Alfredo Viviani è stato molto più di un semplice dirigente sportivo: è stato il padre fondatore del Potenza Calcio, l’uomo che per primo seppe dare forma e identità a un sogno collettivo. La sua visione, unita a una passione incondizionata per il calcio e per la sua città, ha gettato le basi di una storia calcistica che ancora oggi unisce generazioni di tifosi.
Viviani non fu soltanto un organizzatore, ma un autentico costruttore di valori. Intuì l’importanza di rendere il calcio un punto di riferimento per la comunità, un luogo in cui riconoscersi e ritrovarsi. Con dedizione e spirito pionieristico, trasformò un’idea in una realtà sportiva capace di accendere entusiasmo e appartenenza. Il suo lavoro – spesso silenzioso, sempre instancabile – contribuì a radicare nel territorio una passione che continua a vivere. A lui è intitolato lo stadio cittadino, non per semplice riconoscenza formale, ma perché nessun luogo avrebbe potuto meglio rappresentarne l’eredità. Ogni volta che il Potenza scende in campo, ogni coro, ogni bandiera, ogni emozione rivive anche attraverso la sua storia. Con Viviani si ricorda l’origine di un’identità sportiva, ma soprattutto l’impegno di un uomo che seppe credere in un progetto quando era ancora solo un’idea. La sua figura resta un punto fermo nella memoria del tifo rossoblù: un esempio di passione autentica, di visione e di amore per la propria città.
LA STORIA
Alfredo Viviani nasce il 22 giugno 1889 a Venosa, in Basilicata, era un impiegato statale con grande passione per lo sport. Dopo il servizio militare, superò un concorso e iniziò a lavorare come postale a Milano. Ben presto però, su decisione del padre, si trasferì a Potenza, città in cui avrebbe lasciato un segno profondo nel mondo calcistico locale. In giovane età, dopo il servizio militare, partecipa a un concorso per diventare ufficiale postale e ottiene un impiego presso le Poste. Inizia a lavorare a Milano, ma al termine del primo anno, su decisione del padre, si trasferisce a Potenza. Sfortunatamente, negli anni Trenta la sua vita fu segnata da una grave malattia: contrasse la poliomielite, che lo costrinse a letto. Morì il 7 dicembre 1937. Alfredo Viviani non è stato semplicemente un fondatore tecnico di una squadra, ma un vero e proprio pioniere: ha posto le basi del calcio organizzato a Potenza, in Basilicata, contribuendo a trasformare un’attività sporadica in un progetto strutturato, destinato a durare e a fondare un’identità sportiva per un’intera comunità. La decisione di intitolargli lo stadio cittadino è il riconoscimento di una visione, di un impegno e di un’eredità che continua a vivere — ogni volta che il pallone rotola sull’erba rossoblù.
Fondazione del calcio a Potenza
Nel 1919 (alcune fonti citano 1920) Viviani — insieme a Domenico Bavusi e Alfredo Buoncristiano — fonda lo Sport Club Lucano, società polisportiva di atletica leggera che comprendeva anche una sezione di calcio. L’attività calcistica – inizialmente a carattere episodico — iniziò nel 1921, con le prime gare regionali disputate dalla squadra. Dopo anni di avvio graduale, la squadra partecipò per la prima volta a un torneo ufficiale nella stagione 1933-34, in Seconda Divisione. Il primo presidente “formalmente riconosciuto” fu Domenico Bavusi, con l’avvocato Leonardo Morlino che curò il regolamento del sodalizio iniziale. Nel 1921 inizia l’attività calcistica, inizialmente a carattere episodico e in ambito regionale. Le prime partite vengono disputate senza appartenere ancora a campionati nazionali. Il club utilizza come campo da gioco il Campo Sportivo di Montereale, realizzato nel 1921 dal 29° Reggimento di Fanteria, rientrato a Potenza dopo la prima guerra mondiale. In queste fasi iniziali, Viviani non ricopriva il ruolo di presidente: ma la sua fu visione, impulso e organizzazione. Era il motore dell’idea di un calcio strutturato a Potenza — e il club prese forma grazie al suo entusiasmo e alla sua determinazione. Nella stagione 1933-34 lo Sport Club Lucano partecipa per la prima volta a un torneo ufficiale: la Seconda Divisione. Al termine della stagione, la squadra viene ammessa alla Prima Divisione: l’anno successivo quella categoria diventerà la Serie C. Nel 1936 la società cambia denominazione in Associazione Sportiva Potenza. In anni successivi subì ulteriori variazioni di nome, riflesso delle trasformazioni sociali e storiche del Paese.
Ruolo e impegno societario
Viviani ricoprì il ruolo di direttore tecnico e fu uno dei principali soci del club. Divenne presidente del club per diversi anni: dal 1925 al 1933, e nuovamente dal 1936 al 1937. Pur non essendo più giovanissimo, mise a disposizione del calcio potentino non solo entusiasmo, ma organizzazione e visione, contribuendo alla strutturazione di una realtà sportiva che potesse durare nel tempo.
L’eredità: lo stadio intitolato a Viviani
In riconoscimento del suo impegno pionieristico, lo stadio cittadino fu dedicato a lui: Stadio Alfredo Viviani a Potenza ne porta il nome.
Inaugurato nel 1934 come “Campo Sportivo del Littorio”, l’impianto — dopo varie trasformazioni e la fine della guerra — fu definitivamente intitolato a Viviani nel 1948. Lo stadio rimane ancora oggi uno dei simboli dello sport e della memoria cittadina, attestando il valore duraturo della sua opera. La realizzazione di un impianto degno del club fu resa possibile grazie anche all’impegno di Viviani: lo stadio fu progettato dall’ingegnere Gennaro Laurini nel 1933, e la costruzione si concluse fra luglio e ottobre del 1934. La partita inaugurale si disputò il 4 novembre 1934 tra il Potenza e la squadra “Nissena”, e terminò 1-1. Originariamente lo stadio era denominato “Campo Sportivo del Littorio” (come molti impianti costruiti in quell’epoca). Dopo la seconda guerra mondiale assunse il nome “Campo Sportivo Italia” e nel 1948 fu intitolato ufficialmente ad Alfredo Viviani, in memoria del suo ruolo pionieristico. Nei decenni successivi l’impianto subì vari ampliamenti e modifiche — ad esempio negli anni ’60, in occasione della promozione del Potenza in Serie B, furono costruite gradinate aggiuntive per accogliere il pubblico crescente.
Altri interessi e attività culturali
Prima di dedicarsi pienamente al calcio, Viviani co-fondò a Potenza, insieme all’amico Egeo Carcavallo, un quindicinale satirico chiamato “Don Chisciottino”, in cui firmava con lo pseudonimo “Tantolino”. Fu anche giornalista e corrispondente per testate come La Gazzetta dello Sport, Il Mattino e il quotidiano locale La Basilicata.
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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