E’ stato uno dei giocatori più amati dal pubblico tarantino quando ha vestito la gloriosa maglia rossoblù: Hernan Rodolfo Molinari, giocatore del Gravina, affronterà il Taranto nel derby di domenica prossima allo “Iacovone”.
Il bomber di La Plata è uno degli ex più attesi: con la maglia rossoblù si è rivelato determinante nei momenti topici della stagione e realizzò il gol che riaprì le speranze per il primo posto del Taranto contro il Matera. L’attaccante è stato intervistato, in esclusiva, dalla redazione di TUTTOcalcioPUGLIA.com circa la prossima sfida di campionato, con uno sguardo al passato.
“Il girone H è il più bello da giocare: avevo voglia, insieme a mia moglie, di tornare in Puglia ed è ciò che alla fine ho ottenuto. C’era una piccola possibilità di tornare a Taranto ad inizio anno, poi l’allora tecnico Francesco Cozza ha preferito Pera a me. Conosco la situazione che c’è stata in riva allo Ionio, seguo i rossoblù dal giorno in cui sono arrivato e continuerò a farlo fino a quando non morirò: è il posto dove mi sono sentito a casa. Sono legato a questa piazza, dopo ogni mia partita, vado sempre a controllare ciò che ha fatto il Taranto: è rimasta nel mio cuore. Il Gravina? Ho scelto loro dopo aver trascorso la prima parte della stagione a Varese: un po' tutti sanno ciò che è successo, poi è arrivata la chiamata dal direttore sportivo ed ho scelto il loro progetto. Gravina è una bella realtà e sono stato attratto dalla loro idea di calcio: so che questa è una società seria e mi piace vedere lo stadio pieno di famiglie e bambini la domenica”.
Lo scorso weekend, nel recupero con l’Altamura, il Gravina ha subito la prima sconfitta in trasferta, interrompendo la striscia di dieci risultati utili consecutivi: cosa è andato storto nel derby?
"Abbiamo fatto la partita, come spesso succede, e loro sono riusciti ad avere la meglio grazie ad una bellissima giocata: purtroppo, però, l’arbitro non si è accorto del fuorigioco del loro calciatore. Non siamo riusciti a sbloccare il risultato; l’Altamura dopo aver trovato la rete del vantaggio ha difeso il risultato e si è aggiudicata la sfida”.
A Taranto, in due anni, hai realizzato 35 reti in 46 presenze: cosa proverà Molinari quando farà il suo ingresso sul manto erboso dello “Iacovone”?
“L’anno e mezzo che ho vissuto a Taranto è stato il più bello, l’ho sentito mio: mi sono anche sposato a Taranto. Tornare nella cittadina ionica è come tornare in Argentina. Nella mia vita e nella mia carriera, ho baciato due maglie: quella dell’Estudiantes e quella del Taranto. Quello che io provo per Taranto ed i tarantini si sa già: per me sarà un’emozione molto forte”.
Affronterai la tua ex squadra: che tipo di accoglienza ti aspetti?
“Ho già affrontato il Taranto da ex contro il Brindisi: so che ci saranno dei fischi ed un clima un po' “cattivo” ma ci sta e lo posso capire. La maggior parte della gente sa, comunque, come davvero è andato a finire il mio rapporto con i rossoblù: io avevo già un accordo per proseguire la mia avventura in riva allo Ionio, poi cambiò la dirigenza e hanno virato l’attenzione su altri giocatori. La verità è questa: mi prenderò i fischi e gli insulti ma ciò non mi farà mai cambiare l’amore che provo verso la maglia del Taranto”.
Il Taranto vuole conquistare l’undicesimo risultato consecutivo per rimanere aggrappato al treno playoff, il Gravina, invece, deve fare bottino pieno per continuare a lottare nelle zone alte della classifica. Che partita ti aspetti?
“Noi sappiamo la squadra che ha il Taranto: era un “gigante addormentato”. Nel momento in cui si sono svegliati, hanno fatto più che bene. Hanno una rosa composta da grandi giocatori come D’Agostino, Marsili, Miale, Ancora, Galdean e Favetta. Sappiamo che vorranno imporre il loro gioco e cercare di vincere la partita. Dal nostro canto, vogliamo conquistare i tre punti anche noi. Come hanno visto tutti, fuori casa giochiamo sempre a viso aperto: butteremo il cuore oltre l’ostacolo, sapendo che sarà una partita molto difficile, ma metteremo in campo la nostra voglia di fare bene”.
La carica dell’ex. Un gol con la maglia del Gravina sotto la Curva Nord: cosa succederebbe?
“Io sono un professionista e giocherò sempre per vincere: domenica vivrò delle emozioni fortissime. Quando giochi a calcio, soprattutto se lo fai di mestiere, devi dare sempre tutto in campo. Se ci sarà la possibilità di fare gol, non mi permetterei mai di esultare contro il Taranto: ripeto, è una squadra che io porto nel cuore e non farei mai una cosa del genere”.
Rimpianti sul Taranto?
Non posso dire di avere rimpianti perché io avevo già chiuso con la società per rimanere un altro anno. “Quando è cambiata la struttura societaria, hanno scelto altri giocatori e non mi è stata data nemmeno la possibilità di parlare con i nuovi dirigenti: se io fossi stato contattato da loro e non avessi accettato, avrei avuto un rimpianto nel non rimanere a Taranto ma, purtroppo, non è stato così. Se fosse arrivata una chiamata dal Taranto, non avrei esitato ad accettarla”.
Un tuo giudizio sul campionato di Serie D…
“Secondo me, il Potenza ha fatto le cose quasi perfette: si è rivelata una grande squadra, con un’identità fissa e sta conquistando meritatamente la promozione. Penso che Cerignola e Taranto potessero avere qualche punto in più: gli ionici, in particolare, non hanno fatto benissimo nella prima parte del campionato e pagano, ad oggi, questo handicap. Questo campionato è bello per questo: tolto il Potenza, io credo che dal secondo al quinto posto sarà una bella lotta fino all’ultima giornata”.
Rispetto alla tua ultima stagione col Taranto, che differenze hai riscontrato nella Serie D/H?
“Questo girone è sempre stato più difficile e competitivo rispetto agli altri. L’ultima volta, dopo le prime dieci giornate, ci trovavamo nella seconda parte della classifica, poi risalimmo piano piano la china. Il Marcianise, invece, cominciò a razzo per poi rallentare partita dopo partita. Quel campionato fu vinto dal Matera e sappiamo tutti benissimo com’è andata a finire. Quest’anno, secondo me, è un po' meno forte ma equilibrato: ci sono più squadre che si contendono le posizioni alte della classifica ed anche le prime della classe riscontrano difficoltà a vincere con i team meno blasonati. Il girone H ha un’evoluzione ogni anno: lo scorso anno c’erano squadre che non erano allestite per lottare alla promozione e, alla fine, si sono ritrovate a giocarsela fino alla fine. E’ un campionato affascinante, il più bello dell’intera Serie D”.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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