Il Bari è salvo per miracolo, ma il prossimo sarà un nuovo anno zero. Troppe cose non hanno funzionato in questa stagione, perché si possa pensare di ripartire facendo finta che nulla sia accaduto. In 11 mesi l’idillio che la famiglia De Laurentiis aveva creato con la piazza si è frantumato in modo clamoroso. Una stagione può andare male, soprattutto dopo che in cinque anni si era stati capaci di passare dall’inferno della serie D alle porte del paradiso della serie A. Eppure, quello che è accaduto in questo campionato è stato un disastro non soltanto sul terreno di gioco, ma anche per come è stato gestito il rapporto con una tifoseria che si sente tradita.Il Bari ha giocato male, ma se è possibile ha comunicato peggio.

Prima i lunghi e inaccettabili silenzi che hanno fatto seguito alla finale playoff persa con il Cagliari, poi alcuni proclami che non hanno mai trovato riscontro nei fatti. Si era parlato di obiettivo playoff, ma nel frattempo si rinunciava ai pezzi pregiati dello scorso campionato e si puntava su prestiti di giocatori mai veramente motivati.

I rimedi adottati dal direttore sportivo Ciro Polito sono stati puntualmente peggio del male, come evidenziato dai quattro cambi di allenatori. L’anno prossimo avrebbe dovuto essere il terzo del progetto triennale per dare l’assalto alla A, ma si fa davvero fatica a capire da chi si possa ripartire. Lo stesso direttore sportivo biancorosso sembra ai titoli di coda (ha comunque un altro anno di contratto) e per la panchina è ancora sotto contratto Beppe Iachini, esonerato dopo dieci gare in biancorosso. Ma quel che ha fatto più male ai tifosi baresi sono state le esternazioni del patron della Filmauro, Aurelio De Laurentiis, che in due occasioni ha detto cose inaccettabili per la settima tifoseria d’Italia: una volta ha etichettato il Bari come la seconda squadra del suo Napoli, mentre alla vigilia della finale playout di Terni, parlando al Senato, ha lasciato intendere che senza lo sdoganamento della multiproprietà o l’arrivo di poderosi investitori, il Bari potrebbe fallire nel 2028, termine ultimo per essere proprietari di due squadre del calcio professionistico

.Il patron De Laurentiis, che tutto è all’infuori che uno sprovveduto, ha probabilmente pronunciato quelle parole in quel contesto così altamente istituzionale per fare in modo che la multiproprietà non sia più un tabù. Il problema è che ha detto certe cose poche ore prima di una gara che per i tifosi era una questione di vita o di morte, non curandosi della reazione che le sue parole avrebbero avuto su chi ama il Bari. Ci sta il cinismo di un imprenditore, mestiere che De Laurentiis sa fare benissimo. Ma per entrare in sintonia con una piazza passionale come quella biancorossa ci vuole almeno un pizzico di cuore.

Sezione: Calciomercato / Data: Dom 26 maggio 2024 alle 20:20 / Fonte: repubblica.it/Bari
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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