I calciatori del Potenza non sembrano volere seguire la "linea" tracciata dal presidente rosso-blù Salvatore Caiata e l'odierna lettera inviata ad una sola testata giornalistica lo fa capire. Sono sbagliati i modi ed i tempi e se gli atleti del club lucano pensavano di fare cosa buona e giusta ecco che ne è uscito fuori un "pasticcio".

Sembra quasi una "ghirellata", sembra che qualche esponente dell'Aic possa avere imbeccato i giocatori del Potenza a scrivere un qualcosa che dice e non dice. Non tutti i calciatori cari al leone rampante, va detto, volevano partorire una simile missiva ma poi ha prevalso il "gruppo" ed eccoci qua a dover commentare l'inaspettata lettera che qualcuno poi dovrà chiarire. Non si tornerà più in campo ed alla fine è giusto così ma allo stesso tempo vanno anche tutelate le famiglie di tanti calciatori di Serie C che non navigano nell'oro e che spesso e volentieri possono basarsi su di un singolo stipendio mensile. Serve chiarezza a livello nazionale ed in seno ad ogni singolo club professionistico ma in un momento in cui purtroppo certezze non ce ne sono per nessuno bisognerà soffrire ancora ma una cosa è certa ...tutti torneremo a gridare FORZA POTENZA!

Il quadro è, come spesso accade, avvilente. Decisionismo assente, così come idee e progetti per affrontare una crisi inattesa. Da un lato i club hanno proposto alternative, protocolli per la ripartenza, dall’altra si sono trovati spesso a schiantarsi contro muri di gomma. Il calcio non è una priorità, ma i lavoratori del calcio (e non confondiamoli con i calciatori milionari) hanno una dignità pari a quella di tutti gli altri lavoratori. E per questo andrebbero ascoltati, aiutati, sostenuti. 

Che la gestione della situazione sia sfuggita di mano, diventando un braccio di ferro ideologico invece di una partecipata gestione del problema, lo dimostra l’assurda decisione sugli allenamenti. Possibile che un normale cittadino possa correre al parco e club con strutture e medici di primissimo livello non possano organizzare allenamenti individuali nei loro centri sportivi? È la logica che viene meno, che crolla di fronte a banali considerazioni di immediata comprensione. 

C’è il futuro immediato del calcio da decidere. C’è un effetto a cascata che in molti stanno sottovalutando, assumendosi il rischio di un tracollo che andrà a colpire i più deboli e non i più forti. Questa sindrome contro il pallone dei viziati, rischia in realtà di colpire in maniera irrecuperabile gli operai del calcio. I dimenticati. Quelli che non hanno voce per farsi sentire da chi si sta perdendo in un capriccio. 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 29 aprile 2020 alle 19:39
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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