Il recente riconoscimento da parte della R.E.A. (Radio Televisioni Europee Associate), presieduta dal dottor Antonio Diomede, per il potentino Bonaventura Postiglione, detto Nino, definito «il primo pioniere delle Radio libere in Italia», ha subito sortito i primi effetti!
Infatti, l’Amministrazione Comunale di Cittiglio (Varese), guidata dal leghista dottor Fabrizio Anzani, ha intitolato, su proposta del Consigliere con delega alla Cultura e alla Pubblica Istruzione e Capogruppo di maggioranza, professor Gerardo Chiricchiello, un largo alle “Radio libere 1976, nel ricordo di Nino Postiglione”. Cittiglio, Comune gemellato, nel 2005, con Camerota (Sa), è una splendida località, in provincia di Varese, ad un tiro di schioppo dal lago Maggiore, famosa per le tre cascate: un’attrattiva unica nel territorio dei laghi! Va anche sottolineato che è il paese natio del celebre ciclista Alfredo Binda (1902-1986, vinse 5 edizioni del Giro d’Italia e 3 Campionati del mondo su strada!), dove ogni anno si svolge la Coppa del mondo di ciclismo femminile.
Per la cronaca, Cittiglio è il primo Comune del Nord Italia ad onorare le Radio libere, con l’anno della storica sentenza della Corte Costituzionale che liberalizzò l’etere, sancendo la legittimità di trasmissioni radiofoniche purchè a copertura locale, e il nome del potentino Nino Postiglione, che, nel 1973, registrò, presso la Camera di Commercio della sua amata Città, la ditta “Radio Diffusione”, che, poi, diventò Radio Potenza Centrale: uno dei Network radiofonici più ascoltati nel Mezzogiorno d’Italia! Nella delibera, vengono sviluppati, prima dell’intitolazione, tutti i momenti più significativi del magico periodo delle Radio libere, che caratterizzò, dal punto di vista culturale e sociale, i decenni a venire.
Il largo, intitolato a Nino Postiglione e alle Radio libere 1976, nel cui ingresso c’è un’edicola votiva di San Pio da Pietralcina, è molto frequentato ed è attraversato da due strade che si immettono sulla provinciale!
Tanti eventi storici si prestano a rappresentare l’incipit di una narrazione su quanto in Italia sia stata fondamentale, ma ardua, la liberalizzazione del settore televisivo e radiofonico. Tuttavia, con molta probabilità, l’episodio più significativo, poiché rende nell’immediato la cifra tematica, probabilmente è il seguente: nel 1973, l’allora Governo Andreotti cadde proprio a seguito delle polemiche scaturite dall’operato del Ministro delle poste e telecomunicazioni,Giovanni Gioia, che aveva dichiarato fuorilegge le stazioni locali via cavo messe in piedi da privati.
Non andò meglio al successore di Gioia, Togni, che sul tema incassò l’alt dalla Corte Costituzionale , sullo smantellamento dei ripetitori di due emittenti stranieri, poichè «l’esclusiva statale sbarra la via alla libera circolazione delle idee». Svolta giuridico-istituzionale, sigillata dal successivo pronunciamento, nel 1976, sempre della Corte Costituzionale che sanciva la totale libertà di trasmissione via etere ma sempre in ambito locale. La «libera circolazione delle idee», un bene essenziale della vita democratica.
Ciò che oggi può apparire scontato, così non lo è stato se, per l’appunto, per evitare l’«autarchia nazionale delle fonti di informazione» è dovuta intervenire la Corte Costituzionale che ha riabilitato quanti già dai primi anni ‘70, sul terreno delle libertà civili, “giocando” con lo Stato a guardie e ladri, erano travestiti da pirati dell’etere. La battaglia che ha visto tra i protagonisti in Basilicata col potentino Bonaventura Postiglione conosciuto nell’etere come “Nino Istrione” riconosciuto dalla Rea ( Radio televisioni europee associate) , come primo pionere del le Radio libere in Italia».
Senza inoltrarsi in digressioni valutative sull’attuale stato della «libera circolazione delle idee», pressocchè infinita la disponibilità odierna degli strumenti sicuramente, però, non è un caso che proprio in seno alla contemporaneità, si è originata a mo’ di esigenza, la volontà di fissare con giusta importanza quel periodo storico.
In merito, interessanti spunti sono offerti proprio dall’atto con cui il Comune di Cittiglio, in provincia di Varese, in Lombardia, ha deciso di intitolare il parcheggio di via Prolampo a «Largo Radio Libere 1976, nel ricordo di Nino Postiglione».
Su tutti, un passaggio risalta subito all’attenzione scorrendo l’atto comunale: «La stagione delle “Radio libere è stata una stagione di libertà di pensiero».
La Giunta comunale ha inteso anche ricordare come proprio la Corte Costituzionale «fece uscire dalla clandestinità i pioneri dell’etere». Ecco dunque quanto siano importanti le motivazioni che hanno spinto la Giunta comunale a trazione leghista a intitolare il largo all’«indimenticato Nino Postiglione di Potenza», menzionate dal Comune insieme alla figura del pionere lucano le famose “Radio Alice” e “Radio Aut” di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978. Come specificato dal Comune di Cittiglio, le cosiddette radio libere «rivestirono un ruolo decisivo nella rivolta studentesca e nella lotta alla mafia».
Se si pensa alla telefonata in diretta di Radio Alice ad Andreotti, con lo speaker che fingendosi Umberto Agnelli gli disse «Andreotti tu sei pazzo, la classe operaia non pagherà più un cazzo!», o ai racconti in versione satirica di fatti drammaticamente reali, di Impastato sul dittatore di Mafiopoli, Tano Seduto, il boss Gaetano Badalamenti, o al “Tormentone” di Nino Postiglione, facilmente si troveranno risposte alla domanda sull’importanza, a distanza di 50 anni, del ricordare i pioneri dell’etere.
Così come altrettanto agevole sarà trovare la risposta al perchè nel mare magnum dell’overload moderno, l’isola dei pioneri sia tappa di viaggio imprescindibile: la ribellione in stile «tafano che punzecchia la vecchia cavalla» ha un fascino che percorre la storia.
Autore: Redazione 1 TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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