Riceviamo e volentieri pubblichiamo la replica da parte del presidente onorario dell'ASD Rotonda Calcio Franco Bruno all'articolo "Quel Rotonda-Scalera che fa male al calcio lucano..."

Gentile Redazione,
sono Franco Bruno, presidente onorario dell’ASD Rotonda Calcio, già presidente del sodalizio negli anni 90’ quando i “biancoverdi” militavano nel Campionato Nazionale Dilettanti (Serie D), rappresentando il calcio Lucano ai massimi livelli in regioni come Puglia, Lazio, Calabria, Campania, Sicilia e Marche.
Scrivo dopo aver letto un articolo apparso sulla vostra testata giornalistica dal titolo “Quel Rotonda Scalera che fa male al calcio lucano”, per chiarire alcune affermazioni gravi e non veritiere che offendono non solo la Società che rappresento ma anche  l’intera comunità rotondese.
Innanzitutto, desidero esternare una mia considerazione su come, ritengo, chi fa giornalismo, debba operare al fine di fornire una comunicazione il più possibile “terza” ed “intellettualmente autonoma”” intervenendo su fatti non noti direttamente, bensì, riportati, in modo certamente fazioso, parziale ed inesatto.
Probabilmente, prima di “condannare” la nostra società responsabile, a vostro dire, di aver nociuto al calcio lucano, sarebbe stato opportuno ascoltarne le ragioni e, solo dopo aver eventualmente maturato un personale convincimento sui fatti, offrirne un’opinione.  
Così non è stato. Ma non importa, vediamo lo stesso di fare chiarezza.
Innanzitutto desidero confutare l’affermazione palesemente falsa secondo la quale Rotonda non amerebbe Scalera e viceversa.
Infatti, proprio nel corso dell’incontro incriminato l’ex presidente della Fides Scalera, Donato Mecca (cittadino di Scalera) insieme ad altri due suoi amici (anch’essi cittadini di Scalera) sono stati nostri ospiti ed hanno assistito all’incontro insieme ai Dirigenti biancoverdi dalla tribuna stampa del “Di Sanzo”.
Tornando indietro alla scorsa stagione sportiva, ossia, quando il Rotonda e lo Scalera disputavano entrambe  il Campionato Regionale di Promozione, in occasione della gara di andata di campionato, Rotonda-Scalera, sempre il Presidente Mecca e tutta la dirigenza rossoblu, tra cui i signori Santarsiero, Possidente e Larussa, ancora una volta, sono stati ospiti del nostro sodalizio, hanno assistito all’incontro, gratuitamente, al fianco dei dirigenti locali e, al termine della gara (persa immeritatamente dal Rotonda con il risultato di 3-4 per gli ospiti) senza alcuna recriminazione, nonostante l’andamento della stessa lo consentisse, hanno consumato un buffet  insieme agli atleti, in un clima di totale armonia e sportività.
Tutto ciò prima che l’attuale Presidente dello Scalera rivestisse la carica di massimo dirigente del sodalizio.
Infatti, dopo il suo arrivo, nella gara di ritorno, disputatasi ad Atella, per ripagarci dell’accoglienza e dell’ospitalità offerta all’andata, la Società, o meglio, chi allora la rappresentava, decide di portare il prezzo del biglietto di ingresso allo stadio, solo per i tifosi ospiti, da 3 a 10 euro (pagati senza eccezione alcuna da 250 persone al seguito tra cui adulti, donne e bambini). Meglio non parlare del clima e dell’accoglienza ricevuti dalla Società, dagli atleti e dai tifosi, costretti a vedere l’incontro costipati su una misera tribunetta in ferro che al massimo poteva contenerne 50.
Stessa cosa dicasi per la finale playoff (disputatasi in casa dello Scalera nello stadio di Rionero). Prezzo del biglietto ancora una volta 10 euro e oltre 300 tifosi al seguito paganti.
Dunque facendo due conti, in due gare di campionato, i tifosi biancoverdi (tra cui voglio evidenziare, anziani, donne e bambini), senza battere ciglio, (ancorché “avvinazzati”) hanno contribuito a sostenere i costi generali della società di Filiano per oltre 5.000 Euro.
Ora ci si meraviglia che, dopo quanto accaduto, domenica scorsa, 14 tifosi e dirigenti al seguito della squadra filianese, abbiano pagato un biglietto di 20 euro per un totale di 280 Euro.
Ci si lamenta poi dello stato di ebrezza dei tifosi locali definiti “avvinazzati” quando al “Di Sanzo”, domenica scorsa, era presente gran parte della comunità rotondese (donne, uomini, bambini, anziani) le cui condizioni psico-fisiche erano certamente più normali di chi li ha ingiustamente censurati, offendendo così non solo il sodalizio biancoverde quanto l’intera cittadinanza.
Di certo, come capitato in occasione della gara di playoff, noi non abbiamo assoldato persone dalla dubbia moralità (per usare un eufemismo) nel tentativo di intimorire, con minacce e provocazioni, i Dirigenti e gli atleti avversari.
Prima di finire, mi si consentano due considerazioni sulla “mancata sportività” dell’attuale dirigenza biancoverde come lamentato dai massimi vertici dello Scalera: in occasione della gara di ritorno di Coppa Italia di Promozione che si sarebbe dovuta disputare a Rotonda mercoledì 30 novembre 2016, la Fides Scalera non si presenta al “Di Sanzo” (senza tra l’altro avvisare) tentando di giustificare il gesto attraverso un post sul pubblicato sul proprio profilo facebook, a causa di un fantomatico incidente occorso ad un pulmino destinato al trasporto di pochi atleti (tra l’altro, tale “imprevisto” si sarebbe verificato in prossimità di Lagopesole, ossia a pochi chilometri da Scalera e nella prima mattinata, quindi, in condizioni tali da poter facilmente ovviare (se ciò fosse stata la reale motivazione dell’assenza).
Poi, però, in modo poco attento, nel tentativo di giustificare “la farsa” si pubblicano sul profilo facebook del sodalizio alcune foto di un pulmino in panne senza rendersi conto che dal contesto ambientale (segnaletica, strutture limitrofe che apparivano nelle immagini) era facile desumere che le stesse non si riferivano all’episodio né alla località di Lagopesole bensì all’interland foggiano.
Sempre in merito allo spirito sportivo tanto caro al presidente della Fides, vorrei ricordare un episodio che certamente lo stesso avrà cancellato dalla sua memoria: ossia quando egli rivestiva la casacca di presidente del Rotonda, in occasione della finale di Coppa Italia Juniores di promozione.
In quel frangente, non accettando, tanto per cambiare, il verdetto del campo che vedeva la sua squadra sconfitta, decise di ritirarla in modo plateale, impedendo, per la prima volta nella storia del calcio lucano, che la premiazione, alla presenza del Presidente della FIGIC regionale, Rinaldi, potesse aver luogo.
Che dire, proprio un bel esempio di sportività offerto ai giovani atleti presenti.
Infine, e concludo, quanto alle note di colore riferite ad un simpatico animaletto che gli ultrà hanno introdotto in campo ben prima dell’inizio della gara e alla “colonna sonora” non gradita dal dirigente rossoblu, vorrei ricordare che tali episodi, rientrano nella normale goliardia “da stadio” ( per citarne una, i tifosi della Lazio, in modo scaramantico, prima dell’incontro, usano liberare in volo un aquilotto) mentre le note “funeste e lugubri” delle “campane a lutto” non sono altro che un riff, della durata di due minuti, di una nota canzone degli AC DC – dal titolo “Hells Bells”, pezzo utilizzato negli stadi italiani (non solo a Rotonda) tra cui lo Juventus Stadium.

Sperando di aver fatto la necessaria chiarezza, ringrazio per l’attenzione e lo spazio dedicatomi.

Rotonda 10 ottobre 2017                                                                 

Franco Bruno - Presidente onorario ASD Rotonda Calcio

Sezione: Calcio lucano / Data: Mar 10 ottobre 2017 alle 13:29
Autore: Redazione TTP / Twitter: @tuttopotenza
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