Quattro gol in una settimana ne hanno fatto il protagonista indiscusso in casa Benevento. Eric Lanini si è preso la scena e sull’attaccante si sono accesi i riflettori della Lega Pro. Il giocatore arrivato in giallorosso a gennaio dalla Reggiana, via Parma, è stato ospite della trasmissione AperiC, dove ha raccontato il ritorno alla corte di Auteri, il passato alla Juventus e diversi aneddoti. Queste le sue parole rilasciate nella decima puntata del format.

TRASFERIMENTO – Nel momento in cui c’è stata la chiamata del Benevento mi hanno mostrato gli obiettivi societari e quelli del direttore, ho subito sposato il progetto perché sono un calciatore e una persona ambiziosa. C’era grande voglia di risalire, di fare bene, di riconquistare la serie B. Non ci ho pensato due volte ad accettare e mi sto trovando benissimo.

OBIETTIVI – Nel breve è quello di miglioraci partita dopo partita, cercando di realizzare il piccolo sogno di tornare in serie B. La città e la società lo meriterebbero.

AUTERI – Lo ritrovo dopo averlo avuto a Matera nel 2016/17, anche lì eravamo in corsa per vincere il campionato ma non ci riuscimmo. Nel momento in cui mi ha fatto la telefonata ho ritrovato una persona carica, motivata e con voglia di far bene. La sua impronta è sempre la stessa, mi trovo bene e abbiamo un bellissimo rapporto. Sento tantissima fiducia nei miei confronti e questo, per come sono, mi spinge a dare qualcosa in più per ripagarla. Le sensazioni sono positive, speriamo di riuscire a raggiungere insieme l’obiettivo.

CRESCITA – Cerco di prendere da qualsiasi mister e da qualsiasi compagno il meglio. Anche nelle situazioni negative cerco di rubare quel qualcosa in più che mi permetta di fare esperienza. Indicare una persona nello specifico mi sembra riduttivo, ma Baroni ai tempi della Primavera ha sempre creduto in me, trattandomi con bastone e carota permettendomi di imparare tanto. Esposito, a Prato, mi ha dato tantissima fiducia nonostante la giovane età. Poi ci sono stati i mister e i compagni che mi hanno permesso di fare il salto in serie B. Ancora oggi sono in contatto con tante persone con le quali ho giocato tantissimi anni fa e questa è una cosa bellissima del calcio.

IDOLI – Ne ho avuto uno solo in realtà. Mi sono ispirato cercato di mantenere sempre la mia identità, ma sono cresciuto con Cristiano Ronaldo. Ho avuto la fortuna, essendo di proprietà della Juventus, di fare il ritiro e di stare sei mesi in bianconero l’anno in cui hanno preso il portoghese. E’ stata un’emozione per me ritrovarmi al campo con quel personaggio che vedevo e rivedevo la sera prima di andare a dormire. Si vociferava che sarebbe arrivato, ma quando sono andato nello spogliatoio per posare le mie cose e l’ho visto nella vasta idromassaggio mi sono andato a presentare ed è stata una grandissima emozione.

ANEDDOTI – Alla Juventus si sapeva di questa mia predisposizione per Ronaldo, un po’ per il ruolo e un po’ per qualche gesto tecnico. Mi hanno sempre detto, scherzando, che sarei potuto essere un mini-Ronaldo. In prima squadra questa cosa la sapevano tutti, Chiellini e Bonucci, ad esempio, quando ero vicino a Ronaldo chiamavano dicendo “Cris vieni” e lui si girava e loro gli rispondevano “No, no” indicando me. Finiva tutto in una risata, ma questo ha permesso che lui mi prendesse in simpatia e insieme facevamo dei passaggi o veniva spesso a salutarmi, c’era un bel rapporto.

BENEVENTO – Io sono nato e ho vissuto a Torino ma sono di origini lucana da parte di nonni. Il rapporto con la città è stato positivo, è una città dove si sta bene, tranquilla e dove non manca niente. Cosa mi piace mangiare? Tutto, mi piace soprattutto il pesce e venire al Sud è stato come andare a nozze. Ho visitato la città, sono stato al santuario di Santa Rita e l’ho trovato bello e affascinante.

SOCIAL – Sono molto attivo sui social, mi piacciono, mi piace un po’ di leggerezza perché i social ti fanno fare una risata e ti tengono in contatto con il mondo. Usati con la giusta proporzione e nella maniera corretta aiutano ad ammortizzare la pressione o lo stress. Penso di essere il personaggio più social all’interno dello spogliatoio.

GRUPPO – C’è un gruppo coeso, ci sono tanti ragazzi scherzosi e allegri come Ferrante, Ciciretti o Improta. Si ride e si scherza nei giusti momenti e quello aiuta a far gruppo. E’ una cosa molto positiva per raggiungere gli obiettivi.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 15 marzo 2024 alle 19:19 / Fonte: calciobenevento.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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