13 aprile 2021. Poche righe, comunicato scarno: Guido Pagliuca non è più il tecnico della Pianese, squadra del comune di Piancastagniaio, vicino al monte Amiata, al confine con la provincia di Grosseto. L’esonero arriva dopo un 2-2 interno contro il Lornano Badesse, con la squadra a meno cinque dai playoff. La decisione «non è dettata dai risultati sportivi, ma da una presa di posizione della società» scrive la dirigenza bianconera nel comunicato. Per Pagliuca è il sesto esonero della sua carriera: sarà anche l’ultimo.
Tre anni dopo quel comunicato, l’8 aprile del 2024, Guido Pagliuca è alla guida della Juve Stabia promossa in Serie B. In mezzo un percorso tortuoso, durato anni, che ha portato il tecnico nativo di Cecina, in provincia di Livorno, dal calcio locale giovanile fino al secondo livello professionistico del calcio italiano. Una storia quasi tutta toscana che ha scritto il proprio finale (per adesso almeno) diversi chilometri più giù rispetto a dove il nostro protagonista ha iniziato.
Guido Pagliuca inizia la propria carriera da allenatore alla guida dell’Under 14 del Cecina dopo aver appeso gli scarpini al chiodo a 28 anni. Sono informazioni che sappiamo solo perché ce le ha raccontate lui stesso, nella conferenza stampa di fine partita allo stadio Vigorito contro il Benevento che ha sancito la vittoria della Serie C da parte delle “Vespe”. Il suo percorso parte da lì, dal livello più basso del calcio, secondo alcuni anche il più soddisfacente. Tra questi c’è Pagliuca (questa sua passione per il calcio giovanile tornerà spesso nel corso della sua carriera), ma quando a Natale 2007 viene esonerato il tecnico della prima squadra, l’ex Fiorentina Galbiati, e il Cecina decide di affidare proprio al giovane tecnico della Juniores le chiavi della prima squadra, lui dice sì.
L’esordio non è dei più semplici: il 6 gennaio 2007 a Cecina arriva il Figline Valdarno, unica squadra imbattuta in tutti i campionati italiani insieme all’Inter, come ricorda anche Emanuele Dotto dalle frequenze di Tutto il Calcio Minuto per Minuto. Quella stagione i tre campionati professionistici non giocarono nel giorno della Befana e allora la redazione del celebre programma decise di dedicare la prima puntata del nuovo anno alle sfide più importanti della quarta serie nazionale. Per questa ragione di Cecina-Figline si può trovare anche la radiocronaca, con gli interventi, per l’appunto, di Emanuele Dotto. Fra le fila del Figline, tra gli altri, c’è anche Spadino Robbiati. L’allenatore è Leonardo Semplici.
L’esordio di Pagliuca finisce 1-1. L’arbitro La Penna di Roma1 (sì, quel La Penna) non assegna un rigore nel primo tempo al Cecina fra le proteste dei padroni di casa; Ivan Iacona del Figline sbaglia un gol clamoroso, il terreno è pesante a causa della pioggia; Pane, sempre del Figline, spara sulla traversa il rigore del possibile vantaggio. Il secondo tempo, per bocca di Dotto, è un assedio degli ospiti fino all’espulsione di Cozzagli fra le fila del Cecina al 70′. In inferiorità numerica, la squadra di Pagliuca subisce il gol dello 0-1 da Fanucchi. Sembra l’ennesima vittoria del Figline, ma all’89′ Lestingi di testa trova il gol del definitivo 1-1. In dieci contro undici, un gol sotto, contro la capolista del girone e unica squadra imbattuta in Italia oltre all’Inter.
La carriera di Pagliuca inizia benissimo, ma la stagione non finisce bene: il Cecina perde il playout contro il Montevarchi e scende in Eccellenza, riuscendo poi a ottenere il ripescaggio. Si parte quindi con l’etichetta di squadra da retrocessione, ma il tecnico ha imparato dai propri errori e conduce la formazione livornese a un onorevolissimo decimo posto. Le idee di Pagliuca iniziano a prendere forma. Al momento di affrontare il suo secondo campionato da allenatore della prima squadra ha appena 32 anni e già si vede un gioco divertente, il pressing alto, una certa spregiudicatezza. Il Cecina, appena ripescata, vince 13 partite, battendo il Gavorrano fuori casa (0-1, poi i “minerari” andranno in Serie C a fine campionato) e il Montevarchi in casa. I direttori sportivi iniziano ad annotare il nome di Pagliuca sul proprio taccuino.
L’anno successivo il Cecina riesce a salvarsi nonostante sia sull’orlo del fallimento e, quando la società labronica non riesce a iscriversi, su Pagliuca si avventa più in fretta di tutti il Borgo a Buggiano, squadra reduce da un decimo posto nel girone D dopo la promozione in Serie D del 2008/09 nonché paese famoso per aver dato i natali a Benito Lorenzi, bandiera dell’Inter. Siamo nell’estate del 2010 e l’arrivo in provincia di Pistoia è la prima, grande svolta della carriera di Pagliuca.
La favorita per la vittoria del Girone è il Pontedera, che mentre scriviamo gravita ormai da anni in Lega Pro con anche quattro partecipazioni ai playoff per la promozione in Serie B. La società è stata appena ricostruita grazie all’innesto di diversi imprenditori locali e ha costruito una buona rosa, dall’altra parte il Borgo parte con una squadra piena di giovani: fra loro, anche Claudio Santini, svincolato dalla Fiorentina. L’esordio stagionale, in Coppa Italia, è proprio contro il Pontedera fuori casa: i biancazzurri vincono 4-2 ai rigori. Da lì in poi inizierà un testa a testa anche in campionato che culminerà in uno spettacolare 3-3 contro la Bagnolese grazie alle reti di capitan Di Giusto, Rosati e Del Bono. La differenza reti, a fine campionato, segna un clamoroso +30.
La vittoria mette Pagliuca sulla mappa del calcio toscano. Il direttore generale del Gavorrano, Filippo Vetrini, porta l’offerta migliore: l’intenzione è quella di mantenere la categoria e, ogni tanto, buttare uno sguardo in alto, ma il girone di Seconda Divisione (l’ex C2) 2011/12 non è assolutamente semplice: c’è il Perugia, che aveva eliminato il Borgo di Pagliuca l’anno prima dalla Coppa Italia e dalla poule scudetto; c’è il Catanzaro; ci sono le ambiziose Vigor Lamezia, Aprilia e Paganese. E proprio contro i campani si svilupperà una delle partite più strane della storia del Gavorrano.
Siamo a novembre, è uno stanco 0-0 fino all’81’, quando Fabrizio Lo Sicco, centrocampista scuola Juve (che, per inciso, la scorsa estate è tornato proprio a Gavorrano dopo aver vinto il campionato di D col Pineto), trova il gol della vita. Nessuno esulta. All’89esimo, dopo tre occasioni fallite, la Paganese trova il pareggio. In molti si insospettiscono, ma su questa partita non si saprà mai nulla.
È una partita che lascia degli strascichi, perché Pagliuca inizierà a perdere più facilmente le staffe. Dopo la partita contro la Vigor Lamezia, in sala stampa, accusa Fioretti (che aveva segnato e finirà la stagione con 34 gol) e Pulina «di aver giocato con gli altri». L’esonero arriverà dopo la sconfitta di Catanzaro, deciso proprio per la sua incapacità di controllarsi davanti alle telecamere. È il primo esonero per Pagliuca, ne seguiranno altri cinque. «Ho trovato uno più matto di me», dichiarerà ai giornalisti dopo l’esonero il DG Vetrini, con più di un pizzico di ammirazione.
Nel campionato successivo viene esonerato in Liguria, alla guida del Bogliasco, dopo 18 giornate. Ma nell’estate del 2013 viene scelto dalla dirigenza della Lucchese per guidare i rossoneri alla risalita in Lega Pro: dal 2014/15 via la Seconda Divisione, si riprende con la C unica, e Pagliuca sa che è un’occasione da sfruttare al volo. All’ombra delle cento chiese ritrova Lo Sicco, che aveva già allenato a Gavorrano, ma soprattutto Nazzareno Tarantino, che scende di due categorie, dalla C1 alla D. A fine stagione segnerà 15 gol decisivi per la vittoria del campionato.
La stagione parte male: pareggio in rimonta a Montechiari (con tripletta di Tarantino) e sconfitta in casa contro il Romagna Centro. Alla terza giornata i rossoneri battono l’Imolese e iniziano una prima striscia di otto vittorie consecutive che li porterà in vetta alla graduatoria. Poi un momento di stanca, con risultati altalenanti, fino alla sconfitta nello scontro diretto con la Correggese. Da quel momento in poi, altra striscia di vittorie, sei per la precisione, l’ultima delle quali contro la Thermal. In questa partita un altro lampo di follia del tecnico, il primo documentato dalle telecamere: espulso dal signor Forneaux di Roma 1 (sì, quel Forneaux), entra in campo e inveisce contro il direttore di gara. Si prende cinque giornate di squalifica. Non molte per i suoi standard: come ricorda nel servizio il collega Lodovico Poschi Meuron, per una vicenda simile a Cecina ne aveva rimediate nove.
Il campionato è un testa a testa con la Correggese fino all’ultima giornata, quando la Lucchese è seconda a 79 punti a due lunghezze dalla vetta. L’ultima giornata vede proprio lo scontro diretto tra le due pretendenti alla promozione. Una partita che sembra scritta per un brutto film sul calcio di provincia.
Vantaggio Correggese con autogol di Espeche, Tarantino sbaglia un rigore e negli spogliatoi si va con la Correggese in Lega Pro. Nella ripresa Aliboni pareggia i conti, ma non basta, perché così i rossoneri sarebbero ancora secondi. All’ultimo momento, però, su cross di Noci, Pecchioli in tuffo trova la deviazione vincente che fa esplodere i cinquecento lucchesi giunti per sperare nella promozione (se siete interessati, su Youtube c’è la versione integrale della partita). Dopo un lungo percorso, c’è da emozionarsi nel vedere Pagliuca correre verso i suoi giocatori. «Io esulto sempre con loro», avrebbe dichiarato qualche anno dopo da tecnico del Real Forte Querceta.
La Serie C, però, sembra non fare per lui. A Lucca viene esonerato dopo appena 13 giornate e 12 punti conquistati, così il tecnico riparte dalla D che tante gioie gli aveva dato. Imola, poi Real Forte Querceta, Ghiviborgo e Pianese. Ritorniamo all’inizio della nostra storia.
L’estate del 2021 è quella dei cinque fallimenti: Chievo, Casertana, Sambenedettese, Carpi e Novara. Così la Lucchese, retrocessa, inizia a subodorare l’ipotesi del ripescaggio. Bisogna trovare un allenatore. E la società rossonera – in particolare Bruno Russo, che all’epoca della promozione era direttore sportivo e adesso è presidente della Lucchese – decide di richiamare proprio Guido Pagliuca, nonostante gli ultimi anni di carriera siano stati contrassegnati da tre esoneri consecutivi in Serie D.
Nella conferenza di presentazione, l’allenatore toscano non riesce a nascondere l’emozione: «Ho sempre sperato di tornare», svela ai giornalisti. Ma al momento dell’iscrizione in Serie C, la Lucchese nel Girone B deve fronteggiare piazze storiche come Grosseto, Reggiana, Modena, Pescara, Siena e Cesena, oltre alla retrocessa Virtus Entella. Una stagione che si prospetta complicatissima, ma che “le Pantere” chiudono all’ottavo posto, con una storica partecipazione ai playoff. Per Pagliuca sembra finalmente essere tutto tranquillo, con tanto di prolungamento fino al 2024 firmato il 28 aprile. Forse troppo tranquillo per un tipo come lui. Così, mentre la Lucchese cambia dirigenza, il tecnico ascolta il canto delle sirene che arriva da Piazza del Campo. E approdare così in una piazza difficile come quella di Siena.
È un’altra stagione positiva, che riesce a conquistare i tifosi. Eppure non basta: nonostante i playoff con una società in crisi, il complessivo meno sei di penalizzazione per gli adempimenti economici non pagati dalla dirigenza bianconera fa scivolare la Robur all’undicesimo posto e dunque fuori dagli spareggi promozione. Il fallimento, poi, fa tornare Pagliuca svincolato. E qui, come avvenuto nel 2010 con il Borgo a Buggiano, arriva la squadra che lo consacra. Solo che stavolta la storia si sposta dalla Toscana e arriva in Campania, più precisamente al Romeo Menti di Castellammare di Stabia, dove il tecnico di Cecina domina il campionato con la seconda squadra più giovane del campionato dopo il solo Sorrento.
La promozione arriva a Benevento, l’8 aprile 2024. Soprattutto arriva con i modi a cui ormai Pagliuca ci ha abituati. Tra le molte vittorie, solo nel 2024 anche una squalifica di tre giornate per aver dato uno schiaffo a un proprio giocatore, e un’altra di due giornate per aver invece protestato contro l’arbitro del match contro il Monopoli dopo un rigore concesso ai biancoverdi. Same old Pagliuca, si potrebbe dire, se non fosse che fino a poco tempo fa persino la Serie C sembrava non potesse fare per lui.
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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