Quando a sette minuti dalla fine della gara tra Potenza e Reggina il sig. Pasciuti di Ravenna si è portato il fischietto alla bocca per assegnare un fallo inesistente al limite dell’area di rigore a favore dei calabresi, si è sentito riecheggiare in tutto lo stadio Viviani un sinistro bubolare e si è subito capito che l’ora del gufo era arrivata. Nelle menti dei tifosi più navigati un atroce pensiero si faceva strada: “Questi mo’ pareggiano!”.

La parabola disegnata dal destro di Sandomenico trasformava in realtà i peggiori incubi dei supporters rossoblu. Tutto il buono e il più o meno buono visto a Rende e nei primi settanta minuti di gioco con la Reggina era svanito come “lacrime nella pioggia”, tanto per non farci mancare la citazione cinefila.

Eppure il Potenza sembrava avere in mano la partita. Il gol di França su rigore alla mezz’ora premiava il gioco più brillante e convincente dei rossoblu e riportava sorrisi e nuove speranze al Viviani. Alcune belle giocate individuali, poi, come il bel colpo al volo dalla distanza di Strambelli che dava l’illusione ottica del gol al ’34, scatenava applausi e entusiasmo sulle tribune.

Col passare del tempo però il Potenza cominciava a pensare solo al contr

ollo della gara, e l’espulsione di Navas, appena entrato, a venti minuti al termine della partita ha convinto i padroni di casa che ormai i giochi erano fatti. Il calcio si sa è uno sport strano, affascinante e imperfetto, dove basta poco per cambiare completamente l’andamento della gara e quell’espulsione, che doveva segnare definitivamente le sorti della partita in favore dei rossoblu, ha invece finito per ringalluzzire i reggini che hanno cominciato a buttarsi in avanti e a mettere in difficoltà un Potenza sicuro di aver già la partita in tasca.

Che il vento era girato si è capito al ’73. L’arbitro si inventava un calcio di punizione in area del Potenza per un retropassaggio al portiere, che non era un retropassaggio al portiere, e solo le natiche di Emerson, deviando il conseguente tiro di Tulissi, riuscivano a sventare la minaccia. Purtroppo dieci minuti più tardi nessuna natica protettrice poteva (ahimè) opporsi alla parabola maligna di Sandomenico e addirittura ci voleva il solito santoIoime per evitare il peggio con un paio delle sue parate miracolose, su tiri di Franchini e Tulissi, praticamente allo scadere.

Terzo pareggio consecutivo al Viviani. Il sogno di poter fare un bel balzo in classifica, portandosi a ridosso della zona play off, svanito. Al Potenza manca ancora quella cattiveria che ti porta a chiudere cinicamente la partita appena ne hai la possibilità, e quella solidità difensiva che ti permette di gestire il minimo vantaggio fino alla fine senza patemi.

C’è ancora molto da lavorare per il tecnico Raffaele che ha avuto troppo poco tempo a disposizione per far girare la squadra secondo le sue strategie di gioco e domenica si ritorna in campo contro il Siracusa per la prima delle due trasferte in terra di Trinacria. Nella terra d'Archimede bisognerà assolutamente "inventarsi" qualcosa.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 18 ottobre 2018 alle 22:06 / Fonte: Terradibasilicata.it
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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