Continuano le riflessioni su Potenza e questa volta un nostro lettore ci scrive da Roma. Si tratta di Franco Malvasi che fa un'analisi sulla natura tecnica della squadra, tra mister e calciatori. Di seguito il suo pensiero.

Buona domenica,
desidero farvi pervenire alcune mie considerazioni su quella che considero senza alcun dubbio una importante realtà sociale per la Città e un indiscutibile bene comune, ma anche per la Basilicata e forse per quanto di buono rimane ancora nel mondo del calcio, grazie proprio alla sua esemplarità di bellissima storia della provincia italiana. Non abitando più a Potenza da tanti anni, mi capita quando mi è possibile di seguire in video qualche partita dei rossoblu’ con grande e partecipato interesse, ma spesso con non poca trepidazione che al di là del sentirsi parte in causa, non dovrebbe esserci più di tanto considerati gli organici a disposizione e la caratura tecnica della maggior parte dei giocatori che di volta in volta scendono in campo. Eppure c’è qualcosa che non mi convince.

Prendiamo per semplificare la scorsa stagione e gli inizi di quella in corso. Anche con Raffaele (che va in ogni caso ringraziato nonostante purtroppo i suoi limiti) a mio giudizio si stentava a capire bene quale era l’impostazione della squadra, con una manovra in fase di costruzione più che prevedibile, troppo leziosa e ripetitiva, con un procedere lento dal basso e un assetto non sufficientemente avanzato. Poi per carità c’erano improvvise accelerazioni e una vivacità in fase di finalizzazione molto efficace dovuta però più alle doti di singoli che ad una fattiva organizzazione del gioco. La difesa invece un disastro con un filtro a centrocampo del tutto insufficiente a dispetto della qualità di calciatori come Mattia Sandri, Talia, Steffè, e lo stesso Laaribi. Comunque se non fossero arrivati Sbraga e Hadziosmanovic non so davvero come sarebbe andata a finire. Di Rocchi e Cittadino forse è il caso di lasciar perdere.

Passando quindi al campionato in corso, nonostante il Potenza si sia secondo me rafforzato, al di là alcune scelte di mercato davvero incomprensibili (per quello che naturalmente si può capire dall’esterno), mi sembra che la situazione sia addirittura peggiorata. Ogni volta si vivono situazioni di incertezza, gli altri corrono, fanno pressing (rimpalli e fortuità comprese) e noi andiamo al piccolo trotto, affidandoci come capita all’estro di Caturano o addirittura di Monaco, con l’ansia poi se il risultato può andarci bene, che l’arbitro fischi in fretta la fine. Scusatemi ma questo obiettivamente non è da Potenza soprattutto con gli uomini che si ritrova. Se la responsabilità è di Colombo non lo so proprio, però ad oggi di gioco e motivazioni non se ne parla. È troppo presto per dare giudizi? Anche questo non lo so. Colombo comunque si dia da fare, perché se quelli come me, che non hanno competenze professionali specifiche e si basano per lo più su quello a cui assistono, a maggior ragione allenatore, staff tecnico e società devono seriamente interrogarsi. Vediamo che cosa succede domani ad Avellino, ma consiglierei di fare qualche dovuta riflessione in tempo utile. Sarebbe un vero peccato che una squadra di grandi potenzialità rischi di collezionare brutte figure o tenda a vivacchiare, con tanta delusione per chi ci crede da sempre o per chi sta incominciando ad avvicinarsi alla bellissima storia di cui dicevo. La nostra.
Forza Potenza.
Franco Malvasi, Roma

Sezione: #MondoPotenza / Data: Dom 08 ottobre 2023 alle 20:33
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
vedi letture
Print