Novanta secondi di terrore con magnitudo 6,8 che cambiarono per sempre la vita di tutti in Basilicata ed in Irpinia.Il dramma di Potenza e della sua intera popolazione fu anche il dramma della squadra rosso-blù (che giocava in Serie C2 nel Girone D) che due settimane prima era rimasta scossa ed attonita per la morte di un suo calciatore Emanuele Faralli perito in un incidente stradale.Ogni calciatore del Potenza conserva una storia da raccontare, noi abbiamo scelto quella di Tonino Falanga arrivato a Potenza da calciatore (era al primo anno in rosso-blù) e che poi in città è rimasto per la vita dopo aver conosciuto la sua futura moglie che gli ha donato due figli.Un Falanga visibilmente emozionato ci racconta:"Avevamo perso per una rete a zero a Casarano e dal salento in bus eravamo in viaggio alla volta di Potenza ed ovviamente all'epoca non esistevano telefoni o affini di nessun genere e noi sapemmo della tragedia e del terremoto su di un'area di servizio dove ci eravamo fermati per consumare un frugale pasto come avviene in ogni trasferta.Da una televisione apprendemmo del terremoto e di quello che stava succedendo e capimmo seriamente che ci trovavamo di fronte ad una vera e propria catastrofe.Il panico assalì tutta la comitiva e non poteva essere altrimenti dato che in molti in città avevano famiglia,mogli e figli.Vi lascio immaginare la tensione e l'angoscia che regnava in quel bus nei chilometri che ci dividevano dal capolouogo sulla via del ritorno ed in uno strano silenzio che avvolse il torpedone arrivammo in una Potenza spettrale.La gente era tutta per strada ed il Viviani era stato aperto già per dare supporto a quelli che poi sarebbero diventati sfollati e ricordo che io ed un mio compagno di squadra Romolo Rossi da Via Marconi arrivammo a piedi non so come a Via Mazzini dove noi alloggiavamo tra lo strazio e le macerie di una città in pieno caos.Ricordo tante cose brutte. Chiaramente non esisteva la tecnologia di oggi, quindi non avevo la reale percezione di quello che era accaduto.Non ricordo se il palazzo dove risiedevo in Via Mazzini fosse lesionato o integro ma io presi qualche oggetto personale e presi la macchina con l'obbiettivo di raggiungere Torre Annunziata dove abitavo.Non so come dato che ero inebetito e scioccato ma piano piano e dopo ore arrivai a casa.La squadra per forza di cose si sciolse ed il Potenza tornò in campo se non erro dopo più di un mese ma non fu quello un campionato per noi normale dato che qualche settimana prima avevamo perso anche un nostro compagno di squadra Faralli per un incidente d'auto.Quella esperienza mi ha segnato nel cuore e nella mente.Vivevamo nella paura di nuove scosse. Quelle di assestamento ci accompagnarono per mesi e quella del 14 febbraio fu anche abbastanza violenta. Con il passare dei giorni, però, la squadra capì che doveva reagire ed alla fine portammo in porto una salvezza di cui si parla poco a Potenza ed in molti non sanno cosa dovette passare e soffrire quel Potenza nella stagione 1980/1981."

Sezione: Primo Piano / Data: Sab 23 novembre 2019 alle 21:31
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
vedi letture
Print