«Il calcio, così, appassiona molto meno gli italiani», rileva il numero uno del Coni Giovanni Malagò, a margine della presentazione degli Educamp, i centri estivi del Coni. Che gli italiani siano meno attenti all’epilogo di questo campionato, sottolinea Malagò, lo dicono anche i dati: «Siamo passati da 6 milioni di spettatori a 3 milioni e mezzo e mancano ancora sette giornate». Per questo l’auspicio è di «riportare presto la gente negli stadi, nonostante questa soluzione di ripartenza fosse la migliore sul tavolo».

Si dovrà monitorare, però, l’evoluzione dell’epidemia che sta riuscendo a far impazzire i calendari di tutti gli sport, diventando un grattacapo anche per chi, come Malagò, deve monitorare l’organizzazione degli eventi, la preparazione degli atleti e, soprattutto, «la tenuta finanziaria delle federazioni, che per me è fondamentale», dice Malagò per spiegare la retromarcia arrivata sui mondiali di sci a Cortina, che proprio Malagò aveva chiesto di posticipare al 2022 e che invece sono stati confermati nel 2021. Si doveva «evitare che la federazione di sci incontrasse serissimi problemi finanziari, visti i ricavi potenzialmente mancanti», ma nel momento in cui si è trovata, aggiunge Malagò, «una soluzione con la federazione internazionale e con una forma di assicurazione da parte di istituzioni locali e statali, allora a parità di condizioni economiche è meglio anche per me rimanere fermi al 2021».

Quello che non è accaduto con i mondiali è capitato invece con la Ryder cup, ricorda Malagò, la cui prima edizione italiana si terrà non più nel 2022, ma nel 2023. «Non me l’aspettavo, non c’erano campanelli d’allarme, ma in America nel 2020 non potranno organizzarla per colpa della curva epidemiologica ancora in salita e far slittare la loro edizione, ha influito anche sulla nostra».Tra meno di due settimane, poi, sarebbero partiti i Giochi olimpici in Giappone e forse è questo ciò che fa più male. «Ci faremo trovare preparati», assicura Malagò, ma per il portabandiera «non avevo ancora proposto alcun nome, quando abbiamo saputo del rinvio». Un discorso che verrà affrontato «non prima del giugno del prossimo anno, perché ad oggi – spiega Malagò - siamo ancora a soli 208 atleti convocati, ma molti, potenzialmente portabandiera, ancora non hanno l’ufficialità di poter andare alle Olimpiadi».

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 09 luglio 2020 alle 23:40 / Fonte: La Stampa
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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