È tornato a Potenza Eziolino Capuano questa volta non per sedersi su una panchina a bordo campo  ma su una sedia al teatro stabile di Potenza per parlare di se’ in occasione della presentazione del libro scritto da un suo fans Raffaele Cirillo: ” Il mondo di Eziolino” sottotitolato “un mister a modo suo”. Capuano, cinquantaduenne e da circa trent’anni che lavora nell’ambiente calcistico, è sempre stato un personaggio in campo e fuori, infatti ha sempre fatto parlare di se per il comportamento assunto davanti ai microfoni o per le sue rumorose esternazioni che hanno sempre lasciato strascichi.

Capuano è un personaggio sanguigno e passionale e del calcio ha fatto una vocazione dedicando tutto il suo tempo e profuso il massimo delle energie.

Come molti adolescenti ha scelto di abbracciare il mondo del calcio contro il parere dei genitori e ha dovuto superare tante difficoltà, comprese pure quelle economiche per comprarsi perfino un paio di scarpette, ma il suo sogno’ svani appena all’età di diciassett’anni per un infortunio al gomito che non gli permise di proseguire la carriera di calciatore.

La sua  voglia di rimanere nel mondo del calcio non l’ha minimamente distratto tant’è che ha girato tutta la Campania per conoscere meglio le squadre, i calciatori e tutti i meccanismi che regolano questo mondo dall’interno: suo fu il merito di scoprire a tredici anni il talento di Vincenzo Montella, fino ad esordire nel 1989 come allenatore nella squadra dell’Ebolitana alla giovane età di venticinquanni e nelle cui fila giocava l’ormai ultratrentenne brasiliano Dirceu.

Da quella data Eziolino non è stato mai a riposo ha sempre diretto squadre prevalentemente professioniste compreso il Potenza di Postiglione in serie C1. Durante la sua carriera in poche squadre è riuscito a lavorare per due anni consecutivi o per un intero anno calcistico, spesse volte è stato esonerato, richiamato o ha dato le dimissioni ma molte sono state le promozioni conseguite o i salvataggi in extremis delle squadre da lui allenate.

Ha una caratteristica, e nelle dichiarazioni lo ripete spesso, ci tiene molto al rispetto dei valori umani, all’onesta’, alla dignità e alla indipendenza, in un mondo in cui la maggioranza degli addetti calpesta spesso tali valori per il Dio danaro.

E molte scelte che Eziolino ha fatto nella sua carriera sono dipese proprio dall’osservanza del suo credo: rifiutò la proposta dell’Empoli per allenare in serie B perché aveva già dato la parola al presidente Caliendo del Modena in serie C di continuare il rapporto con lui, oppure quando allenava il Potenza in occasione della vigilia di una partita gli fu imposto di non fare giocare due importanti calciatori Vanacore e Langella e lui rifiutò e gli costo’ l’esonero.

È un allenatore dalle mille battaglie impossibili, come quella di portare il Potenza, una squadra ridotta all’osso, alla salvezza sul campo nonostante la retrocessione già decisadagli organi federali o la salvezza conquistata col Modena l’anno scorso in serie C e la lotta che ha dovuto affrontare all’inizio di quest’anno con la società, il comune e i calciatori che lo avevano accusato di non allearsi con loro nella richiesta degli emolumenti alla società, con un presidente, caliendo, irreperibile.

Anche in questo caso il suo carisma l’ha aiutato a uscire fuori da una situazione di grave crisi societaria per andare a sedersi sulla panchina della Sambenedettese portandola ad occupare il secondo posto nel girone B di serie C.

È arrivato primo al corso di allenatore a Coverciano ed è stato premiato un anno come il migliore allenatore della serie C : Due anni fa fu protagonista di uno sfogo negli spogliatoi rivolto ai calciatori dell’Arezzo che ha allenato per più di un anno pronunciando parole e frasi ingiuriose nei confronti dei ragazzi, noti sono pure alcuni diverbi con i giornalisti con molti dei quali la tensione sale quasi al primo contatto; e poi si rende simpatico quando usa frasi del tipo: ” non si può friggere il pesce con l’acqua minerale”, “sono un allenatore di calcio non faccio il macellaio o il calzolaio sono un meritocratico”, ” l’Arezzo è una grande squadra allenata da un grande allenatore”.

Un allenatore che dovunque va fa rumore che con la sua schiettezza, il parlare chiaro e la sua gelosa autonomia di pensiero e di operare crea inevitabilmente una schiera di nemici che di certo non gli rendono la vita facile, ma lui abituato alle battaglie per difendere i suoi principi ha gli anticorpi giusti per come affrontarli.

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 10 dicembre 2017 alle 21:43 / Fonte: Talentilucani.it
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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