Siamo abituati a leggere di incidenti tra opposte tifoserie con conseguenti provvedimenti a carico delle società coinvolte ma la prima vera e squalifica di un campo è stata effettuata nel 59 d. C., venti anni prima dell'eruzione del Vesuvio, e ha "colpito" l'anfiteatro di Pompei

Prendiamo atto degli accadimenti avvenuti in epoca neroniana dagli scritti di Tacito che nei suoi Annales racconta quanto successo, da successivi testi scoperti e al ritrovamento di un'epigrafe funeraria ritrovata nel 2017 nella città vesuviana. 
Tutto partì da alcuni giochi tra gladiatori, ormai divenuti idoli delle folle e capaci di trascinare con sé numerose persone ad assistere ai combattimenti anche fuori casa. Veri e propri fan-club che supportavano i propri beniamini ovunque. Fu così che si "scontrarono" gli abitanti di Pompei e di Nocera, una vera e propria rissa che causò molti feriti e, addirittura, morti tra le due fazioni.

Sicuramente c'erano altre motivazioni e non solo il semplice scontro nei ludi gladiatoria che si organizzavano anche per celebrare eventi particolari per ricchi e potenti ma quella rissa ebbe conseguenze notevoli. L'imperatore Nerone che incaricò il Senato di far luce sui fatti che determinò la squalifica dell’anfiteatro per 10 anni, lo scioglimento delle associazioni illegali, l’arresto ed esilio dell’ex senatore di Roma Livineio Regolo, organizzatore dell'evento, e di quanti avevano istigato il fatto.

La descrizione dei fatti di Tacito: “In quel medesimo tempo (durante il principato di Nerone, nel 59 d.C.) futili incidenti diedero origine a violenti scontri, con morti, tra gli abitanti di Nocera e quelli di Pompei, durante uno spettacolo di gladiatori, organizzato da Livineio Regolo, che ho già detto essere stato espulso dal senato. Cominciarono, con l’intemperanza tipica delle cittadine di provincia, a scambiarsi insulti, poi sassi, per finire col mettere mano alla spada; ebbero la meglio quelli di Pompei, presso i quali si dava lo spettacolo. Molti di Nocera furono riportati nella loro città col corpo mutilato o segnato da ferite, e parecchi piangevano la morte di figli o genitori. Il principe affidò l’inchiesta sugli incidenti al senato e il senato ai consoli. Poi, quando la faccenda ritornò al senato, ai Pompeiani furono vietate per dieci anni simili riunioni e vennero sciolte le associazioni costituitesi in modo illegale. A Livineio e a quanti avevano provocato i disordini fu comminato l’esilio”.

Sezione: Focus / Data: Dom 09 gennaio 2022 alle 21:38 / Fonte: madeinpompei - latin.it
Autore: Redazione 3 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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