Travolti da un’insostenibile nostalgia degli anni Ottanta, ci piacerebbe immaginare la storia più o meno così: un verace bar di Torino, un bar dello sport (per la classificazione fa fede la tassonomia del maestro Benni), un cliente affezionato e una bella cassiera con i colori di Mara Venier versione 1983. In fondo, come in quel film di Lino Banfi, c’è pur sempre di mezzo un improbabile e imprevedibile “2” a Torino: Juve ko in casa con il Catania nella finzione (ma poi accadde davvero, era il 2009, ma questa è un’altra storia); Juve per la prima volta sconfitta alla prima di campionato nel proprio stadio dall’Udinese e dal guizzo di Thereau nella realtà. E una schedina che per magia diventa vincente. Portandoci però in Toscana, non a Torino.

Le vie del pallone sono imprevedibili, quelle del Totocalcio ancora di più. Si gioca di meno - ormai è roba da appassionati e inguaribili nostalgici - e si incassa di meno, però bisogna essere ancora più bravi di un tempo, perché il re dei premi è il 14, mica il caro e vecchio 13. Domenica una sola schedina ha messo in fila tutti i pronistici, dal 2 di Juve-Udinese all’1 di Marsiglia-Troyes: una vincita da 60.573 euro. Un sistema integrale da 9 doppie (c’era l’1/2 a Juve-Udinese), dal costo di 288 euro, pubblicato sulla bacheca della Sisal: la giocata vincente era da 6 quote (su 16), 108 euro di spesa per portare a casa poco meno di trentamila euro. La schedina è stata giocata a Marina di Carrara, in un tabacchi-ricevitoria di via Cavallotti. Chissà, un bagnante baciato dal sole e pure dalla fortuna...

 «Ve lo dico subito chi ha giocato la schedina vincente, che mi frega di fare misteri... Sono io ad averla giocata! E non è nemmeno la prima volta che vinco: due anni e mezzo fa ho incassato un altro 14 da oltre centomila euro». L’accento non è toscano, è inequivocabilmente romano. Romano di San Giovanni, per la precisione. Giuseppe Carillo è il proprietario del negozio, ed è anche l’autore del sistema vincente: ha buttato giù la schedina, l’ha pubblicata nella bacheca elettronica del circuito Sisal («Se nessuno ha acquistato le altre quote, quei soldi restano sul jackpot», spiega) e ha fatto la sua puntata. Potremmo dire che è un giocatore di professione, e non sbaglieremmo: ma il Totocalcio non c’entra, non subito almeno. Classe 1966, Giuseppe Carillo gioca a calcio come difensore: è romanista sfegatato, però cresce nel vivaio della Lazio, con cui nel 1985- 86 mette insieme anche le prime presenze in Serie B. Militanel Vicenza e poi, tra le tante tappe, c’è anche Carrara. Alla fine in Toscana ci resta a vivere: dal calcio al Totocalcio, che è poi un ritorno alle origini, perché a San Giovanni aveva iniziato a timbrare schedine nella ricevitoria di famiglia.

 Da romanista, una vincita che ha un gusto in più, arrivata proprio grazie all’imprevedibile ko della Juve in casa. «Il rammarico - spiega - è che una volta questa sarebbe stata una schedina miliardaria con una simile combinazione di risultati. Ma tanti anni fa il montepremi era molto più alto di adesso... La gente gioca di meno, è così. Però per me resta un rito, il sabato pomeriggio con gli amici. Una volta, quando ero ragazzo, si prendeva la giocata a mano, si strappava la schedina con il righello, oggi è tutto elettronico. Il mio sistema l’ho pubblicato in bacheca, chissà se altri hanno comprato le quote... Sono romanista, ho scelto 1-2 per Juve-Udinese e mi è andata bene. Ma se penso che una volta avrei fatto i miliardi...».

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 25 agosto 2015 alle 21:27 / Fonte: Corrieredellosport.it
Autore: Redazione TuttoPotenza
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