli italiani. Da questo momento storico negativo dobbiamo prendere spunto per tracciare insieme un nuovo percorso di rilancio. Siamo riusciti a concentrare in questi 50 giorni l'entusiasmo, dobbiamo rinforzarlo coi risultati che devono seguire alcune idee e progetti. Dobbiamo confidare in un percorso virtuoso che porti a un'esaltazione del calcio italiano".

 

Quanto è importante arrivare bene a Euro2020?

"Noi dobbiamo puntare a questo risultato per tante ragioni, io considero il girone alla portata, forse complicato dal calendario ma sappiamo benissimo che siamo l'Italia. L'Italia deve riconquistare quel ruolo centrale nel panorama del calcio internazionale: il risultato sportivo aiuta a stare meglio e a vivere con maggiore serenità il percorso di riforma che dobbiamo attuare".

 

Siamo alla ricerca del talento che spesso abbiamo avuto in passato. Come può contribuire la FIGC?

"Sono stato sempre un accanito sostenitore del fatto che in Italia il talento esista, come in qualunque parte del mondo. Il problema è scovarlo e trasformarlo in campione. Ci serve formazione, con formatori altamente qualificati. Dobbiamo lavorare sulle accademie: pensare di avere come fiore all'occhiello solo i centri federali, ma non possiamo usarli non per fare formazione. Puntiamo tutto sulla creazione della tecnica sportiva, forse ci dobbiamo anche preoccupare del futuro dei nostri ragazzi. Ci vuole la scuola e ci vuole un'accademia che li aiuti a studiare, oltre che giocare a calcio".

 

Come dovrebbe funzionare questa accademia?

"Il centro federale è un'istituzione territoriale, in Italia ne abbiamo già 50 e ne sono in programmazione 20-25. La mia proposta è di fermarsi a 50, penso che siano già tanti se pensiamo che nel modello francese ce ne sono 39. Poi ve ne sono alcuni di eccellenza, penso a Clairefontaine della Francia. È un modello da applicare: in Francia negli anni '70 c'è stato grande scetticismo, dobbiamo vincerlo e portare avanti questo progetto".

 

Quanto è importante il movimento Under 21?

"Gli eventi sono un test importante, che aiuta a maturare e formare. Organizzare l'Europeo è una cosa straordinario, la Federazione è impegnata in questo e sta crescendo tantissimo, sta dando risposte positive. Poi c'è la mia grande scommessa, quella di puntare all'organizzazione di Euro2028. Va dato merito al nostro sistema di essere pronto a ogni chiamata alle armi per organizzare questi eventi. Un europeo under 21 organizzato in Italia è un evento da non perdere, oltre a non centrare questo obiettivo dal 2004 è un evento che permette di poter accedere alle Olimpiadi, altro evento da non mancare".

 

Euro2028, a che punto è la candidatura?

"È complicato convincere alcune autorità, politiche e non solo, a condividere questo percorso. Però dobbiamo fare tutti insieme questo percorso, non ci possiamo limitare a denunciare una gravissima crisi infrastrutturale e poi non cogliere un evento che potrebbe mettere insieme tutte le nostre energie per rilanciare le nostre strutture sportive".

 

La proposta di ridurre il numero di squadre?

"Sono partito da una valutazione oggettiva. Ci sono problematiche legate al numero delle squadre professionistiche. Io ho proposto qualcosa di diverso, legato alla sostenibilità: non possiamo avere più di 40 squadre professionistiche, di A e di B. Ho proposto al governo la disciplina del semi-professionismo, che potrebbe riguardare non solo la Lega Pro ma anche il calcio femminile, il basket, il volley, il tennis. Non possiamo pensare a un mondo professionistico e a un mondo dilettantistico senza questi canoni. Il semi-professionismo garantirebbe i diritti del professionismo coi vantaggi fiscali del dilettantismo, con l'impegno di investire questo vantaggio in strutture e settori giovanili".

 

A proposito del calcio femminile. Perché bisogna fermarsi al semi-professionismo?

"È un problema di sostenibilità, è un movimento in ascesa e dobbiamo fare sì che continui. Il semiprofessionismo garantirebbe tutela senza far venire meno i vantaggi fiscali".

 

Sarebbe solo un momento di passaggio?

"Per sempre non lo direi. Sicuramente non vedo la differenza tra professionismo e semiprofessionismo sotto il profilo di tutela dei diritti. Abbiamo oggi grandissimi problemi legati alla sostenibilità: io conosco bene il mondo della C e del dilettantismo, non possiamo pensare di gravare ulteriormente".

 

Quanto sono importanti gli stadi di proprietà?

"Abbiamo predisposto un programma relativo alle infrastrutture. Sicuramente, più che al titolo di proprietà o meno, penso che abbiamo bisogno di stadi nuovi e accoglienti. Pensare di migliorare il nostro brand con strutture non adeguate è come un cane che si morde la coda. Dobbiamo lavorare intensamente, la federazione ha questo compito. Il tavolo di riforma dell'impiantistica prevede la partecipazione di tre enti importanti: Associazione Nazionale Comuni Italiani, Istituto Credito Sportivo e Cassa Depositi e Prestiti. Dobbiamo mettere in moto tutti i meccanismi possibili perché questo percorso possa essere fatto e le società possano procedere dritte alla meta".

 

Come evitare casi di fallimento e dissesto?

"Dobbiamo rendere il nostro sistema credibile a livello economico, al momento non lo è sotto il profilo della gestione economica. Il 18 dicembre, per la prima volta nella storia del calcio italiano, le licenze nazionali saranno pubblicate ufficialmente, quindi tutte le società avranno la possibilità di conoscere l'entità dei nuovi indicatori per entrare a far parte di questo mondo. Potranno lavorare perché ci sia certezza nell'applicazione dei criteri e dei riferimenti. Sembra una sorta di penalizzazione in capo alle società, in realtà non siamo organismi deputati a punirle, ma dobbiamo curare la competitività, far capire che alcune norme vanno incontro alle società. Se a tutti consentiamo di rinviare il momento in cui si affronta il problema creiamo danni sia all'imprenditore che alla competizione sportiva".

 

Di recente abbiamo visto casi di proprietà di dubbia provenienza.

"Stiamo lavorando sull'istituzione di un casellario di onorabilità: già esiste, ma lo vogliamo rafforzare. Lo vogliamo più ampio, che comprenda più reati. Questo è un primo passaggio, poi vogliamo prevedere una sorta di lettera di patronage da parte di istituti bancari relativi all'affidabilità e alla qualità dei nostri imprenditori".

 

Sulla giustizia sportiva, come ha vissuto l'estate più brutta da questo punto di vista?

"Io l'ho vissuta malissimo, perché ho definito quei provvedimenti una violenza costante all'applicazione corretta delle norme. Ho tentato in tutti i modi di oppormi, con grande convinzione perché ancora oggi credo che sia stato un errore incredibile sotto il profilo di stesura delle norme, di rispetto delle norme, di procedure e tempi. Oggi siamo al 60° o 61° procedimento di natura legale: è qualcosa che definire vergognoso è poco. Siamo a dicembre, siamo quasi al termine del girone di andata, dobbiamo cercare di non unire al danno la beffa, ma lavorare su questa procedura che è stata davvero negativa. Dobbiamo cercare di portare a casa il miglior risultato possibile, senza intaccare l'equilibrio che si sta assestando. Spero che il 18 dicembre il consiglio federale ponga fine a questa situazione con un confronto aperto".

 

Lei cosa ne pensa?

"Lega A a 20, Lega B a 20, Lega C a 60 col semi-professionismo: questa è la mia proposta, ipotizzando una quinta promozione"

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 14 dicembre 2018 alle 13:33 / Fonte: TuttoMercatoWeb.com - SkySport24
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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