La cucina catanzarese è semplice. Ha i sapori e gli odori del Mediterraneo e della Sila. Origano, basilico, alloro sono quasi sempre presenti, ma il re della tavola è il peperoncino, vera anima della gastronomia catanzarese. Piccantissimo e vivace il peperoncino dà un tocco particolare anche ai piatti più semplici.
Tra le carni la favorita è sicuramente quella di maiale. Il maiale viene spesso allevato a livello familiare. La "Caddara" è una sorta di trionfo gastronomico. Una vera e propria festa in cui l’intera famiglia, con parenti, amici e vicini, aiuta a lavorare e… consumare… le carni appena macellate.
Tra i pesci i più apprezzati sono il pesce spada, il tonno, usato per le conserve ed il pesce azzurro...
Frequentissimi sono i piatti a base di melanzane e zucchine e la pasta con i vari legumi. I piatti prevedono l’esclusivo utilizzo di olio di oliva.
Sulla tavola, oltre alla "provola", è il tipico formaggio silano, non mancano mai la "soppressata", salume di carne di maiale molto piccante, ed il "salaturo", conserva di olive schiacciate sott’olio o di melanzane.
I dolci tipici sono a base di frutta secca e miele.

I piatti della tradizione sono: Crispeddhi, piccole frittelle dorate di farina e patate ripiene di alici; la Nduja di Spilinga, insaccato spalmabile di peperoncino e carne di maiale; la Sardella, crema di neonata di alici macerata in peperoncino e olio d’oliva da spalmare su pane e bruschette; la Tiana, piatto che prende il nome dal tipico recipiente di coccio nel quale cuociono a lungo piselli, patate, carciofi, carne di capretto e vari aromi. tra i dolci i Mustazzoli, a base di farina e miele. Vengono lavorati nelle forme più disparate, il Pitta’nchjusa che è un dolce molto elaborato che si presenta come un buchè di roselline di sottilissima pastafrolla ripiene di noci, mandorle, uva passita e miele.

Il piatto identitario di Catanzaro è però il Morzeddhu (o Morzello) alla Catanzarisi, soffritto di interiora di vitello soffritte in olio d’oliva e fatte cuocere in salsa di pomodoro con abbondante peperoncino. Va servito caldo nella pitta, pane bianco appiattito a forma di ciambella. La storia del Morzello è molto particolare. Si narra infatti che sia stato preparato per la prima volta da una donna povera rimasta vedova che per mantenere la sua famiglia, decise di utilizzare tutti gli scarti da macello delle famiglie più ricche, in occasione delle feste di Natale quindi, avendo a disposizione questi ingredienti creò il morzello. Questo nome deriva dal dialetto di Catanzaro che significa “piccolo piccolo” facendo riferimento ai pezzi di frattaglie che vengono tagliati molto piccoli. Con il tempo questa ricetta si è diffusa e le famiglie che seguono la tradizione, la custodiscono gelosamente. E' un vero e proprio piatto unico che ha dietro di sè una leggenda infatti, si narra che una donna che lavorava come serva in una famiglia molto facoltosa, aveva enormi difficoltà nel far quadrare i conti legati al bilancio domestico ed un giorno, per far fronte a tali problemi, inventò un piatto a base di carne: un piatto sostanzioso, che potesse essere conservato a lungo e che permettesse di utilizzare tutte le interiora del vitello che normalmente venivano scartate dal cuoco ufficiale della famiglia presso cui lavorava. Ideò quindi, dopo tante prove, il morzello e lo chiamò così perché è tagliato in piccoli pezzi (in dialetto catanzarese " morzha morzha ").

(Cucinare.it)

Sezione: Succede in Basilicata... / Data: Sab 19 ottobre 2019 alle 21:50 / Fonte: Pro Loco Catanzaro - Cucinare.it
Autore: Redazione TTP / Twitter: @tuttopotenza
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