Lunga conferenza stampa del presidente Vigorito che ha parlato del momento che sta attraversando la squadra giallorossa, ma soprattutto ha messo in risalto vari aspetti, tra cui il futuro e i programmi del Benevento.
"Voglio spendere il mio tempo per il Benevento Calcio. I contatti con Auteri e Carli sono costanti. Il destino di molti dipende anche dalla categoria che faremo l'anno prossimo. Ho ancora la speranza di andare in B, non possiamo fare gli inviti al matrimonio senza gli sposi. Questa rosa attualmente non è da Serie B, va integrata con delle operazioni. Oggi il nostro sogno è il quinto posto, poi ci sarà la partita del quattro maggio e mi auguro che vedremo parecchie partite. Questi play off sono una grande ingiustizia. Non meritiamo di andare in B, ma non è giusto che vada una sola squadra e le altre ne devono fare quindici. Ricordo cosa successe con il Como e anche altre partecipazioni ai play off".
"Il discorso delle scommesse mi disturba al punto che ho pensato di andare via dal calcio, ma poi ho capito che i sistemi si combattono da dentro. Sono stato poco attento, ma soprattutto devo essere quello che molti hanno sempre considerato: il simbolo di questa società. Non c'è bisogno di capire di calcio. Qualcuno ha detto che io ho perso il carisma, non credo di aver cambiato personalità. Penso che ancora una volta stiamo dando l'esempio che ci si può rialzare. Stiamo chiedendo di capire che chi spende milioni lo fa non perché ha degli affati sotto banco. Non c'è interesse, se non la passione"
"Avevo chiesto ad Auteri i motivi del rendimento negativo, ma le sue risposte dnon mi avevano convinto, quindi l'ho esonerato. Sono andato a prendere Pazienza che reputo un ottimo allenatore, ma credo che abbia trovato delle difficoltà maggiori rispetto a quelle che si aspettava. La squadra non ha recepito i suoi dettami, quindi ho pensato al ritorno di Auteri perché questa era la sua squadra che sta avendo comunque delle difficoltà. Auteri è molto fiducioso in questa squadra, anche adesso".
"Sono convinto che dobbiamo stare insieme. Questo vale più di tutto. Sono quello che ha pianto insieme a voi e che ha sorriso con voi. Non sono cambiato, sono solo cresciuto. Fate in modo che i vostri applausi superino le proteste. I calciatori non lo meritano, ma applaudite il Benevento, non i calciatori. Loro non sono eroi, ma neanche dei delinquenti. Sono ragazzi che hanno una responsabilità sulle spalle. Ci hanno portato in paradiso e ora siamo in purgatorio. Possiamo andare all'inferno, ma la speranza è che si possa tornare in paradiso. Ma non da soli, insieme. Da soli non si va da nessuna parte".
"Le categorie esistono per meriti sportivi. Credo che dovrebbe esserci una ripartizione finanziaria diversa per dare una mano alle squadre. Il calcio è dei giovani, ma soprattutto dei popoli. Il calcio è della gente, non puoi togliere a una persona il piacere di vedere il calcio. Devi metterlo in condizione che ci sia parità. Stabilite i requisiti delle strutture, del bilancio e anche del pubblico, poi facciamo le categorie. Non possiamo fare le categorie perché si chiama Benevento o Catania, non è la storia che ti fa iscrivere, ma il merito sportivo. Io sono per il merito sportivo".
"Questa stagione mi sta costando 12 milioni di euro. Avete mai conosciuto una persona capace di spendere un milione al mese che non vuole andare in Serie B? Se lo conoscete presentatemelo, così gli offro 500mila euro. Cosa ho sbagliato? Ho avuto un errore di valutazioni negli ultimi quattro anni affidando compiti di sorveglianza che spettavano a me nei due anni di B. Oggi non ho rimpianti, continuo a rimanere fedele a me stesso. Sono convinto che nei due anni di B ho sbagliato perché ho delegato molto, avevo tanto lavoro da fare alla mia età. Nei due anni di C posso solo rimproverarmi di non essere rimasto a casa quando avevo la febbre. Dall C me ne vorrei andare perché credo che la città di Benevento e questa società meritino delle categorie superiori. Possiamo andare in B con una politica attenta che valorizzi le proprie risorse. Voglio andare in B, fino all'ultimo giorno lotterò per andare in Serie B".
"Abbiamo fatto una campagna abbonamenti agevole. La squadra è andata in giro per la provincia, così come c'è stata l'iniziativa delle colombe del Benevento per coloro che stanno vivendo un momento difficile. Non mi sembra che ci sia un ambiente catastrofico. C'è una parte della tifoseria organizzata che contesta, questo è vero. Ho pensato di fare una conferenza a cuore aperto per riavvicinarci. Lo so che ci tenete per la squadra. Una cosa ho imparato dai tifosi organizzati, ovvero il rispetto. Ho rispetto per le idee degli altri, se pensano che questo sia un fallimento ho il dovere di dimostrare che questo non è vero. Sono felice di stare a Benevento. Per mantenere questa società ci vogliono un milione di euro e mezzo al mese. I soldi non comprano, il Benevento è gratis per chi dà a questa società delle garanzie. Dopo vent'anni non do una società per la quale ho dato la mia passione. Benevento mi ha dato molto in termini di affetto, ma l'affetto non si paga. Se volessi soltanto immagine che Benevento mi apprezza perché metto i soldi, allora sì che me ne andrei davvero. I problemi li superiamo. Per un presidente è vietato parlare con la tifoseria organizzata, ne abbiamo uno preposto. Le iniziative non mancano, cosa dobbiamo fare più? Lo so io cosa bisogna fare, dobbiamo vincere qualche partita. Ciò che più mi ha mortificato è che qualcuno abbia pensato che io venda questi colori per far vincere l'Avellino. L'unica idea che dobbiamo avere è che insieme si sta quando uno cade e l'altro lo aiuta a rialzarsi. Io sono insieme alle maglie, sto insieme ai ragazzi e anche a quelli che fischiano perché gli sto offrendo uno spettacolo. Gli altri sono in un angolo buio. In questo momento occorre parlare il meno possibile e sperare che si riaccenda la scintilla ai calciatori".
"A Gori ho dato le chiavi della società perché è un grande professionista. Lui non poteva stare in campo e una lettera anonima partita da Benevento lo denunciò. Di uno come Gori me ne servirebbero dieci, ma credo che sia ormai troppo tardi anche lui. Non porto rancori, ma se uno se ne va è fatta. In questo momento non sarebbe una cosa giusta. Bruno? Si è sempre proposto da calciatore, ma non abbiamo mai trovato l'accordo".
"A me dispiace anche se c'è una sola persona che contesta perché vuol dire che ho deluso qualcuno. Io non ho offeso mai nessuno. Siamo pochi allo stadio, è una questione di matematica. Dire che uno manca di rispetto o dire i morti, queste sono più che dire che siamo mille o duemila. La stampa su questo tace, ma è giusto. La mia televisione è stata la mia maggiore accusatrice negli ultimi mesi, ma non ho sospeso le trasmissioni. Le critiche le accetto. Io odio gli insulti, le volgarità, le calunnie che non sono critiche. Non ho mai pensato di fare la guerra al pubblico, mi dispiace perché vorrei vederli contenti. Hanno ragione se sono in rotta con la squadra perché non rende. Contro il Trapani si sono comportati molto bene e spero che questo avverrà anche in futuro. Poi ci sarà la fine dei giochi e proveremo a fare una squadra migliore, con calciatori felici di essere qui".
"Occorre scegliere con attenzione i ragazzi che sono cresciuti. Su alcuni elementi possiamo contare, sia della vecchia che della nuova guardia. Sarà lo zoccolo duro per chi guiderà questa squadra nel prossimo anno. Questa volta, come l'anno scorso, dovrà avvenire a valle del ritiro. Ho idea che alcuni ragazzi sono molto interessanti e anche molto legati alla maglia giallorossa. Altri devono maturare da qualche altra parte se mi confermano che hanno prospettiva. Altri saranno lasciati liberi. Questi a prescindere da quelli che sono a fine contratto e per i quali ci sarà un ragionamento a parte, e quelli per i quali ci sarà un rinnovo. La politica del domani è di rinforzare il settore giovanile e di fare una selezione importante per la prima squadra".
Autore: Redazione
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