Il reality show di “Campioni, il Sogno” ha portato i ragazzi del Cervia club di Ecellenza romagnolo a diventare delle star.
Uno dei programmi sicuramente più innovativi nella storia della televisione (andava in onda su Italia 1) italiana è stato il Reality Show “Campioni, il Sogno”. Un manipolo di giovani calciatori che provavano la scalata dall’Eccellenza con il Cervia per provare a sfondare tra sport e tv.
Claudio Moschino era il numero 10 di quel Cervia e per due stagioni ha illuminato il gioco della squadra allenata da Ciccio Graziani. Oggi, l'ex calciatore vive a Houston, nel Texas, insieme alla sua famiglia e ricorda quei momenti: "Ci riconoscevano dappertutto ed eravamo la ventunesima squadra di Serie A". E sul mondo dei reality: "Non c'è quello giusto per me. Uomini e Donne e Temptation Island? Sono sposato e con mia moglie vado d'accordo. Mi voleva il Grande Fratello, ma poi ho scelto di fare Campioni che per me era il massimo".
-Claudio Moschino, vent’anni dopo Campioni. Cosa fai oggi?
Da sette mesi vivo a Houston, qui mi occupo di elettronica. Sto molto bene soprattutto da quando mi ha raggiunto anche la mia famiglia. Ho girato un po’ gli States: sono stato a Los Angeles, Phoenix, Las Vegas, Dallas, Atlanta, Charlotte, Orlando e per la famiglia credo che Houston sia l’ideale perché è davvero molto tranquilla. È una città dove fa sempre caldo, non c’è mai un vero freddo se non a dicembre.
-Sei stato il leader di quelle due stagioni. Che ricordi hai?
Un reality sul mondo del calcio per me era il massimo, perché io nella vita non ho fatto altro che giocare a calcio. Mi sento orgoglioso di aver fatto parte di uno dei reality più belli della televisione. Pensa che mi avevano scelto anche per fare il Grande Fratello, ma io avevo già firmato per fare Campioni e rifiutai.
-Sul piano sportivo, quelle due stagioni sono state le migliori della tua carriera?
È difficile dirlo. Io ho avuto una carriera molto lunga e ho giocato in società anche di buon livello (Pagani, Angri, Eboli, Turris, Savoia ndr), ero abbastanza conosciuto a Napoli. Tanto è vero che non avevo accettato subito l’offerta del Cervia perché guadagnavo bene. Infatti, mi fecero fare un contratto migliore rispetto ad altri.
-Un vero e proprio ingaggio, ma d’altronde eri il numero 10 di quella squadra.
Si ricordano tutti di me anche per questo. Credo sia stata una grande soddisfazione e, consentimi di dirlo, ero davvero forte. Il più forte.
-Tra i compagni di squadra c’è qualcuno che ricordi ancora con piacere?
Il mio amico del cuore era Giorgio Alfieri. Stavamo insieme ed eravamo pappa e ciccia. Poi abbiamo sempre il gruppo di Campioni, un gruppo Whatsapp dove ci sentiamo e l’anno scorso ci siamo anche visti per il centenario del Cervia.
-C’era qualcuno con cui non hai legato?
Stando in un contesto così bello e piacevole, trattati come dei vip, era difficile non legare tra di noi. Ci riconoscevano dappertutto, gli stadi si riempivano. A Palermo noi abbiamo fatto 40mila spettatori, nemmeno la Juventus faceva questi numeri. Noi eravamo la ventunesima squadra di Serie A.
-Ti piacerebbe tornare in tv? Magari in un reality?
Ci ho messo tante volte il pensiero, ma non c’è un reality giusto per me.
-Uomini e Donne?
No, sono sposato. Non posso fare neanche Temptation Island, io e mia moglie andiamo d’accordo.
-Il Grande Fratello? Hai detto che stavi per firmare?
Quello mi piacerebbe, ma pensa che all’epoca dopo Campioni non me lo fecero fare perché non c’era ancora la versione “vip”. Dissero che io ero già famoso e nella casa non potevo entrare.
-Poi è arrivata la versione “vip”, però.
E anche in quel caso mi hanno detto che era passato troppo tempo da “Campioni”. Sossio Aruta, per esempio, l’ha fatto il Grande Fratello Vip ma perché lui è stato a Uomini e Donne e poi a Temptation Island. Oggi, magari, lo farei volentieri il Gf.
-Parlando di calcio giocato, stai seguendo la Serie A? Chi vedi tra le favorite?
Penso che il Napoli sia sempre una squadra molto forte e se gioca da Napoli potrebbe arrivare fino in fondo in Champions League. Avrei preso Sergio Ramos per sostituire Kim perché Juan Jesus da solo non basta. Sul campionato, vedo che Inter e Milan sono molto attrezzate. Hanno fatto un grande calciomercato.
-Sei napoletano, cresciuto in un quartiere difficile come il Rione Luzzatti. Un commento sull'omicidio di Giovanbattista Cutolo?
Devo essere sincero: ho paura di portare i miei figli a Napoli in questo momento. Non esiste morire in quel modo, per una lite mentre si sta festeggiando un compleanno. Io che vengo da certi contesti sono abbastanza sicuro che la situazione sia irrecuperabile per certi ragazzi. Ho visto il racconto di Roberto Saviano e ha ragione: senza le scuole, senza un ambiente che sia in grado di offrire alternative, è difficile che le cose cambino.
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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