Ospite di Ottogol, il presidente Vigorito ha parlato delle ultime vicende che riguardano il Benevento Calcio. Si è analizzata la sconfitta di Castellammare con proiezione al derby con l'Avellino, ma non è mancato un focus sul caso scommesse che ha visto coinvolto Pastina e gli ex Letizia, Coda e Forte.
"Derby? mi auguro non ci siano restrizioni"
"Mi auguro che non ci siano restrizioni, non sarebbe bello. Si possono adottare mille misure, ma non chiudere agli avversari. Abbiamo sette derby, significa quattordici partite. Vorrei che venissero i beneventani. Il modo migliore è essere al proprio posto quando si ha una fede: è serie C, ma è il Benevento, una squadra che va seguita in qualsiasi categoria. La passione per il calcio è uguale".
Vigorito e la Serie C
"La Serie C è il calcio vero, quello che piace a tutti noi. Siamo abituati a vedere il calcio in mezzo alla strada. Il calcio spettacolo appartiene ad altre squadre. Quelli che stanno entrando nel calcio, probabilmente sarà un boomerang che lo distruggerà".
Vigorito: "Le pene devono essere più severe"
"Come si fa a sapere che giocano? I calciatori trovano le persone che giocano al posto loro. L'indagine di cui stiamo parlando lascia dalla denuncia di un giro di denaro anomalo da parte delle banche. Il problema è di controllo sulla capacità economica. Le leggi ci sono, le scommesse sono vietate. Oggi c'è una pressione da parte dei club perché venga recuperato denaro dalle società di scommesse per dividerle nel calcio. Non dobbiamo eliminare le scommesse, ma dobbiamo mettere i club nelle condizioni in cui una eventuale azione di questo tipo abbia una pena per il calciatore che glielo faccia pensare. Un calciatore di 20 anni che si becca 5 anni di perdita, uno ci pensa. Se vai a patteggiare 6 mesi a livello nazionale, credete di eliminare le scommesse?"
Vigorito e il caso scommesse
"Scommesse? Sull'argomento preferisco non parlare. La giustizia è giustizia quando uno crede. Questo è un mondo in cui c'è molta apparenza. Ho sentito un colpo al cuore per una cosa del genere: se è vero o meno non mi interessa più, aspetto il decorso della giustizia. Non ho parlato con i ragazzi incriminati, ma ho chiesto all'avvocato Chiacchio la strada migliore. Ci sono degli uomini che stanno attraversando un momento brutto, al di là della colpevolezza o meno. Pensavo a quanti sacrifici abbiamo fatto tutti, non capisco perché dei giovani calciatori possano fare una cosa del genere. Quando un calciatore giocano, lì si può parlare solo di malattia o di un giro in cui si è perso il contatto con la realtà. Il Benevento Calcio è parte lesa se sono colpevoli, così come se sono innocenti. Il danno all'immagine è già molto grave, aggiungiamoci anche che ci sono partite impresse nella mente: hanno giocato anche contro il Benevento? Non lo sappiamo. Se tutto questo dovesse riverlarsi solo come una malattia, assumeremo la parte lesa in un certo modo. Se ci sono scommesse anche contro la società, allora chi ha subìto un danno deve avere un ristoro anche morale. Questo non fa piacere per chi da venti anni cerca di portare in alto il nome di Benevento. Questa società viene indicata come una con grande trasparenza. Il caso Paoloni fu diverso perché lui i fatti li effettuò alla Cremonese, non eravamo responsabili. Qui siamo stati colpiti al cuore perché Coda è stato un nostro calciatore, Forte è andato via a gennaio. Letizia veniva da un ambiente difficile e ne portava con orgoglio il riscatto. Pastina è un prodotto del vivaio e ce lo troviamo in certe situazioni. Spero che questa cosa avesse un tempo di giustizia tale da ridurre al minimo il danno. Andreoletti sta gestendo anche questa situazione. Se parliamo di pressioni per questo fatto, allora va bene e gli va un forza Andreoletti. Per il resto no".
"Non è un processo ad Andreoletti"
"Questo non è il processo ad Andreoletti, ma un incontro tra amici che parlano a una città competente di calcio. Sto rivendicando alla società di calcio il ruolo che ha un presidente, indipendentemente dai collaboratori. Non credo che ci sia una inversione di tendenza, ma credo che il tutto derivi da un campionato difficile. Un allenatore come Andreoletti viene da oltre 200 partite in quarta serie, non ha cominciato ieri. Andreoletti è stato indicato come l'allenatore di una squadra che faceva il miglior gioco in Serie C. Questa è una città civilissima, non ci sono pressioni. Deve vincere per forza? Nessuno gliel'ha chiesto. Non sono contento perché in 15 partite siamo ancora in una fase di sperimentazione. I nostri calciatori sono appetiti da tutti, ma in campo ci sono queste situazioni. Andreoletti lavora dieci ore al giorno, ma la domanda è: stiamo lavorando nella posizione giusta? Se questa è pressione, allora bisogna cambiare mestiere. Un ragazzo che ha scelto di fare l'allenatore non può arrivare a Benevento e avere la pressione. Questa cosa di vincere a tutti i costi è sulle mie spalle, non sulle sue. Non è detto che dobbiamo vincere per forza, possiamo perdere se gli altri sono più forti di noi, non il contrario".
"Non sono soddisfatto"
"In questo momento non sono soddisfatto della squadra e qualcuno deve spiegarmi il motivo"
"Non siamo la cenerentola della C"
"Domenica ci sarà una partita molto difficile, ma ricordo che nel 2017 proprio dall'Avellino ripartimmo per andare in Serie A. Ricordo che a Cesena i toni furono da croce rossa, ma da quel momento ci compattammo e vincemmo con l'Avellino per poi andare in A. Abbiamo ricostruito dalle ceneri di un anno difficile. Siamo rimasti con una rosa enorme, non credo che esistano calciatori di Serie A, B o C, ma che ci sono calciatori che in allenamento sono dei fenomeni. L'atteggiamento mentale va rivisto, dobbiamo capire che non siamo la cenerentola della C. Siamo in una fase di regressione, tutti devono fare delle riflessioni".
"Per 70 minuti la Juve Stabia ci ha asfaltato"
"Non vorrei entrare nei discorsi tecnici, ma ho ascoltato e vorrei dire una cosa: la questione dei cambi fatti a venti minuti dalla fine ha una aggravante, visto che in Serie C degli ultimi venti minuti se ne giocano una decina. Sfido Dybala a scendere in campo a dieci minuti dalla fine ed essere decisivo. Oggi ho avuto modo di dire è che il problema del Benevento non è questa classifica. A differenza di Casertana e Crotone siamo in fase calante, quindi dobbiamo capire perché c'è stata questa inversione. L'analisi va fatta sulle vittorie e non sulle sconfitte, altrimenti si lavora solo sull'errore. Dire che meritavamo il pareggio è fuori luogo, visto che la Juve Stabia per settanta minuti ci ha asfaltato. Se diciamo che tutto va bene, rischiamo di fare la fine dell'anno scorso. Quale calciatore della Juve Stabia comprereste per il Benevento? Non penso che la squadra sia debole, ma che l'aiuto di tutti debba essere importante. Quest'anno il presidente ha gli occhi aperti, sono in continuo contatto con Carli e Andreoletti. Sono convinto che dobbiamo trovare una formula, ovvero avere una identità che con 33 calciatori non si trova. Dobbiamo trovare un gruppo che sia di base, al quale vengano aggiunti dei calciatori con determinante caratteristiche. Per 70 minuti abbiamo fatto soltanto un tiro in porta. Abbiamo corso il rischio dopo settanta minuti di stare 4-0 per la Juve Stabia. Poi è cambiato qualcosa. Siamo andati con un impeto disordinato in avanti, contro una squadra che si può battere. Il portiere è un componente della squadra, vale per Paleari così come per Thiam. E' difficile segnare se uno non tira. Ciano? Parliamo di un calciatore che veniva da tre mesi di sosta per infortunio. Dobbiamo trovare i problemi, senza limitarci a dire che ci sono".
Vigorito e l'abbondanza: "Qualcuno deve andare via"
"Voglio scacciare gli alibi: i ragazzi hanno assorbito ciò che è successo in settimana. Siamo andati con animo sereno. Forse siamo diventati troppo educati come squadra. Abbiamo ricevuto un'accoglienza bella, un clima diverso rispetto al passato. Sono stato in panchina, ho visto un gruppo di ragazzi molto disciplinato. Credo che ci sia un problema che ieri si è evidenziato ancora una volta: siamo troppi. A me è piaciuta molto una cosa detta da Carli: a volte ci si rinforza cedendo qualcuno piuttosto che prendere altri. Qualcuno deve andare via. Nessun disaccordo o contestazioni, ma qualche calciatore non era molto felice di stare in panchina".
Autore: Redazione / Twitter: @tuttopotenza
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