Minuto 106 di gioco. Una partita infinita. Il derby. Prima il gol del pareggio annullato, poi la rete su rigore. E in panchina Massimiliano Alvini scoppia a piangere. L’immagine più commovente del giorno di Santo Stefano arriva da un campo di calcio. Dallo stadio Luigi Marulla di Cosenza. E il protagonista è un allenatore toscano di Fucecchio, in provincia di Firenze. Lui, Massimiliano Alvini, partito dalle categorie dilettantistiche e approdato nel grande calcio dopo una lunghissima gavetta nel 2020, quando riesce a riportare la Reggiana in Serie B dopo 21 anni. Poi il Perugia e la sfortunata avventura in Serie A con la Cremonese neopromossa, che lo esonera nel gennaio del 2023. Il 6 luglio 2023 firma un contratto annuale con lo Spezia, con opzione o prolungamento automatico in caso di promozione. Il 15 novembre successivo, con la squadra al terzultimo posto e 10 punti raccolti nelle prime 13 giornate di Serie B, viene sollevato dall'incarico insieme a tutto il suo staff. Dal giugno del 2024 è allenatore del Cosenza. E giovedì 26 dicembre – con i calabresi invischiati nei bassifondi della classifica, con quattro punti di penalizzazione – per Max Alvini il derby col Catanzaro era una sorta di dentro o fuori. Perché in caso di sconfitta la sua panchina avrebbe iniziato a traballare pericolosamente. Nelle lacrime del mister al pareggio dei suoi c’è tutto: cuore, emozione, stanchezza, incredulità, determinazione. Perché Max Alvini è un leone che non smette mai di ruggire, ma dal cuore tenero. E nella sua Fucecchio lo sanno bene. Ma cosa è successo prima del pianto del mister in panchina? Andiamo con ordine. Perché Cosenza-Catanzaro è stato un derby spettacolare e pieno di emozioni forti.
Al Luigi Marulla di Cosenza va in scena uno dei derby di Calabria più memorabili degli ultimi anni, una partita che entra di diritto nella lista delle gare più emozionanti del 2024. Il confronto tra Cosenza e Catanzaro è stato un turbinio di emozioni, tensioni e colpi di scena che hanno tenuto con il fiato sospeso tifosi e appassionati fino all’ultimo secondo. La partita inizia subito con un episodio destinato a far discutere. Al 21’ l’arbitro Aureliano espelle Caporale del Cosenza per un fallo da ultimo uomo, in una posizione però abbastanza laterale che rende difficile considerare l’episodio come chiara occasione da gol. La decisione scatena le proteste dei padroni di casa e alimenta il clima infuocato sugli spalti. A rendere l’episodio ancora più amaro per i Silani, pochi istanti prima Kourfalidis aveva colpito una traversa da pochi metri, mancando un’occasione d’oro per portare in vantaggio i rossoblù. Nonostante l’inferiorità numerica, il Cosenza non si arrende e riesce a creare occasioni importanti. La più clamorosa capita sui piedi di Kouan, che in contropiede si trova a tu per tu con Pigliacelli, ma spreca tutto con un tiro impreciso che non centra lo specchio della porta. La resistenza dei rossoblù è encomiabile, ma al minuto 80 il Catanzaro trova il vantaggio grazie a una rete di Pompetti. L’esultanza eclatante del tecnico giallorosso Fabio Caserta, ex della gara, accende ulteriormente gli animi tra il pubblico cosentino. Il Cosenza, spinto dal suo cuore e dalla grinta che contraddistingue la squadra, non si arrende. Nei minuti di recupero Kouan trova il pareggio, ma l’arbitro, richiamato dal Var, annulla per un tocco di mano. Caserta esulta di nuovo con veemenza, convinto di aver messo in cassaforte il risultato. Ma la partita riserva ancora sorprese. Si gioca a oltranza e il Cosenza sfiora l’impresa con un tiro al volo splendido di Zilli che si stampa sul palo, lasciando il pubblico con il fiato sospeso. Quando tutto sembra finito, un ultimo spiovente in area porta a un tocco di mano di Scognamillo: il Var interviene ancora e Aureliano assegna un rigore ai rossoblù. Sul dischetto si presenta Ciervo, che con freddezza chirurgica realizza il gol del definitivo 1-1 al minuto 106. L’esultanza della squadra sotto la curva rossoblù è una scena da brividi, simbolo della determinazione e dell’anima del Cosenza.
A chiudere una partita tanto folle quanto indimenticabile è l’immagine del tecnico del Cosenza, Massimiliano Alvini, in lacrime. Prima l’abbraccio con il direttore sportivo Delvecchio, poi un pianto liberatorio che racchiude tutta la tensione e l’emozione di un derby vissuto fino all’ultimo respiro. Un’istantanea che celebra il senso più puro dello sport, capace di regalare gioie, dolori e momenti che restano indelebili nella memoria di chi li vive.
Il tabellino di Cosenza-Catanzaro
COSENZA (3-4-2-1): Micai; Sgarbi, Venturi, Caporale; Ricciardi, Charlys (38′ st Mauri), Kouan, D’Orazio (31′ st Cimino); Kourfalidis (38′ st Zilli), Rizzo Pinna (38′ Ciervo); Mazzocchi (26′ st Strizzolo). In panchina: Vettorel, Martino, Sankoh, Fumagalli, Dalle Mura, Ricci, Hristov. Allenatore: Alvini.
CATANZARO (3-5-2): Pigliacelli; Brighenti, Scognamillo, Bonini; Compagnon (25′ st Seck), Buso (39′ st Brignola) Petriccione, Pontisso (21′ st Pompetti), Situm (21′ st Cassandro); Pittarello (39′ st La Mantia), Iemmello. In panchina: Dini, Borrelli, Turicchia, Antonini, Pagano, Ceresoli, Biasci. Allenatore: Caserta.
ARBITRO: Gianluca Aureliano di Bologna. Assistenti: Marco Scatragli di Arezzo e Stefano Galimberti di Arezzo. Quarto Ufficiale: Lucio Felice Angelillo di Nola. VAR: Daniele Paterna di Teramo. AVAR: Oreste Muto di Torre Annunziata.
MARCATORI: 37′ st Pompetti (CA), 60′ st rig. Ciervo (CO).
NOTE: spettatori 11mila circa (trasferta vietata ai tifosi ospiti). Espulso al 21′ pt Caporale per fallo da ultimo uomo (CO), espulso al 48′ st il direttore Del Vecchio per proteste (CO). Ammoniti: D’Orazio, Charlys, Mazzocchi (CO), Brighenti, Scognamillo (CA). Angoli: 1-8. Recupero: 2′ pt, 5′ st.
Autore: Redazione
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