Vice di Vittorio Belotti alla Cavese poi una lunga carriera nei dilettanti alla guida di Sorrento, Agnonese, Savoia, Terzigno, Trivento, Potenza, Terracina, Grosseto, Cavese, Pomigliano e Nuorese; per Massimo Agovino a Dicembre 2017 l'ultima esperienza da allenatore con l'esonero dopo 14 partite alla guida della Nuorese, formazione del girone G di Serie D. 

Ai nostri microfoni lunga chiacchierata col cinquantunenne allenatore partenopeo, tra futuro ed analisi della situazione del calcio italiano tra professionisti e dilettanti: "In questo preciso momento non sono in pole per allenare qualche squadra, purtroppo oggi la verità è un'altra a detta di colleghi più rinomati ed esperti di me, il problema non è tanto l'essere esonerati ma il fatto che al netto degli esoneri ci sono allenatori che grazie alle conoscenze trovano più facilmente una panchina grazie a queste ultime. Non voglio criticare nessuno perchè penso che ognuno è libero di agire come vuole, ma ahimè oggi si allena per conoscenza ed è un dato di fatto, poi c'è il brutto fenomeno degli sponsor con gente che millanta di essere superpartes ma in realtà porta soldi veri alle società pur di allenare".

Ultime stagioni complicate, con alcune esperienze decisamente negative: "Vengo da anni difficili, cerco sempre di far parlare il campo e non cedo a compromessi, quindi chi mi contatta lo fa perché ha fiducia nelle mie qualità. Ricordo che una volta il buon Santin disse in un'intervista che avevo scoperto l'acqua calda per quanto riguarda la situazione panchine con tanti allenatori costretti a cedere a compromessi pur di allenare. Al momento sono stato contattato dal Giulianova ma non abbiamo raggiunto l'accordo, adesso c'è un club campano che mi vuole ma non mi sbilancio perché voglio valutare al meglio la situazione. 

Ho vissuto di recente esperienze decisamente negative, penso a Grosseto dove dopo 10 giorni sono stato esonerato senza un motivo plausibile e dove ho chiesto l'annullamento del tesseramento perché erano state violate delle leggi. L'anno scorso ho cominciato a Pomigliano col Presidente Pipola, non eravamo d'accordo su certe cose ed ho dovuto salutare dopo la Coppa Italia di comune accordo con la società, poi ho avuto la sfortuna di approdare a Nuoro e lì sono stato esonerato giustamente avendo collezionato un solo punto a partita, ma bisogna anche dire che alla fine sono retrocessi comunque ed hanno cambiato tre allenatori e tre diesse in un solo anno. Mi assumo sempre la responsabilità dei miei errori, purtroppo non ho chissà quali amicizie e cerco di far parlare sempre il campo anche se oggi conta di meno".  

Nonostante i buoni risultati ottenuti esperienza negativa anche alla Cavese, società alla quale ha dato tanto: "Ho fatto quattro anni in Molise senza esoneri, poi Cava de' Tirreni e Terracina dove col mio staff abbiamo fatto cose importati ma dopo nessuno mi ha chiamato magari in Serie C per darmi un'opportunità, lo dico senza piangermi addosso ed inoltre ormai so che chi mi chiama per allenare lo fa perchè mi vuole veramente e sa che non porto sponsor e soldi. Ricordo che alla guida della Cavese, sotto la gestione del Presidente Manna dopo la prima partita ci furono divergenze per quanto riguarda la gestione tecnica e fui invitato cortesemente a dimettermi, io vivo di calcio ed è stata dura ma non fa per me cedere a compromessi.  

Tornai a Cava de' Tirreni prendendo le redini di una squadra in difficoltà e raggiungemmo grandi risultati, praticamente furono otto mesi in autogestione senza prendere un euro, alla fine tutti fecero vertenze nei confronti nel club mentre io mi accordai per quattro soldi con Campitiello. Credo che se uno tende la mano poi si aspetta un minimo di riconoscenza, all'ultima di campionato dichiarai che sarebbe stato bello avere una riconferma ed invece fui il primo ad essere esonerato, dopo che Campitiello aveva allestito una grande squadra venni ripagato in questo modo. 

Sicuramente anche io ho le mie colpe, non voglio passare per un santo ma sicuramente per un tipo onesto sì, vedo in giro tante gente che fa calcio in maniera disonesta e mi viene la pelle d'oca solo a pensare di poter finire a lavorare con uno di loro. Adesso magari può arrivare una chiamata ma a cinquantuno anni mi siedo e rifletto perchè non posso più sbagliare scelta e non voglio avere a che fare con lestofanti". 

Tanti falsi profeti del calcio in tv e sui giornali, cartacei e online, ma nonostante le ultime esperienze negative Agovino ha ancora voglia di allenare perché il calcio gli ha dato tanto a livello umano: "Quest'anno ho ascoltato alcune dichiarazioni di colleghi in tv, parlavano della piaga dei tecnici che portano sponsor ma alla fine proprio loro fanno queste brutte cose e per me è un vero schifo dare visibilità a questi individui. Vado fiero di quello che sono, non mi faccio dettare le regole, se alleno lo faccio perché le società si fidano di quello che posso dare come tecnico.

Bisogna smetterla con tutti questi fenomeni con la coscienza sporca, parlano da falsi santi ed hanno il marcio dentro, credo che anche i media debbano passarsi la mano sulla coscienza perché trovo profondamente ingiusto dare visibilità a certe persone. Sono stato invitato diverse volte in qualche trasmissione ma non sono uomo da vetrina, credo che se non si ha la possibilità di mantenere una gestione sana non si debba fare calcio, non si può essere ostaggio di allenatori e direttori che portano sponsor.

Nonostante tutti io oggi mi guardo allo specchio e mi voglio ancora bene, non ho mai tradito nessuno e mai fatto sotterfugi prendendo soldi dai genitori dei calciatori, non sono un santo ma ho fatto tante cose buone ed i giocatori sono testimoni fedeli. Ripenso all'esperienza a Cava dove non davano un calciatore in C da decenni, poi sono arrivato io e ragazzi come Palumbo, Picascia, Della Corte e Pagani sono approdati nei professionisti. A Terracina poi c'era un ragazzo, Vano, che faceva tanta panchina e tribuna ma gli ho dato fiducia ed oggi gioca in B col Carpi. 

Credo sia bello, dopo tanti anni, ricevere telefonate di ragazzi che ancora ti ringraziano per il lavoro che hai fatto con loro sia dal punto di vista tecnico che umano, ad esempio un collega mi ha riferito che Picascia, nonostante abbia avuto tecnici importanti tra i quali Lucarelli, va dicendo che il migliore che ha avuto sono stato io. Credo siano le vittorie più belle per un allenatore, nella mia carriera ho fatto qualche anno da schifo e qualche altro da fenomeno ma non mi aspetto nulla, conosco i pregi ed i difetti del mio lavoro ma non mi lamento, se continuo ad allenare è perché mi piace ancora al netto del marcio che gira intorno al calcio".

Sezione: Gli ex rossoblu / Data: Lun 02 luglio 2018 alle 20:06 / Fonte: napoli.iamcalcio.it
Autore: Redazione TuttoPotenza / Twitter: @tuttopotenza
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