Venticinquemila euro di capitale sociale. Tanto basta, oggi, per spalancare le porte del civico 8 di via Monte Napoleone, dove gli affitti si pagano in carati e dove Kering, il colosso francese della moda, ha sborsato 1,3 miliardi di euro per acquistare lo stabile dal fondo Blackstone. A quella stessa altezza – simbolica e non solo – si colloca il Gruppo Alfieri SPV srl, società a responsabilità limitata con sede legale in quello che viene definito, senza esagerazioni, uno dei palazzi più cari del pianeta. A raccontare la vicenda, sono i colleghi di Brescia Today. 

A guidarla è un giovane amministratore di 25 anni, Gianluca Alfieri, originario di Atripalda, provincia di Avellino. La società, iscritta da appena sette mesi, ha per oggetto sociale la cartolarizzazione dei crediti ai sensi della legge 130 del 1999. Il lessico tecnico non deve trarre in inganno: si tratta, in sintesi, di acquistare crediti (esistenti o futuri) per convertirli in liquidità. Una pratica perfettamente legale, a patto che venga esercitata con rigore.

Dal fisco al campo: il pasticcio con il Brescia

Peccato che proprio su questa attività si siano infranti i conti – e forse anche la pazienza – del Brescia Calcio. Il club lombardo si era rivolto al Gruppo Alfieri SPV per regolarizzare i versamenti fiscali di febbraio tramite compravendita di crediti d’imposta. Gli stipendi dei giocatori sono stati effettivamente pagati, ma qualcosa – nei numeri o nei meccanismi – non ha funzionato. L’errore si è ripetuto ad aprile, e potrebbe costare una penalizzazione nel campionato successivo. A completare il quadro, il burrascoso addio del direttore generale Luigi Micheli, ora in causa con il presidente Massimo Cellino, e le dichiarazioni di quest’ultimo, che punta il dito contro il proprio commercialista definendolo, con una franchezza da confessionale, “disperato”.

Trapani denuncia, Cellino querela

La vicenda non è isolata. Anche il Trapani Calcio, militante in Serie C, ha denunciato pubblicamente di essere stato truffato dalla stessa società, preannunciando azioni legali.

Cellino, dal canto suo, ha presentato querela contro Alfieri. Ma la domanda che rimbalza tra le righe è un’altra: chi ha messo in mano le chiavi del Brescia a una società neofita e a un amministratore così giovane, per di più domiciliato in un edificio dove solitamente si vendono borse, non bilanci?

Una seconda società, mille attività e nessun movimento

Non è l’unico mistero. Gianluca Alfieri risulta anche amministratore unico della Stellato Srl, domiciliata nello stesso sontuoso indirizzo milanese. Fondata nel novembre 2024, con capitale sociale di 700mila euro, la Stellato sembra aver messo nel suo oggetto sociale tutto ciò che si possa immaginare: somministrazione di lavoro, consulenza informatica, edilizia, call center, trasporto merci, perfino redazione di testi scientifici. Attività molteplici, ma tutte – al momento – sulla carta: la società, secondo i registri camerali, è formalmente inattiva.

Due sigle, un uomo, un indirizzo: se non siamo ancora dentro una commedia, poco ci manca. Ma nel frattempo, tra penalizzazioni, querele e soldi evaporati, a ridere sono rimasti in pochi.

Sezione: Mondo Calcio / Data: Mar 20 maggio 2025 alle 21:53 / Fonte: Avellino Today
Autore: leov / Twitter: @tuttopotenza
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