Sette gol da calcio d’angolo, quasi un record. Quattro nella stagione 1970-71 col Tricarico che si aggiudicò il primato nella massima serie regionale (all’epoca era la Prima Categoria), le altre tre realizzate nel campionato precedente e sempre nelle fila dei rossoblu materani. A Luigi Iuvone piace subito mettere in evidenza questa “diavoleria” con cui divenne noto Massimino Palanca, il centravanti del Catanzaro anni settanta-ottanta che nella sua carriera tredici volte andò in rete dalla bandierina.
Nato nel 1952 a Tricarico, dove tuttora vive, “Ginetto” Iuvone è stato uno di quegli attaccanti che elevarono eccome il livello tecnico del calcio lucano di stagioni ormai lontane. All'autore dell'articolo parlò di lui per la prima volta Mimì Spina, presidente del Moliterno negli anni in cui Iuvone imperversava nei massimi campi della Regione facendo reti a raffica. «Ovunque giocavo nei dilettanti – afferma – segnavo molti gol, quasi una media di venti a stagione». Una vocazione ad andare in rete la sua che si manifestò precocemente, non aveva nemmeno sedici anni quando impresse il primo vincente sigillo in un Tricarico Cristo Re Pisticci di prima categoria finito 2-1. Del più importante campionato nella storia del Tricarico (quello della promozione in D), Iuvone sicuramente fu la prima stella, sebbene fosse ancora giovanissimo. Un torneo quello del 1970-71 dominato per tutto l’arco della stagione da un gruppo fortissimo che, oltre a Iuvone, annoverava l’ allenatore e giocatore Rocco Vista (proveniva da quel Potenza che qualche anno prima primeggiò nel campionato nazionale “De Martino”) e i vari Lapetina, Ricotta, Armignacco, Fiatamone, Giungarelli, Selvaggi. Per assicurarsi il successo finale, il Tricarico, tuttavia, dovette affrontare il Pisticci in uno spareggio. Il 30 maggio del 1971 allo Stadio “Viviani”di Potenza, davanti ad un pubblico numerosissimo con supporter di entrambe le squadre, il Tricarico ebbe la meglio col più classico dei risultati: 2-0 dopo i tempi supplementari e memorabile doppietta di Iuvone. Tanta gioia per quella promozione in quarta Serie che, però, si stemperò subito. Nonostante l’autotassazione della cittadinanza, il Tricarico del presidente Filippo Salerno non riuscì ad iscriversi all’Interregionale e, quindi, dovette, cedere il posto al club abruzzese del Lanciano. Tanta fu la delusione nella città di Rocco Scotellaro ed Antonio Infantino, tanta la rabbia anche per “Ginetto” il quale, ciononostante, si ritrovò all’inizio della nuova stagione con un posto al sole. Il maestro Alfredo Mancinelli, che sedeva all’epoca sulla panchina del Potenza, volle a tutti i costi aggregare alla rosa della sua squadra quel ragazzo dallo tiro fortissimo e dallo scatto breve. Iuvone si ritrovò in terza serie e il 10 novembre del 1971 fece il suo esordio nel vecchio “Vestuti” di Salerno, la città dove, intanto, studiava alla Facoltà di Pedagogia. Non fu fortunata questa sua prima uscita tra i semiprofessionisti, la Salernitana ebbe la meglio sugli uomini di Mancinelli con un secco 3-0.
Al Potenza “Ginetto” rimase due stagioni, poi ci fu un tentativo di ingaggio in un club di C del centro-nord, ma non se ne fece nulla. Da qui iniziò una parentesi da girovago tra i dilettanti di Campania e Basilicata. Si accasò prima all’ Eboli-Campagna poi indossò la maglia del Bernalda, Pisticci, Tolve e Pro Matera, fino a far ritorno al suo amato Tricarico. Il lavoro di insegnante lo portò a Melzo, in provincia di Milano, anche qui il ragazzo lucano dai piedi buoni seppe mettere in bella vista le sue doti. Venne tesserato in promozione dalla Vapriese e grazie anche i suoi gol alla società di Vaprio D’Adda riuscì il passaggio in quella serie D che era rimasta col suo Tricarcio come un nodo alla gola, un traguardo rimasto a metà. Dopo la Vapriese nei primi anni ottanta ci saranno per il Nostro altri scampoli di attività agonistica nei dilettanti lucani, poi arriveranno gli anni tutti dedicati all’amata scuola. Sarà insegnante di materie umanistiche e successivamente Dirigente Scolastico. «Il calcio è stato per me una forte passione giovanile – afferma - ma anche un eccellente laboratorio di vita. Come nel calcio, un istituto scolastico funzione se è ben articolato e coordinato nelle sue funzioni. Iuvone calciatore non vinceva da solo le partite per quanto fosse bravo, ma le vittorie erano sempre conseguenti ad un lavoro di squadra. Lo stesso discorso vale per Iuvone preside: se i miei istituti hanno acquisito una certa credibilità è grazie al contributo degli alunni e delle varie professionalità, maestranze». Le parole di questo “ex-Palanca di Provincia” confermano come il calcio possa affermarsi sempre in una pagina-romanzo dentro le esistenze degli uomini.
Autore: Redazione
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