La storia del portiere della Juve Stabia Demba Thiam non è solo una storia di sport ma anche una storia d'amore. Quella di sport recita che per il portierone stabiese è stata una stagione eccezionale, trentacinque partite a difendere la porta stabiese delle quali 20 senza subire gol. Una stagione meravigliosa che grazie al pareggio per 0-0 di Benevento di lunedì scorso è culminata con la promozione in serie B con tre giornate di anticipo sulla fine della campionato. Una stagione che ha consacrato il 26enne senegalese, quale migliore portiere della serie C. Demba Thiam, in prestito alla Juve Stabia dalla Spal, ha vissuto una stagione incredibile con la quale ha raggiunto il sogno di una vita. Una vita che spesso è stata difficile con lui e che non sempre gli ha permesso di pensare solo al calcio. Oggi però è felice grazie alla magica notte di Benevento dopo la quale ha raccontato al "Corriere dello sport" di non essere «riuscito a dormire per la stanchezza della partita e l'adrenalina. Ci sta tutta, era importante non perdere a Benevento e chiudere il discorso qualificazione». Dicevamo per della sua storia che però non è fatta solo di sport perché il portierone stabiese è anche finito sui giornali per alcune iniziative sociali meritevoli di attenzione. Come ad esempio quella che riguarda la sua adesione alla campagna "Black Lives Matter" e il no al razzismo dopo che a giugno dello scorso anno, mentre giocava nel Foggia venne squalificato per aver reagito agli insulti razzisti dei tifosi del Cerignola. Di quel suo gesto se ne parlò poco. Pochi giornali lo misero a fuoco. Il nome di Thiam non faceva rumore come quello di Lukaku o Juan Jesus. Fortunatamente però oggi ciò che accadde a Foggia è solo un brutto ricordo e lui ci tiene a precisare di non credere «che l'Italia sia un paese razzista». Punto, per lui quello è ormai un capitolo chiuso grazie alla stagione che sta vivendo con la Juve Stabia. «Il nostro segreto, mio e della squadra, è il gruppo: umiltà, lavoro e cuore» ammette il giocatore. Ed è proprio il cuore la parola chiave che spesso fa capolino nella storia di vita di questo ragazzo, alto più di 2 metri, sposato con una ragazza italiana e padre di Aidina, la sua bambina che gli somiglia tantissimo. «In famiglia siamo italo-senegalesi e ogni estate torniamo in Africa: mia moglie e mia figlia amano il Senegal così come io amo l'Italia» dichiara al Corriere dello Sport.
Nella notte magica del pareggio di Benevento che ha prodotto la promozione in serie B della sua Juve Stabia il suo telefonino ha squillato costantemente, senza tregua, erano le tante persone che gli volevano fare i complimenti. Una pioggia di messaggi WhatsApp. Tra questi anche uno speciale arrivato dalla capitale inviato dall'allenatore della Roma, Daniele De Rossi. I due si sono conosciuti a Ferrara quando il tecnico romano allenava la Spal. Due giovani che per certi versi nella stessa stagione stanno coronando il loro sogno. Sembra quasi un segno del destino. De Rossi con la sua Roma e lui con la Juve Stabia. E nonostante che l'allenatore giallorosso non lo utilizzasse spesso come titolare i due sono rimasti in ottimo rapporti. «Sì - conferma Thiam al Corriere -. Ci sentivamo spesso, anche prima che andasse alla Roma. Lo considero un allenatore tra i più forti perché sa cosa vuole e ha le idee chiare su come far giocare la squadra. Mi ha fatto molto piacere ricevere un suo messaggio per farmi i complimenti mentre tornavamo a Castellammare in pullman». Ed è proprio per questo che la storia di Thiam non è solo una storia di sport ma, soprattutto, una storia cuore perché quando lui legge la scritta sullo striscione dei tifosi "ThiAmo" si emoziona, «È tutto nato dai tifosi stabiesi. Non dico così perché abbiamo vinto il campionato ma è gente meravigliosa: di piazze ne ho vissute tante ma chapeau ai tifosi della Juve Stabia». Decisamente una storia d'amore e di cuore, il cuore di un ragazzone e di una tifoseria eccezionale.
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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