All'8 Agosto 2016, ad un anno dall'insediamento di Vertolomo e Vangone in sella al leone rampante, può definirsi definitivamente conclusa l'avventura di V&V nel capoluogo. L'addio di Serigne, uno dei tre soli over presenti in ritiro, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non tanto per il valore, anche discutibile, del calciatore, ma come fattispecie di un inevitabile crollo, un'ennesima scossa tellurica che funge da avvisaglia di un evento più catastrofico.

I due co-presidenti barcollano oramai come due pugili suonati pronti ad andare K.O., stesi dalla loro approssimazione e incapacità gestionale. Sin dal primo giorno i due "Totò e Peppino pallonari" sembravano due pesci fuor d'acqua, con la serie di sfortunati eventi che sembrava essere frutto del ritardo e delle vicissitudini scaturite dalla passata gestione. 

Ed invece quei grossolani errori erano segnali sintomatici di una spiccata, quanto palese, mancata conoscenza dell'argomento. Le basi di una società sono fornite dal proprio organigramma, costituito da profesionisti del settore che tramite adeguati compensi permettono al club di risparmiare ed investire in maniera oculata il budget stanziato senza sprechi ed eccedenze. E invece nulla... V&V dall'alto della loro cattedra di saccenza hanno scaricato costantemente barile sul lunghissimo elenco di dirigenti che si sono succeduti. Ma qualcuno li avrà pur scelti...?! 

Dal 9 maggio scorso il Potenza avrebbe dovuto sin da subito darsi un'organizzazione, visto che mancavano persino i cerotti e i calzettoni, basata su uno staff dirigenziale, organizzativo, amministrativo, comunicativo e sanitario. L'unica spiegazione è fornita solo dall'effetto "Dunning-Kruger", vale a dire "l'incapacità metacognitiva, da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri limiti ed errori". In questa distorsione sono racchiusi gli ultimi 365 giorni rossoblu di Vertolomo e Vangone. La mancanza di un definito assett societario ha di seguito fatto piombare in caduta libera i vertici del leone rampante che in mancanza di un direttore sportivo all'altezza, dato che Flammia non può definirsi tale, e di un esperto consulente di mercato hanno commesso gli stessi errori della passata stagione. 

Dopo aver tesserato 6 portieri chiunque sarebbe partito dall'estremo difensore come primo tassello dell'organico, ma non di certo loro... dopo la frattura netta con la tifoseria chiunque avrebbe cercato di riconquistare la fiducia dei tifosi a suon di colpi di mercato e senza insensati proclami sbandierati... figuriamoci loro... dopo aver fatto sfigurare la piazza calcistica presentando diversi tesserati(tra calciatori e dirigenti) scomparsi nel nulla nei giorni a seguire, chiunque avrebbe imparato la lezione... ma indovinate? Non di certo loro...

Tirando le somme sono trascorsi tre mesi di nulla assoluto con quasi tutti i calciatori delle 162 squadre di serie D e centinaia di Lega Pro contattati dal Potenza e tutti, dico tutti, che hanno cortesemente declinato preferendo magari accasarsi al Picerno o alla Vultur. Tre mesi dove si è prodotto meno di zero perchè si è dilapidato un vantaggio su cui non si è potuto contare nella passata stagione: il tempo... tempo fondamentale che, mettiamoci l'anima in pace, condizionerà in ogni caso anche la prossima stagione. Peccato capitale che diventa ingiustificabile e incomprensibile dopo i tormenti patiti e che martorierà i colori rossoblu anche in futuro. Il "VVF"(Vertolomo, Vangone, Flammia) invece di tutelare il vecchio leone ne sta letteralmete abusando. 

E' arrivato il momento di guardarsi alle spalle, valutare quanto fatto, pesare le aspettative future e fare un passo indietro realizzando l'impossibilità di dare seguito ai programmi annunciati non riuscendo ad allestire una rosa da vertice. Se poi si vorrà far passare la "lana per la seta" questo rientrerà nelle responsabilità e nel rapporto di trasparenza e sincerità dei due campani nei confronti dei fitosi. Dunque non resta che prendere coscienza dei propri limiti ed errori consegnando la squadra nelle mani del sindaco perchè oramai è lampante che le parole dei due presidenti valgono come il "due di coppe " con la briscola a "bastoni": cioè niente. Ma non lo dico io, lo dice la piazza che lo chiede a gran voce, si respira in città e si sente sulla pelle.

Siamo al punto di non ritorno, Vertolomo e Vangone non potranno più ricucire lo strappo con tifosi, con la comunità, con l'amministrazione e con gli organi di informazione.... se si è legati al leone rampante è tempo di lasciarlo andare per salvaguardarne la specie dopo che i bracconieri V&V ne stanno mettendo a forte rischio la sopravvivenza...

Sezione: Editoriale / Data: Lun 08 agosto 2016 alle 19:09
Autore: Manuel Scalese / Twitter: @ManuelScalese
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