Acquedotto lucano fa sapere che è stato completato l’intervento di riparazione della condotta idrica in località Scalo di Brindisi di Montagna che collega l’impianto di sollevamento del Camastra al potabilizzatore di Masseria Romaniello. Dalla mezzanotte di ieri una squadra di nove uomini ha lavorato per ripristinare il pieno funzionamento della tubazione del diametro di 85 centimetri che, in corrispondenza della zona nella quale si era verificata la rottura, presenta una pressione elevatissima, pari a 45 atmosfere.
I tecnici di Acquedotto Lucano hanno dapprima sospeso il pompaggio di acqua nella condotta; trascorse cinque ore necessarie allo svuotamento della tubatura, sono stati quindi eseguiti i lavori di scavo, per poi procedere al taglio del tratto di tubazione da riparare; una volta eseguite le saldature, la condotta sarà nuovamente riempita: i tempi stimati per il riempimento sono di circa ulteriori 12 ore.
Per effettuare l’intervento Acquedotto lucano ha assunto tutte le possibili precauzioni con l’obiettivo di ridurre il più possibile i disagi agli utenti anche se cali di pressione idrica potranno verificarsi soprattutto in alcune zone a quote più elevate. “E’ stata necessaria una attenta attività di pianificazione che ha tenuto conto sia delle difficoltà tecniche e sia delle esigenze della popolazione – ha affermato l’amministratore unico di Acquedotto Lucano, Alfonso Andretta, che ha seguito costantemente sia la fase di preparazione che quella di esecuzione dei lavori – Attendiamo le prossime ore per il completamento di tutte le fasi dell’intervento, nel corso del quale il personale della Società ha dato prova, ancora una volta, di professionalità, efficienza e abnegazione, nella consapevolezza di svolgere un attività delicata e fondamentale, la cui importanza si avverte in particolar modo nelle situazioni di crisi. Da mesi – ha proseguito Andretta – ci sono persone che stanno compiendo uno sforzo straordinario e ininterrotto per fare fronte alla gravissima crisi idrica, lavorando giorno e notte e in qualsiasi condizione meteorologica per affrontare una crisi che non ha precedenti”.
DOMANDE E RISPOSTE
Era un intervento atteso, se ne parla da tempo, ma è sempre stato detto che intervenire significava interrompere l’erogazione idrica per almeno trenta ore. Perché Acquedotto lucano solo ora ha deciso di agire?
Perché ora – spiega Acquedotto lucano – ci sono le condizioni per evitare un blocco totale dell’erogazione: innanzitutto c’è una maggiore disponibilità di acqua grazie alla captazione dal Basento e ai livelli del Camastra che sono saliti per effetto della pioggia e della neve dei giorni scorsi. Ciò ha consentito di aumentare la capacità di accumulo per soddisfare il fabbisogno idrico durante le trenta ore in cui il sollevamento dell’acqua resterà sospeso. In sostanza, durante i lavori l’erogazione è garantita dalle riserve accumulate. Si tiene conto anche del fatto che in questo periodo di chiusura delle scuole e di diverse attività i consumi idrici risultano minori rispetto agli standard.
Qual è la perdita per la quale è stata fatta la riparazione?
A partire dalla mezzanotte del 02/01/2025 è cominciato il complesso intervento di riparazione della condotta idrica in località Scalo di Brindisi di Montagna, che collega l’impianto di sollevamento del Camastra al potabilizzatore di Masseria Romaniello. Una squadra di nove uomini ha lavorato per ripristinare il pieno funzionamento della tubazione del diametro di 85 centimetri che, in corrispondenza della zona nella quale si era verificata la rottura, presenta una pressione elevatissima pari a 45 atmosfere. La perdita, come si è potuto appurare nel corso dell’intervento era di circa 10 l/s (corrispondente al circa il 2% della portata oggi inviata al potabilizzatore).
Quali sono le fasi che caratterizzano la riparazione?
Per la riparazione, i tecnici di Acquedotto Lucano:
hanno dapprima sospeso il pompaggio di acqua (spegnendo le pompe di sollevamento) nella condotta principale che alimenta il potabilizzatore. Tale operazione si è resa necessaria perché le pressioni elevate non permettevano di intervenire con la condotta in funzione;
successivamente, trascorse cinque ore necessarie allo svuotamento della tubatura, hanno eseguito i lavori di scavo nella zona interessata per individuare con precisione la sezione di tubazione interessata dalla perdita;
individuata la perdita hanno proceduto al taglio del tratto di tubazione da riparare;
hanno installato, sul tubo di scarico e prima dell’ingresso di questo nel pozzetto in c.a., una nuova saracinesca in acciaio. Quest’ultima operazione si è resa necessaria poiché le due saracinesche già presenti presentavano problemi di trafilamento;
una volta eseguite le saldature e completata la riparazione, hanno proceduto (con le dovute cautele connesse con la ripartenza delle pompe di sollevamento) a riempire nuovamente la condotta che alimenta il potabilizzatore. Per far sì che il flusso di acqua arrivi di nuovo a Masseria Romaniello si è stimato un tempo di circa ulteriori 12 ore.
Grazie alla installazione della nuova saracinesca che, una volta chiusa, consente di isolare il tratto di tubo di scarico, sarà possibile successivamente procedere all’ultimazione dell’intervento che prevederà anche la demolizione dei pozzetti esistenti, la bonifica delle vecchie apparecchiature (che completavano il sistema di scarico), la ricostruzione del nuovo sistema di scarico comprensivo di nuovi pozzetti in c.a., l’installazione di una seconda saracinesca di sicurezza e la ricostruzione del tubo di scarico che conduce al fosso.
Quali erano le principali incognite connesse con l’intervento stesso?
Prima della realizzazione dell’intervento non era chiaro dove fosse e quali manufatti interessasse la perdita. Infatti, questa avrebbe potuto essere localizzata:
sul tubo di scarico (tubazione esterna alla condotta principale) che è presente nel punto in esame;
sul tubo di scarico all’interno del pozzetto di scarico (manufatto in cemento armato);
sulla condotta principale.
La rottura è stata individuata, successivamente allo scavo realizzato ad inizio intervento, sul tubo di scarico e ciò ha consentito sia di ridurre i tempi di intervento sia di ridurre i rischi connessi a lavori eseguiti nelle altre due situazioni ipotizzate. Ad esempio, se la rottura fosse stata individuata in corrispondenza del pozzetto, i tempi di chiusura dell’intervento sarebbero stati più lunghi e le scorte di acqua potabile avrebbero potuto essere insufficienti per garantire continuità nell’erogazione (anche con le chiusure attualmente in atto). Inoltre, le attività di demolizione del pozzetto avrebbero potuto produrre vibrazioni pericolose per l’integrità della conduttura principale.
Qual è il tempo stimato per la realizzazione dell’intervento?
Complessivamente, il tempo stimato per la realizzazione dell’intervento, compresa la fase di svuotamento della condotta ed il successivo ripristino dell’alimentazione al potabilizzatore è di circa 28 ore. Questo intervallo di tempo è sufficiente per garantire l’alimentazione con i consumi attuali e con il programma attualmente adottato per le chiusure notturne.
Se il tempo impiegato per la realizzazione dell’intervento fosse stato più lungo cosa poteva succedere?
Nel caso in cui la rottura fosse stata localizzata sulla conduttura principale o in corrispondenza del pozzetto o in caso di imprevisti, i tempi di realizzazione dell’intervento potevano essere più lunghi mettendo a rischio la continuità dell’erogazione. Infatti, nella situazione peggiore, un allungamento del tempo di intervento avrebbe comportato:
un esaurimento delle scorte accumulate e, quindi, non avrebbe consentito di dare continuità all’erogazione;
di conseguenza, l’intera rete dello schema idrico si sarebbe svuotata e, dunque, sarebbe stato necessario ripristinare il flusso con tempi lunghi soprattutto per le aree più lontane dello schema e per i serbatoi posti a quote maggiori;
il rischio che, una volta ripristinato il flusso dopo l’interruzione totale dell’alimentazione, si creassero nelle condotte bolle d’aria per la cui eliminazione sarebbero stati necessari ulteriori interventi. In definitiva, molte zone dello schema avrebbero potuto rimanere senza erogazione anche per qualche giorno.
Perché l’intervento è stato programmato all’inizio del 2025?
La scelta di operare all’inizio del 2025 è stata presa partendo dal presupposto che l’intervento doveva essere eseguito in sicurezza e, soprattutto, senza aggravare (si vedano le precedenti risposte) i già pesanti disagi avvertiti dalla popolazione. Le condizioni migliori che hanno consentito di intervenire si possono riassumere nei seguenti tre punti:
sufficiente disponibilità di risorsa prelevabile e, dunque, sufficienti volumi inviati al potabilizzatore;
disponibilità di volumi di accumulo presso i serbatoi e la vasca di ingresso del potabilizzare;
minori consumi connessi sia agli orari ridotti di erogazione sia anche al periodo di chiusura delle scuole e di numerose attività.
Queste tre condizioni, infatti, consentono di interrompere per circa 30 ore il flusso di acqua attraverso la condotta che alimenta l’impianto di potabilizzazione, senza dovere interrompere completamente l’alimentazione dello schema idrico Basento- Camastra.
Perché in questo momento l’alimentazione idrica è stata sufficiente per accumulare acqua potabilizzata?
Nei giorni precedenti l’intervento è stato possibile alimentare il potabilizzare con una portata pari a circa 600 l/s per la possibilità di prelevare acqua sia dal Basento sia dall’invaso della Camastra (i cui livelli sono saliti grazie alle recenti nevicate). Tale portata ed i minori consumi connessi anche al periodo di chiusura delle scuole e di numerose attività hanno consentito di accumulare scorte sufficienti presso l’impianto del potabilizzatore sia nei serbatoi di acqua potabilizzata (per un volume di circa 40.000 m3) sia nella vasca di ingresso (per un volume di circa 40.000 m3) dell’acqua da potabilizzare per continuare ad erogare secondo le tempistiche attualmente adottate.
In altri periodi le scorte oggi disponibili potevano essere sufficienti per il tempo necessario all’intervento?
Nei mesi precedenti, a partire dal mese di luglio (periodo in cui è stata accertata la presenza della perdita in questione), si sono verificate le seguenti situazioni:
per i mesi di luglio ed agosto, gli elevati consumi e la mancata applicazione di chiusure programmate (richieste da Acquedotto, ma non accettate dai Comuni), non consentivano l’accumulo delle scorte;
per i mesi di settembre, ottobre e novembre, pur essendoci state chiusure via via più estese, il prelievo dalla Camastra era contingentato e, dunque, anche in questo caso non vi erano le condizioni per accumulare sufficienti scorte;
per la fine di novembre ed il mese di dicembre, grazie all’attivazione del prelievo dal Basento è stato possibile far fronte al venir meno delle portate provenienti dalla Camastra (bacino quasi del tutto esaurito), ma anche in questo caso non vi erano portate sufficienti per l’accumulo delle scorte.
Tutto ciò a conferma del fatto che in precedenza non vi erano le condizioni di sicurezza per procedere alla riparazione.
E’ vero che la perdita oggetto di riparazione era presente molto prima del luglio 2024?
Non corrisponde al vero la notizia più volte ripresa da organi di comunicazione per cui la perdita in oggetto fosse presente molto prima del mese di luglio del 2024 e che, quindi, AL avrebbe potuto intervenire molto prima di tale data. Infatti, il riferimento a perdite presenti nella zona di intervento è da riferirsi al trafilamento di acqua che caratterizzava le due saracinesche posizionate nel manufatto in calcestruzzo di cui si è detto. Tale perdita era stimabile in circa 1 l/s e non aveva nulla a che vedere con la perdita riparata e che, come visto, consisteva in un foro presente sul tubo di scarico.
Autore: RedLeon / Twitter: @tuttopotenza
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