Ecco,  questo è uno di quei  momenti in cui si avverte, con impazienza , la necessità di uscire dal silenzio, e si sente  impellente  il bisogno  di esprimere  emozioni e sentimenti, verosimilmente,  comuni ad altri sportivi. 
La citazione di  Alessandro Morandotti mi sembra particolarmente indicativa:  “C'è differenza tra l'aver dimenticato e non ricordare”.
Il giorno 23 maggio 2011, lo slargo che insiste  proprio davanti l’ingresso principale dello stadio Viviani fu intestato  a Nino Ferri, il Presidente dello Sport Club Potenza dal 1965 al 1969 e fautore della cosiddetta “squadra miracolo” degli anni “60.
Si sanò, in tal modo,  una grave lacuna degli Amministratori del capoluogo  nel non aver celebrato,  degnamente,  uno dei più autorevoli “propri figli”, che diede lustro, visibilità e popolarità alla città ed alla comunità.
Favorì, anche,  l’incremento e la valorizzazione  del calcio e dello sport in genere, nella nostra regione.
L’intestazione fu un atto di riconoscimento e di riconoscenza ad un “personaggio” che meritava di essere degnamente  ricordato, nel tempo.
Soprattutto,  le nuove generazioni,   che hanno conosciuto il Presidentissimo,   attraverso i racconti e gli aneddoti sulle gesta del Potenza Sport Club, dei loro padri o dei meno giovani,  relativamente ai gloriosi tempi della serie B (5 anni) dovrebbero avere memoria e testimonianze del  passato dei colori rossoblu, con sentimento di ammirazione e riconoscenza.
Già  l’ubicazione della targa,  indicata dall’Amministrazione comunale,  non fu particolarmente azzeccata, idonea e rispettosa della “lungimiranza”del Presidentissimo.  
Quella targa commemorativa disposta, peraltro, con una scelta poco oculata, in una zona, poco visibile,  laterale del muro di cinta della Stadio Viviani, adiacente ai cancelli  dell’ingresso centrale, non esiste più, da alcuni mesi.
Si è  staccata dalla parete, provocando soprattutto in quelli che hanno capelli diradati e bianchi  un senso di amarezza e di vera malinconia per la trascuratezza, l’indifferenza e il non rispetto  nei riguardi di una importante memoria. Fino ad oggi non si è provveduto alla giusta ricollocazione.
Sono certo che, celebrando Nino Ferri - apprezzato politico, valente medico, indimenticato presidente e soprattutto grande Uomo,  con l’intestazione dello slargo,  fu  sanata  una grave pecca, consentendo che il ricordo di un protagonista   assoluto di quei “formidabili anni”, non fosse disperso, nel tempo.
Sono del parere che, in tempi di rinascita sportiva, come quelli che stiamo attraversando, la comunità  abbia bisogno di tuffarsi in un “amarcord” nostalgico, per ritrovarsi in un unico lungimirante progetto, con  spirito di appartenenza alla comunità potentina.

Faccio un accorato appello: << Nino Ferri non merita questa incuria,  si provveda a rimettere, con sollecitudine,   la targa di intestazione, nello slargo dello stadio Viviani, in posizione possibilmente più centrale e visibile,  poiché come asseriva Cicerone:  “La memoria è tesoro e custode di tutte le cose”>>   
             Peppino  RITA
Cofondatore “Club de’ I Fedelissimi”

 

Sezione: Primo Piano / Data: Dom 01 febbraio 2015 alle 18:18
Autore: Giuseppe Rita
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