Disavventura per il volto televisivo di SportItalia, Michele Criscitiello. Il giornalista è anche presidente della Folgore Caratese, squadra di serie D della provincia di Monza e Brianza, altrimenti nota per avere tra i propri tesserati il figlio di Didier Drogba, Isaac. Ed è nelle vesti di dirigente societario che Criscitiello si è guadagnato una pesante squalifica, ben 14 mesi: «Per avere rivolto ripetute espressioni offensive, ingiuriose e intimidatorie all’indirizzo del direttore di gara», si legge nella nota ufficiale, al termine della gara persa in casa dalla squadra brianzola con i piemontesi del Bra, per 1-4, dello scorso 28 febbraio, con due rigori e un’espulsione fischiati ai lombardi. Criscitiello, non pago delle proteste, secondo quanto ha ricostruito il giudice sportivo Aniello Merone, «colpiva ripetutamente con calci e pugni la porta dello spogliatoio riservato alla terna, reiterando le proteste anche durante il briefing con l’osservatore che di fatto non poteva avere luogo».

In qualche modo arbitri e assistenti di gara sono riusciti a lasciare lo stadio di Carate Brianza, ma Criscitiello era lì ad aspettarli: «Mentre la terna cercava di abbandonare l’impianto — conclude la nota — scortata dalle forze dell’ordine, il medesimo insisteva nelle proteste seguendo la terna mentre la filmava con il proprio smartphone». Squalificato anche il responsabile dell’area tecnica Giacomo Diciannove, sarà inibito allo svolgimento di ogni attività fino al primo di settembre di quest’anno.

Non è la prima volta che il presidente Criscitiello riceve una pesante sanzione disciplinare. Nell’autunno del 2018 venne squalificato per due mesi. Nel referto del giudice sportivo di allora si legge: «Criscitiello, allontanato nel corso del secondo tempo per essersi avvicinato alla panchina della società ospitata con fare minaccioso, al termine della gara, nello spazio antistante gli spogliatoi raggiungeva un dirigente avversario e lo colpiva con uno schiaffo al viso e un calcio all’altezza del fianco. Veniva bloccato e condotto all’interno dello spogliatoio solo grazie all’intervento dei dirigenti della società ospitante». All’epoca dei fatti lui si difese spiegando in un tweet di essere stato offeso dal dirigente avversario: «I vocaboli “handicappato” e “mongoloide” nella vita non vanno mai usati. Neanche su un campo da calcio. Per questo non mi pento della reazione e ritengo giusta la squalifica».

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 04 marzo 2021 alle 21:41 / Fonte: corriere.it
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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