Aveva ricevuto la prima dose del vaccino Pfizer il giorno dell’Epifania dello scorso anno, quando la campagna vaccinale anti-Covid in Italia muoveva ufficialmente i primi passi, con la fase dedicata esclusivamente a medici, operatori sanitari, ospiti e personale delle residenze per anziani. Ed ora il vescovo della diocesi di Potenza, monsignor Salvatore Ligorio, è indagato per concorso in peculato insieme ad altre quattro persone.

Nella tarda mattinata di lunedì avrebbe dovuto presentarsi al quarto piano del tribunale di Potenza per essere interrogato dal procuratore aggiunto Maurizio Cardea, ma il suo avvocato avrebbe optato per il deposito di una memoria difensiva. La dose era stata somministrata al vescovo Ligorio presso l’ex Don Uva di Potenza. E tra gli indagati figurano anche i vertici della struttura residenziale per anziani e disabili, ovvero il direttore sanitario Rocco Maglietta, il direttore amministrativo Roberto Galante e il coordinatore infermieristico Francesco Sagaria. Sarebbe stato quest’ultimo ad iniettare la dose Pfizer all’alto prelato, ma “su istigazione di Angela Maria Sabia” secondo la procura di Potenza. Quest’ultima, al secolo Suor Carla (prima dell’avvento di Universo Salute la struttura era gestita dalle suore dell’ordine delle Ancelle della Divina Provvidenza), è a sua volta indagata. Secondo l’ipotesi accusatoria monsignor Ligorio “non aveva nessuno dei requisiti per rientrare nelle cosiddette categorie target individuate dal Ministero della Salute”.

Sezione: Succede a Potenza... / Data: Mer 12 gennaio 2022 alle 20:43 / Fonte: lanuova.net
Autore: Redazione 1 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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