Domenica scorsa, al Viviani,  un tifoso, non  giovanissimo, ha fatto le spese nel cercare di separare contendenti che si azzuffavano per opinioni diverse sulla disamina del momento non felice della squadra rossoblù. E’ qualcosa che amareggia, che mortifica, che avvilisce!

Violenza, atti vandalici, simulazioni e slealtà sportiva, sia da parte degli spettatori che  dei giocatori sono normali, anche se  fortunatamente, ultimamente, qualcosa è cambiato, in meglio!

Lo sport e soprattutto il calcio  è visto come un “duello” nel quale si cimentano due squadre che rappresentano colori diversi e dove il principio fondamentale è quello di vincere, utilizzando qualsiasi mezzo a disposizione. L’avversario è spesso considerato il rivale da sconfiggere, il nemico che ha il torto di ambire anch’egli alla vittoria. La sconfitta è vissuta, in alcuni casi,  in maniera drammatica,  come un affronto a livello personale.

Ci si dimentica, che lo sport,  dovrebbe essere  il veicolo di sana competizione sportiva.  Gli stessi calciatori spesso si esibiscono in atteggiamenti non consoni allo spirito di lealtà.  Nella realtà calcistica attuale,  l’arbitro è visto, non come  chi deve garantire imparzialità e giustizia, ma come colui che in taluni casi, in malafede, con le sue decisioni può capovolgere ed indirizzare la gara verso un risultato prestabilito; già il solo pensare che non ci sia buonafede da parte del Direttore di gara è inquietante. Nel caso specifico della serie D ci si dimentica che gli arbitri sono anch’essi della categoria dilettantistica!

Sarebbe auspicabile che ai bambini  dei “vivai”  venga inculcato il vero senso dello sport come palestra non solo di sport,  ma di vita.

Quando si assiste ad altri sport tipo rugby, ciclismo, o atletica si vede che la filosofia, sia degli atleti che degli spettatori è completamente diversa. I perdenti delle gare , in molte occasioni,  si complimentano con l’avversario per il risultato raggiunto. Gli spettatori seguono le gare assieme, senza divisioni di sorta,   applaudendo il campione e la squadra vincente.

Anche sui social si verificano, spesso, discussioni, sulla squadra del cuore, più o meno qualificate.

E’ sorto, pertanto, da pochi giorni un nuovo “gruppo chiuso” facebook, “FORZA POTENZA OVER 40-50-60 GRUPPO STORICO ANNI 90”,  creato con felice intuizione da Walter Trivigno  che, con una selezione anagrafica, puntando solo su appassionati “maturi e datati”,  vuole stare vicino alle sorti del leone rossoblù,  attraverso discussioni pacate,  consentendo assoluta libertà di pensiero e di opinione, senza però esasperazioni di toni e di parole.        

Bisogna sempre ricordare che  lo sport è un fenomeno di socializzazione e occasione d’incontro.

Certamente è fuori tempo la massima del barone Pierre de Coubertin “l’importante è partecipare, non vincere”, ma  lo sport deve essere un modo per stare insieme, nel vivere civile,  con atteggiamenti di Fair Play.

Tifo SI, violenza NO !

 

Fotocollage : di Vito Tramutola (“cafè Blue Moon”) , che si ringrazia

                                                                  

     

 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 07 dicembre 2017 alle 00:02
Autore: Giuseppe Rita
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