Il feretro di Graziano Fiorita è arrivato allo stadio di Via del Mare un paio di minuti dopo le 9 tra gli sguardi ancora increduli dei tanti collaboratori dell’Us Lecce che si sono prodigati per l’allestimento della camera ardente (i funerali sono in programma domani alle 16, a Copertino, nella parrocchia Santa Famiglia).
È proprio nella casa del Lecce, infatti, che il presidente Saverio Sticchi Damiani ha voluto che i tifosi rendessero l’ultimo omaggio al fisioterapista, venuto a mancare per un infarto fulminante mentre era in ritiro con la prima squadra, nel Bresciano, in vista della partita in casa dell’Atalanta. La scoperta del tragico evento è stata fatta giovedì mattina dopo che Fiorita non si era presentato al consueto appuntamento. Il suo corpo giaceva, esanime, nella stanza d’albergo.

A distanza di cinque giorni attraversati dal dolore, dalle polemiche per il rinvio di sole 48 ore della gara al Gewiss Stadium e dalla storica protesta del Lecce che si è presentato in campo con una maglia bianca, priva di loghi e sponsor, con la scritta “nessun valore, nessun colore”, il popolo giallorosso ha fatto il suo mesto pellegrinaggio per salutare il 47enne copertinese, padre di quattro figli e legato al sodalizio leccese da una lunga collaborazione professionale e dalla passione genuina tipica del tifoso.

Dalle 10.30 e fino al tardo pomeriggio un flusso costante, dall’ingresso dalla porta “Maratona” (tra la Curva Sud e il Settore Ospiti) fino all’area predisposta dietro la panchina da sempre utilizzata dal Lecce, ha dato la rappresentazione plastica dell’affetto tributato alla famiglia del fisioterapista, quella naturale stravolta dal profondo dolore, e quella allargata dell’Us Lecce, messa a dura prova da una tragedia che si è portata via un pilastro del club: Graziano Fiorita, infatti, aveva iniziato a lavorare nel settore giovanile del Lecce nel 1999, poco più che ventenne.

Quanto fossero profonde le radici che quest’uomo aveva piantato nello spogliatoio giallorosso – inteso non come luogo fisico, ma come dimensione collettiva dove si incrociano legami, affinità, destini, confessioni e segreti – oggi lo si è toccato con mano, ora dopo ora. Presidenti, dirigenti, calciatori, colleghi, quelli di oggi, certo, ma anche quelli di ieri: in tanti, di coloro che con lui hanno condiviso un pezzo di strada, si sono presentati per l’ultimo saluto. Non potevano certo mancare gli amici, tra cui Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, anche lui copertinese doc.

Sezione: News / Data: Mar 29 aprile 2025 alle 19:07 / Fonte: lecceprima.it
Autore: Redazione
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