«A noi non è stata data la possibilità di detenere due gruppi di calcio in campionati diversi, cosa che invece fa il City Group. Cosa farà quella società (il Bari) una volta che la famiglia De Laurentiis si sarà stancata e se ne sarà probabilmente uscita di scena nel 2028, perché prima non se ne parla? Se non viene modificata la legge sarà destinata a rimanere dov'è o a fallire, a meno che ci siano gruppi stranieri o italiani che possano intervenire poderosamente». Infuriato il sindaco Antonio Decaro: «Ora venda».

Ancora una volta le parole di Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli e patron della Filmauro, fanno discutere la Bari nel pallone. L'occasione per l'ennesima dichiarazione sul futuro della società biancorossa arrivano alla vigilia del playout di ritorno sul campo della Ternana, partita che il Bari sarà costretto a vincere giovedì 23 maggio per evitare la retrocessione in C.
De Laurentiis ha parlato di multiproprietà nel calcio, e quindi del Bari guidato da suo figlio Luigi, in occasione dell'audizione “Prospettive di riforma del calcio italiano” tenuta in Senato oggi 22 maggio alla presenza del Procuratore della Figc e dei rappresentanti societari di Juventus, Milan e Verona. Il 2028 è l'anno individuato dal Consiglio Federale come deadline per la scadenza del divieto di multiproprietà nel calcio italiano, anche in due campionati diversi. Un limite inizialmente attivo dal 2024 e prorogato di quattro anni, ha ricordato ADL, «grazie a un mio intervento».
Le parole del numero 1 della Filmauro hanno avuto l'effetto di alimentare rabbia tra i tifosi del Bari, già alle prese con una stagione andata molto al di sotto delle aspettative sul campo e con una contestazione nei confronti della proprietà avviata dal tifo organizzato nello scorso autunno. A inizio febbraio lo stesso Aurelio De Laurentiis aveva definito il Bari una «seconda squadra» del Napoli. Parole corrette dal figlio Luigi, che si era dissociato dalle dichiarazioni di suo padre, e commentate con toni molto duri dal sindaco di Bari Antonio Decaro, lo stesso che nell'estate del 2018 aveva consegnato il titolo sportivo ai De Laurentiis.
«Non siamo la seconda squadra di nessuno, abbiamo una storia e una dignità che non possono essere vilipese in questo modo - aveva spiegato all'epoca Decaro pretendendo le scuse di De Laurentiis - trovo le parole di Aurelio De Laurentiis offensive nei confronti dell'intera comunità di tifosi baresi». Ora un'altra puntata della telenovela. Che sa sempre più di un muro contro muro tra proprietà e città.

E anche questa volta è arrivata una dura risposta di Decaro: “Talvolta le parole di Aurelio De Laurentiis sono così fuori tempo e fuori luogo che ci si chiede se a parlare sia lui o il suo imitatore Max Giusti - commenta - Alla vigilia di una partita che chiamare delicata è un eufemismo, ragiona (anzi, sragiona) evocando scenari futuri come il fallimento del Bari calcio o la condanna a rimanere in un campionato minore fino al 2028. Abbiamo chiesto, in passato, le scuse di Aurelio De Laurentiis. Questa volta non basteranno. Ci aspettiamo che la Filmauro provveda immediatamente, qualunque sia l’esito della partita di domani, a intavolare serie trattative per non rimandare un passaggio di proprietà che sembra ormai l'unica via d’uscita da una situazione diventata ingestibile, sotto tutti i punti di vista. Quanto a noi tifosi baresi, preferiamo fallire di nuovo che essere costantemente umiliati da un proprietario che ha dimostrato di non amare questa squadra e questa città. Forza Bari, sempre”.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 23 maggio 2024 alle 09:25 / Fonte: repubblica.it
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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