Dopo tre anni, ben 1146 giorni esatti, è serie D. Tre anni vissuti come sulle montagne russe, con alti e bassi, emozioni a non finire; canti di gioia e urla di rabbia, rincorse impossibili sfioriti tutti in una calda serata di fine giugno. Dopo questo playout è necessario un riordino delle idee, una rivoluzione più che altro tecnica e mentale che non deve escludere nessuno.
Perché nella retrocessione del Bisceglie nella stagione 2019/2020, partita con premesse felici e straordinarie nello scorso agosto, la responsabilità deve coinvolgere tutti e l'esito infausto indubbiamente non si è materializzato nella doppia sfida con una Sicula Leonzio che ha ben giocato a memoria ma nel corso di un'annata dove tanti sono stati i punti di domanda, a cui non è stata data risposta, dalle uniche vittime di questo torneo: i tifosi, coloro che hanno cercato di andare in campo con il cuore e con la voce, sia da vicino che da lontano e nei momenti di quarantena forzata, e che speravano in un finale completamente diverso e inaspettato.
Mister Gianfranco Mancini, rispetto alla gara di tre giorni addietro, ha optato per il 4-2-3-1 imperniando la propria difesa su Hristov e Diallo centrali, con Karkalis e Petris titolari delle corsie: due centrocampisti di quantità come Rafetraniaina e Zibert che hanno sostenuto le mezzepunte Dellino, Trovade e Romani. Montero, di rientro dalla squalifica, unica punta con Gatto ed Ebagua a scalpitare in panchina. Undici confermatissimo per i padroni di casa con l'unica eccezione di Scardina, squalificato per l'espulsione rimediata in pieno recupero.
Subito al primo minuto la Sicula Leonzio ha fatto sentire la propria presenza con la botta di prima di Facundo Lescano, abile a tenersi in gioco sbilanciando Diallo e Hristov: respinta con sicurezza di Casadei.
Risposta nerazzurra con il traversone di Trovade ben recepito da Hristov in proiezione offensiva; girata imprecisa di sinistro dal limite con Fasan che rimasto a guardare. Lo stesso Trovade ha provato dai venticinque metri al settimo con una botta sbilenca.
Il colpo al volo in velocità di Provenzano, su pregevole torre di Catania, ha messo i brividi alla retroguardia nerazzurra ancora impreparata ma è il portiere ex Gozzano a togliere sempre le castagne dal fuoco come in occasione dell'inzuccata di Facundo Lescano su cross di Palermo, decisamente centrale.
Al ventesimo il Bisceglie si è riaffacciato verso lo specchio della porta di Fasan con la cartuccia sparata da Romani dal vertice basso dell'area di rigore sinistro ma il portiere è attento. Il Bisceglie ha fame e si è visto prima della mezz'ora: cross insidioso di Romani dalla sinistra con il primo tentativo ravvicinato di Montero e la gran parata di Fasan; sulla respinta ci ha provato Dellino ma Bachini ha murato la conclusione a pochi passi dal sette.
In contropiede la Sicula, conscia di proteggere il risultato, ha guadagnato il primo corner a favore e sulla ribattuta di Montero e Parisi ha potuto crossare per la testa di Facundo Lescano; il disimpegno di Petris viene raccolto da Palermo che ha provato invano dalla distanza.
Al trentacinquesimo episodio sospetto con la triangolazione tra Dellino e Montero che finisce davanti all'attaccante iberico, forse atterrato in piena area di rigore: vibranti le proteste degli stellati ma l'arbitro ha ravvisato un fallo dello stesso punteros ospite.
Primo tempo che si è concluso con gli ospitanti in crescita incrementando il computo dei calci d'angolo ma trovando comunque la difesa stellata più granitica e attenta.
Nella ripresa il Bisceglie è tornato mantenendo lo stesso piglio ma Dellino è impreciso al minuto quarantotto con il tentativo ad effetto colpito male d'interno destro. Il trainer polignanese è parso deciso a passare ad una mentalità ultra offensiva con l'inserimento di Nacci ed Ebagua al posto degli ottimi Romani e Dellino per un 4-3-3 che avrebbe potuto ristabilire le sorti del match. Ancora Bisceglie con la sponda di Zibert al cinquantasettesimo per Gatto che in girata ha spedito la palla sul palo più lontano.
All'ora di gioco Hristov ha rischiato l'autorete rimediando su una apertura di Sabatino, appena entrato a rimpiazzo di Bariti, per Facundo Lescano proteggendo la porta sguarnita con Casadei fuori dai giochi; sul successivo corner nulla di fatto.
Lia e Maimone entrati a rinforzo della squadra, hanno permesso di far rifiatare Parisi e Provenzano mantenendo un atteggiamento attendista e cautelare: difatti il Bisceglie dal settantesimo non è riuscito ad entrare più in area di rigore fino al corner in cui Sabatino forse ha smanacciato per respingere.
Il Bisceglie del tutto sbilanciato, ha regalato un corner ai padroni di casa su cui si è avventato Emanuele Catania (ha giocano nel Potenza nelle stagioni 2008-2010 NdR); il numero nove bianconero libero in area ha svettato incornando il cuoio che ha tolto le ragnatele dall'angolo più lontano di Casadei.
Con la sfida ormai compromessa Mancini ha esaurito il bonus cambi con l'avvicendamento di Cardamone e Abonckelet in luogo di Karkalis e ZIbert sperando in quel tutto per tutto che è sembrato allontanare sempre più il club nerazzurro dall'ambito obiettivo della salvezza. A dieci giri di lancette dal termine Gatto ha fatto sponda a favore di Montero ma la conclusione è imprecisa. Due minuti dopo finezza di Lescano per Maimone involatosi al centro e pronto a scaricare un tiro al limite dell'area troppo ambizioso.
Il Bisceglie ha pressato i lentinesi ancora di più trovando la porta solo con Rafetraniaina che a botta sicura ha trovato l'opposizione di Fasan e con la deviazione di Catania sulla traversa in virtù del tentativo sottorete di Ebagua.
Queste le ultime concrete occasione di una gara che non ha potuto dire più nulla se non testimoniare la terza permanenza della categoria per i bianconeri del presidenti Leonardi, già effettivamente salvi per regolamento a seguito dei nove punti che in graduatoria li aveva separati dagli avversari.
Per il Bisceglie è il momento della riflessione e della conseguente rivoluzione in tutti i settori di questa gloriosa società perché, questo è da ricordarselo sempre, la serie D può anche non essere una mera stazione di transito.
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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