Partiamo da un presupposto: il calcio non è essenziale per la vita ma è parte, bene o male dell'esistenza degli appassionati. Di calcio si parla in tutte le salse e ognidove e anche i meno esperti almeno una volta nella loro esistenza hanno dovuto rispondere alla classica domanda "per quale squadra tifi?" e le risposte partono sempre, in maniera piramidale dalle compagini più note Juventus, Milan, Inter, Napoli per citarne alcune mentre i tifosi pronunceranno orgogliosi il nome della squadra della propria città. Il calcio muove gente, il 31% degli italiani lo preferisce tra tutti gli sport, muove denaro, tanto denaro, sia direttamente che indirettamente specialmente sull'indotto e genera ricavi pari al 3% del PIL italiano (Osservatorio sullo Sport System, 2022) e per questo le società di calcio, molte a Responsabilità Limitata, poche Spa, se vogliono andare avanti devono operare con logica aziendalista al di là della passione e applicando una ferrea pianificazione dove il mantra da utilizzare dovrebbe essere sempre quello di non fare il passo più lungo della gamba. Inoltre, sono i progetti strutturali e tutto quanto ruota attorno a finanziare la squadra e mai il contrario, con una base societaria solida, uno stadio di proprietà o in gestione pluriennale dove poter fare investimenti (investimenti non beneficenza che è altro) si può alimentare la squadra facendole ottenere progressi costanti. 

Il Potenza. La società rossoblu appartiene a un imprenditore, Donato Macchia, che dall'inizio dell'avventura ha sempre dichiarato che avrebbe operato con programmazione e che i risultati si sarebbero ottenuti nel tempo non definendo esattamente il periodo quindi, se sui Social si legge di scadenze biennali o triennali queste sono pure interpretazioni personali degli autori dei commenti. Ma su questo il patron è stato sempre chiaro e alzare l'asticella stagione dopo stagione non significa per forza puntare alla promozione ma creare una base solida per poter essere pronti all'evenienza che potrebbe capitare anche in maniera inaspettata. Proprio partendo da quest'ultimo concetto dobbiamo accettare e pazientare senza abbatterci o esaltarci a seconda dei risultati. La scorsa stagione il Potenza è partito male ma i giovani hanno dimostrato di apprendere e valere la categoria, gli over hanno ingranato, il mister ha quadrato il cerchio centrando la salvezza, il DS Natino Varrà ha piazzato buoni colpi a livello aziendale (ed è questo il suo ruolo principale) e ha creato una base sportiva da cui ripartire per la prossima stagione... al di là dei singoli elementi infatti, se il Leone dovrà ripartire senza alcune pedine perché hanno scelto altro o per fini di bilancio, non deve essere un dramma perché ciò che conta è proseguire nel progetto, un passo dopo l'altro senza salti pericolosi che potrebbero essere deleteri.

[Voceroca]

Sezione: Editoriale / Data: Ven 16 giugno 2023 alle 14:25
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
vedi letture
Print