La società  del Potenza ha iniziato un nuovo corso con l'ingaggio del DS Martino, il presidente Caiata potrà anche dedicarsi ad altri compiti, così come Flammia. Sulle spalle del neo DS pesa già una rifondazione di questa squadra perché è inutile appellarsi alla sfortuna, come diceva Gallo: "La sfortuna non esiste ma esistono gli errori e l'imprecisione", questa compagine ha grandi limiti emersi già dalle prime battute, si dice che ognuno sia artefice del proprio destino...

L'ottimismo di qualcuno con il supporto di medie/punti e comparazioni con gli altri allenatori è apprezzabile anche condivisibile ma questo campionato è stato inquadrato in maniera probabilmente errata nella valutazione complessiva confidando più sulle eventuali carenze tecniche delle avversarie che sul proprio valore. La realtà è ben diversa e le altre sorelle non sono rimaste a guardare ma quasi tutte hanno allestito compagini con un buon tasso tecnico e questo campionato è diventato molto complicato per il Potenza e lo sarà di più se non si inverte rotta.

Si vuole cambiare, in corso d'opera ma aspettando il mercato di gennaio come se fosse il toccasana per ogni male. Ma per rivoltare come un calzino la squadra ci vorrà un cospicuo investimento anche perché con gli infortuni di Nigro, Costa Ferreira, Romero e Guaita probabilmente gli innesti non potranno essere contenuti e poi ci sarà sempre da fare il raffronto con le operazioni di mercato delle altre compagini che non staranno ferme al palo, insomma, una brutta gatta da pelare per il DS Martino.

Ultima riflessione. Le dichiarazioni del presidente, inoltre, ridimensionano un po' il tutto, il Potenza deve confrontarsi con le piccole, anzi piccolissime realtà della Serie C, anche se sfugge il nesso con la popolazione della città e il blasone sportivo perché altrimenti un Empoli in A sarebbe una bestemmia. Probabilmente, è più facile raffrontarsi al capitale e alle capacità che hanno queste società che riescono a calcare i campi della massima serie, o anche della serie B, alla faccia di Bari, Taranto, Foggia, Catania, Palermo, Messina, Padova per citarne alcune con un grande bacino d'utenza. 
Il calcio è bello proprio perché alcune città sono riuscite a scalare le serie pur appartenendo a piccoli/medi centri. 
Giusto però prendere coscienza della limitatezza di strutture, di capitali, della mancanza di programmazione sia politica che, dobbiamo ammetterlo, societaria per non aver cercato di pianificare il futuro magari già da qualche anno. Un biasimo va anche al Comune di Potenza che, in materia di impiantistica sportiva, base per una programmazione seria, sta collezionando una serie di figuracce e quella relativa ai lavori a tappe che si stanno realizzando al Viviani è l'ultima della sequenza. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 14 novembre 2021 alle 22:10
Autore: Redazione 3 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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