Dopo Potenza-Catania, il campo ha lasciato spazio ai Social. Commenti, analisi, accuse e reazioni a caldo hanno invaso bacheche e gruppi, trasformando una partita di calcio in un’arena virtuale dove spesso il confronto ha ceduto il passo allo scontro.
I Social amplificano tutto: un episodio dubbio diventa certezza assoluta, una delusione si trasforma in rabbia collettiva. In questo clima, una minoranza rumorosa finisce per oscurare il tifo sano, quello che sostiene la squadra senza bisogno di insultare o provocare. Eppure il calcio non è matematica né tribunale: è fatto di errori, interpretazioni e momenti, da accettare anche quando fanno male.

Criticare è legittimo, offendere no. Difendere i propri colori non significa perdere rispetto per gli altri.
Il calcio non si vince con i comunicati o con i dibattiti infiniti, ma con prestazioni solide, fame e identità. Se il Catania è forte, lo dimostrerà partita dopo partita. Il resto è rumore.
Ora torniamo al calcio giocato. Alla prossima partita. 
Il risultato non cambia rispetto al numero di post o commenti pubblicati. Ma cambia ciò che trasmettiamo anche ai più giovani. Che ci leggono e ci imitano 
Non dimentichiamolo mai!

Sezione: #MondoPotenza / Data: Mar 16 dicembre 2025 alle 13:48 / Fonte: Mary Zirpoli
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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